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Sci, Bormio sotto accusa dopo l’incidente a Sarrazin: «Non sanno preparare le piste. Non meritano i Giochi olimpici»

Ieri tre incidenti di cui due gravi. Sarrazin è in terapia intensiva. Gli organizzatori della pista di Milano-Cortina 2026: «Il meteo può condizionare la pista»

Sci, Bormio sotto accusa dopo l’incidente a Sarrazin: «Non sanno preparare le piste. Non meritano i Giochi olimpici»
France’s Cyprien Sarrazin skies during a training session before his crash, ahead of the Men's downhill race of the FIS Alpine Skiing World Cup event, in Bormio on December 27, 2024. Cyprien Sarrazin suffered a heavy fall on December 27 during the second training session before the World Cup downhill in Bormio (Italy) which he won just a year ago. (Photo by Fabrice COFFRINI / AFP)

La Coppa del Mondo di scii maschile si incendia dopo la polemica sulla pista di Bormio. Ieri due incidenti gravi e un terzo gestito in pista. Sulla Stelvio di Bormio che nel febbraio 2026 ospiterà tutto il programma olimpico di sci alpino maschile, adesso sorgono i dubbi di alcuni atleti. Ne parla la Gazzetta dello Sport e anche il Corriere della Sera.

Il francese Cyprien Sarrazin ieri, nella parte conclusiva della piana di San Pietro, spiga la Gazzetta “sorpreso da una compressione ha perso il controllo degli sci (in un tratto dove si raggiungono i 125 km all’ora) decollando e riatterrando violentemente sulla schiena, prima di rimbalzare e finire immobile nelle reti molto più in basso. L’apertura immediata dell’airbag ha evitato il peggio alla zona vertebrale, ma il trentenne vincitore di quattro gare nella passata stagione, dopo una delicata operazione di soccorso con l’elicottero, è stato trasportato cosciente all’ospedale di Sondalo, dove in serata è stato operato alla testa per drenare l’ematoma subdurale emerso dopo i primi esami diagnostici“.

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Le polemiche dopo l’incidenze di Sarrazin sulla pista di Bormio

I colleghi di Sarrazin, che nel frattempo è in terapia intensiva, si dividono. “Durissima la reazione del compagno di squadra Nils Allegre, che ai microfoni di Eurosport è andato all’attacco senza mezzi termini: «Qua non sanno preparare le piste, da quarant’anni non sanno fare altro che predisporre delle condizioni pericolose e non si meritano di avere i prossimi Giochi olimpici»“.

Lo svizzero Odermatt, vincitore dell’ultima discesa disputata in Val Gardena, è più leggero: «Rispetto alla Saslong sono due mondi completamente diversi, anzi sembra quasi un altro sport perché questa è una delle discese più difficili. Come atleti detestiamo i cambiamenti di neve, dal ghiaccio ad altri punti dove hanno messo meno acqua, è difficile trovare il giusto set-up e capire la pressione che devi dare. Chiaramente questo la rende più pericolosa di quanto lo sia già di solito».

Ancora più netto, il race director della Coppa del Mondo l’altoatesino Markus Waldner: «Stiamo arrivando al limite della sicurezza, è arrivato il momento di rivedere l’attrezzatura, soprattutto le nuove piastre di carbonio motivate come aiuto terapeutico. A Bormio il comitato organizzatore ha fatto un super lavoro, attorno alla Stelvio ci sono venti chilometri di barriere e reti di protezione. Lo standard di sicurezza è altissimo».

Come se non bastasse, si è aggiunta anche la caduta dell’atleta di casa Pietro Zazzi. Per lui frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra. “Intanto Bormio s’interroga e fa quadrato: non è bastato fare i conti con la mancanza di neve, tanto da posticipare il controllo della federazione internazionale dal 15 al 18 dicembre, o fronteggiare il forte vento che il giorno di Natale ha asciugato in più punti la pista lunga oltre tre chilometri, adesso deve registrare questi due nuovi infortuni, dopo quello dell’austriaco Marco Schwarz lo scorso anno. Solo una casualità?”

Omar Galli, Race Director sulla Stelvio: «Il meteo può condizionare la pista»

Il Corriere dello Sport riporta della risposta alle critiche degli organizzatori, nella voce di Omar Galli, Race Director sulla Stelvio: «È sempre brutto assistere a incidenti di questo tipo. Come sappiamo quello della Stelvio è un pendio sfidante, che gli atleti conoscono ormai benissimo dopo tante stagioni. Come ogni anno, è stato svolto un grande lavoro di preparazione nei giorni precedenti, e abbiamo implementato fortemente il livello di sicurezza in pista con l’inserimento delle nuove reti A. Nello sport outdoor, purtroppo, le variabili del meteo possono condizionare le reazioni della pista in alcuni punti: speriamo di ritrovare presto al meglio sia Cyprien che Pietro»”.

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