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Federica Pellegrini: «La soap opera Manaudou Marin e me? Il nuoto ebbe le prime tre pagine della Gazzetta, non era mai successo» 

Al CorSera: «Quando è una donna a decidere, è sempre lei la stronza. Marin usava parole pesanti», i tradimenti di Magnini, la bulimia e gli attacchi di panico

Federica Pellegrini: «La soap opera Manaudou Marin e me? Il nuoto ebbe le prime tre pagine della Gazzetta, non era mai successo» 
Gold medalist Laure Manaudou (C) of France, silver medalist Annika Lurz (R) of Germany and bronze medal Federica Pellegrini of Italy pose for a photo after the women's 200m freestyle final, 28 March 2007 at the 12th FINA World Swimming Championships in Melbourne. Manaudou won in a world record time of 1:55.52, with Lurz in a time of 1:55.68 and Pellegrini in 1:56.97. AFP PHOTO / TORSTEN BLACKWOOD (Photo by TORSTEN BLACKWOOD / AFP)

Federica Pellegrini, la Divina, si racconta in una bellissima intervista  di Aldo Cazzullo e Arianna Ravelli al Corriere della Sera. Parla di tutto, della sua infanzia e della maternità. Anche delle sue relazioni passata con Luca Marin e Filippo Magnini, entrambi ex nuotatori olimpici.

L’intervista al Corriere della Sera di Federica Pellegrini

Si definisce di destra, destra moderata. Suo padre era missino.

E lei è di destra? «Sì. Destra moderata».

Giorgia Meloni le piace?
«Con lei ho più che altro una forte solidarietà femminile. Credo non sia facile gestire quel ruolo da donna; anche io, nel mio piccolo, l’ho provato. Spero che una donna faccia grandi cose per le donne. Ma da questo punto di vista direi che possiamo migliorare ancora molto».

La brutta vicenda di Giulia Cecchettin «mi ha portato a pensare al patriarcato, a quante volte le donne vengono sminuite. È successo anche a me».

A cosa si riferisce?
«Quando ho scelto io di rompere una relazione, ho avuto tutti contro. Fossi stata un uomo, sarebbe stato diverso».

Si cambia discorso. Atene 2004, vince l’argento nei 200.
«Impazzisco di gioia, sono felicissima, non capisco perché gli altri attorno a me non lo siano, perché si aspettassero di più. Ma come, ho appena compiuto 16 anni, dovevo fare la mascotte, e un argento non va bene? Se riguardate la gara in tv, anche la voce del telecronista si spegne all’arrivo. È un po’ come il discorso di Benedetta Pilato: nessuno capiva come potesse essere contenta di un quarto posto ai Giochi».

C’è anche la mancata medaglia a Rio, la sliding door della vita di Federica Pellegrini.
«Sì, tutta la mia vita sarebbe cambiata. È stata la mia sliding door. Con una medaglia a Rio, mi sarei ritirata. Non sono sicura che avrei sposato Filippo, anche se gli avevo già detto di sì. Posso dire che se fossimo andati avanti ci saremmo fatti molto male».

Perché? 
«Lui ha fatto tanto male a me all’inizio, io l’ho fatto a lui alla fine, perché non ero sicura». Tradimento? «Sì, l’ho scoperto due volte. La prima ha lasciato il vecchio cellulare a casa e ho letto i messaggi».

E la seconda?
«Gli ho mandato un paparazzo. Con l’incarico di tenerlo d’occhio a Pesaro, sotto casa sua. Avevo dei sospetti, e avevo ragione: si vedeva ancora con la sua ex ragazza. Ma ho perdonato: finché sono innamorata tendo a farmi andare bene tutto. Quando mi stufo, però, è finita».

Prima di Magnini c’era stato Luca Marin. A Laure Manaudou lei rubò il record del mondo, l’allenatore, Philippe Lucas, e il fidanzato. Marin, appunto.
«No, l’allenatore no (Federica Pellegrini ride), la Manaudou aveva già smesso di lavorare con Lucas! E anche con Marin si erano già lasciati. Laure e io siamo in ottimi rapporti, ho pure partecipato al docufilm sulla sua vita».

Manaudou lancia l’anello di Marin in piscina davanti a tutti. Inizia una specie di soap opera.
«Per la prima volta, il nuoto ebbe le prime tre pagine della Gazzetta dello Sport… Luca aveva un carattere molto difficile, doveva far vedere in pubblico che era l’uomo, usava parole pesanti, prevaricatorie. Io soffrivo, ma ero innamorata, cercavo di trovare il bello. Poi però mi stufo».

Mondiali di Shanghai 2011. Marin la scopre in camera con Magnini e cerca di buttare giù la porta. Come andò?
«Non farei il plastico tipo delitto di Cogne da Vespa, però insomma per andare da Filippo dovevo passare davanti alla camera di Luca. Lui mi vide dallo spioncino. Luca e io ci trascinavamo da un po’, la mia intenzione era stare nel limbo fino a dopo i Mondiali, per poi lasciarlo, però mi ha beccata prima. Purtroppo questa vicenda ha coinvolto tutta la Nazionale, che si è schierata, che strano, dalla parte del maschio. Anche quelli che avevano visto come Luca si era comportato con me. Ma se è la donna a decidere, è una stronza». 

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Dopo l’argento olimpico a 16 anni, si trasferisce a Milano, e comincia a soffrire di bulimia. 
«È l’unica cosa che non rifarei: allontanarmi dalla famiglia così presto. L’adolescenza, il corpo che cambia, io che vivo in costume, sotto gli occhi giudicanti di tutti, l’acne che mi colpisce: tutto andava gestito con la dolcezza di una famiglia attorno. Io invece ero sola. Il mio disagio è sfociato in questo disturbo alimentare. Potevo mangiare tre pacchi di prosciutto e quattro di cracker, o due chili di gelato. Poi vomitavo. Ne sono uscito grazie a me stessa. Ho sempre avuto la dote di capire quando chiedere aiuto. Da allora lavoro con uno psicologo».

Ha mai provato a fumare?
«Sì, a Formentera con una mia amica. Alla quarta sigaretta ho vomitato. Ho capito che non faceva per me».

Dopo l’oro, comincia a soffrire di crisi di panico.
«Dovevo ripresentarmi ai Mondiali di Roma nel 2009 da grande favorita. Quell’anno quando nuoto i 400 inizio a provare una sensazione di soffocamento, per me reale, anche se è tutto nella mia testa. Penso di morire. Lavoro con uno psicologo, scavo, fino a quando una notte sogno di nuotare vestita, con un accappatoio addosso. Il mio subconscio lavorava da tempo: ha raccolto tutte le mie ansie in quell’accappatoio. Così me ne sono liberata. Anche se dalle crisi di panico non si guarisce mai del tutto».

E con Thomas Ceccon?
«Guardate questo video. Cosa vedete?».

“Lei che va incontro a Ceccon, si congratula, lo bacia e lo abbraccia (alle Olimpiadi di Parigi)”. 
«Per questo mi sono molto dispiaciuta per le sue parole. Ceccon si allena a Verona, nella mia stessa piscina, che porta il nome del mio allenatore. È vero che io e lui ci siamo frequentati poco, avevamo orari diversi, siamo di generazioni diverse, lui sempre con gli occhi sul telefonino, lo saluti e non ti saluta, poi magari non lo saluti una volta e sei quella che se la tira. Ma il rapporto è sempre stato cordiale. Quello che mi ha dato più fastidio è che dice che apprezza l’atleta ma non la persona; però lui come persona non mi conosce. Secondo me ha capito che fare il provocatore funziona. Infatti attacca un po’ tutti, compreso Sinner…».

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Ha mai provato attrazione per una donna?
«Ho baciato una donna. Ma no, attrazione no, non avrei problemi a riconoscerlo». «Era una serata un po’ così… Alcolica».

Che rapporto ha con i soldi?
«Con il nuoto non si diventa ricchi, devi vincere per vent’anni prima che lo sponsor abbia fiducia in te».

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