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Kvaratskhelia può partire. Ma solo se Conte avrà subito un Napoli più forte per puntare allo scudetto

La squadra non deve essere indebolita. Servirebbero una serie di operazioni lampo mirate. Altrimenti meglio rinviare a giugno

Kvaratskhelia può partire. Ma solo se Conte avrà subito un Napoli più forte per puntare allo scudetto
Napoli's Italian head coach Antonio Conte gestures during the Italian Serie A football match SSC Napoli against Bologna FC 1909, at the Diego Armando Maradona Stadium in Naples on August 25, 2024. (Photo by CARLO HERMANN / AFP)

La fine dell’avventura di Kvaratskhelia a Napoli ha un momento preciso: siamo nei dintorni del minuto 75 di Napoli-Venezia. Il risultato è inchiodato sullo 0-0. Kvara si rende protagonista dell’ennesimo tiro da fuori infruttuoso e senza senso. Le telecamere colgono Antonio Conte che si gira di scatto verso la panchina. Se il linguaggio del corpo significa qualcosa, pronuncia parole approssimabili a “toglietemelo davanti agli occhi”, oppure semplicemente “basta, sostituiamolo”. Al suo posto, entra Politano e il dio del calcio vuole che dopo quattro minuti, su assist sporcato di Neres (da sinistra), Raspadori segni il gol partita.

Quell’istante, quando Conte si gira verso la panchina, è l’equivalente calcistico del verso battistiano “un sorriso e ho visto la mia fine sul tuo viso”. Non è stato un sorriso ma fa lo stesso. Aggiungiamo che una settimana dopo, a Firenze, Kvaratskhelia non c’era. Affaticamento muscolare. Che nel calcio stressato di oggi talvolta è la versione pallonara del mal di testa quando il/la/le/i partner non ha voglia. Non è un caso che anche Vlahovic (che la Juventus sta cercando disperatamente di vendere a gennaio) ora sia a rischio nel derby per affaticamento muscolare.

Il Napoli è andato a Firenze senza Kvara (e senza nemmeno Politano che ha un infortunio dignosticato) e ha vinto tre a zero. Ancora con Neres protagonista.

Le condizioni che devono incastrarsi per l’addio di Kvaratskhelia a gennaio

Ora, però, facciamoci guidare esclusivamente dal principio di realtà. Antonio Conte ha in testa lo scudetto. Ce l’ha in testa dall’inizio della stagione. Ora più che mai. Il Napoli deve giocare 19 partite. Non una di più. Non una di meno. Tutto quel che non serve (Coppa Italia) è stato sapientemente accantonato. Al di là di una eventuale rottura con Kvaratskhelia, Conte autorizzerebbe la sua partenza solo dopo aver ricevuto garanzie sul rafforzamento della squadra. È un passaggio fondamentale, diremmo una conditio sine qua non. Anche perché non partirebbe Pincopallo. Kvara è un fior di calciatore. Non va via lo zio di nessuno. Il suo sostituto c’è, è stato acquistato quest’estate: Neres che al momento è intoccabile. I soldi che verrebbero incassati per Kvara, servirebbero a rafforzare il Napoli. Qui e ora. Calciatori pronti. Conte ha in testa lo scudetto. Prospettico è un termine di cui non si conosce più il significato a Castel Volturno.

Devono intrecciarsi una serie di condizioni. De Laurentiis deve vendere Kvaratskhelia più o meno al volo, rapidamente. Il che – storicamente – è avvenuto molto raramente. Solo con Higuain ma Gonzalo aveva la clausola. È diverso. Quando c’è da trattare, è diverso. Vendere non è mai stato il forte del presidente. Ma De Laurentiis ha dimostrato di saper cambiare a 75 anni.

Il Napoli, come detto, non deve indebolirsi. Deve compensare la partenza di Kvara con una serie di acquisti che possono essere due o tre: un difensore esperto (Danilo? Skriniar?) e affidabile, un centrocampista di spessore (Pellegrini, Frattesi o altri) e forse anche un attaccante. Il tutto dovrebbe avvenire rapidamente. Rapida dovrebbe essere la cessione. Rapidi dovrebbero essere gli acquisti. Altrimenti amen. Si abbassa la saracinesca e se ne riparla a giugno. In ogni caso, serviranno un difensore e un centrocampista.

Siamo ai titoli di coda

Quel che sembra ormai acclarato è che la storia tra Kvaratskhelia e il Napoli sia ai titoli di coda. Se non adesso, tra qualche mese. In tempi liquidi, è naturale che anche gli amori calcistici non siano eterni. Due anni fa, in piena tempesta A16 (“De Laurentiis vattene a Bari”) Kvara incarnò l’epifania della meraviglia, un regalo tanto inatteso quando sensazionale. Il georgiano è stato essenziale per la conquista dello scudetto. Ha fatto innamorare i tifosi del Napoli e non solo. Il New York Times si prese una cotta. Conte la scorsa estate ha fortemente voluto che restasse. Ma l’operazione recupero con lui non ha avuto gli stessi esiti di quella con Di Lorenzo. Succede. I grandi amori, le grandi passioni, restano tali anche quando finiscono. Kvara è servito al Napoli. Il Napoli è servito a Kvara. I tifosi hanno goduto. Amen.

Concludiamo citando una celebre frase del film “il camorrista” di Tornatore: «Dicitancell’ o prufessor : je nun l’aggio tradito! E mo’ facite ampressa». Altrimenti, meglio restare così come stiamo.

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