Repubblica e Stampa sbattono Cairo in prima pagina. Non c’è traccia degli insulti, del coro “Urbano Cairo devi vendere, vattene, vattene”
La Pravda Gazzetta (e Corsera) che sbianchetta la mega-contestazione a Cairo dei tifosi del Torino
Non è una novità lo sbianchettamento della mega-contestazione dei tifosi del Torino da parte dei giornali Rcs Gazzetta e Corriere della Sera (di cui Cairo è presidente). Ma colpisce sempre. Repubblica (perfida) sbatte la contestazione in prima pagina. La Stampa, giustamente, non è da meno. Per Gazzetta e Corsera non è successo niente. Niente.
Scrive Repubblica:
C’era una volta il Torino. A fine settembre, espugnando il Bentegodi, la squadra granata passava la notte da sola in vetta alla classifica. Tre mesi dopo, con il Natale alle porte, il Toro è in agonia e il suo presidente Urbano Cairo bersaglio di una feroce contestazione che cresce di settimana in settimana.
La squadra di Vanoli ieri contro il Bologna ha rimediato l’ottava sconfitta nelle ultime dodici partite. (Ha pur sempre fatto meglio del City, aggiungiamo noi: il City ne ha perse nove su dodici).
Prosegue Repubblica su Cairo:
Ieri, è risuonato a lungo il coro ormai iconico “Urbano Cairo devi vendere, vattene, vattene” , una melodia molto orecchiabile, sulle note di Sway di Michael Bublé, che in queste ultime settimane è stata presa in prestito — ironicamente — dai tifosi bianconeri come pure da quelli rossoneri che hanno iniziato a lamentarsi della loro società. Quel ritornello, insieme a molti insulti, ieri è risuonato dentro e fuori lo stadio, con il sole alto nel cielo e con il gelo del tramonto sabaudo già calato da un pezzo.
Perché al termine della partita contro il Bologna — lo 0-2 maturato nella ripresa, con gli emiliani che hanno anche sbagliato un rigore con Castro e colto una traversa con l’ex Pobega — la Maratona si è svuotata in un attimo per riversarsi in strada, proprio sotto la tribuna. Un migliaio di tifosi urlanti, le forze dell’ordine in assetto anti-sommossa, tanti cori ma nessun incidente: una contestazione civile in un clima per nulla natalizio. E Cairo? Verso le 17.45 si è presentato nell’antistadio, ha detto poche parole di prammatica («è stata una buona partita, purtroppo abbiamo preso un gol al settantesimo che non devi mai prendere. Buon Natale a tutti»), è salito in macchina e ha lasciato lo stadio Grande Torino dal retro, dall’imbocco dell’Istituto di Medicina dello Sport.
La Stampa scrive:
Quando il coro «Urbano Cairo devi vendere: vattene vattene» esplode nella pancia dello stadio fa un effetto sinistro, anche se la mobilitazione del popolo granata dura da fine agosto. I tifosi hanno ripreso a contestare dopo anni di delusioni e certo i tre mesi da incubo della squadra di Vanoli non hanno fatto altro che alimentare il fuoco. Ma se l’improvvisa cessione estiva di Bellanova ha scoperchiato i problemi che il Torino si porta avanti da tanto tempo, gli spettatori che abbandonano lo stadio prima del fischio finale dell’arbitro sono la rimessa in onda di un film già visto sul passato più buio. È un’azione che parte dal cuore pulsante del tifo granata, la Curva Maratona, e si conclude fuori dal Grande Torino con una protesta spontanea che si riversa in strada e arriva fin sotto la tribuna vip. Mentre la maggior parte dei quasi ventimila che hanno assistito all’ennesima sconfitta sfolla delusa, dentro l’impianto entra la voce del malcontento e della disperazione del migliaio di tifosi, si appiccica alle pareti, penetra nei cunicoli dell’ex Comunale e arriva dritta fino negli spogliatoi dove i giocatori si ristorano e svolgono le consuete interviste post partita.
Su Gazzetta e Corriere della Sera non c’è nulla di tutto questo, neanche un rigo.
La Gazzetta scrive:
Il presidente del Torino Urbano Cairo esce dallo stadio quando sono passate da poco le 17.40. «Buona partita, purtroppo abbiamo preso quel gol al settantesimo che non devi mai prendere. Buon Natale a tutti» il suo commento, prima di lasciare l’Olimpico in macchina.
Quando Cairo disse: «Chi mi contesta, in cuor suo, sa che se lasciassi il Toro mi rimpiangerebbe»