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Leao: «Se l’allenatore è bravo può aiutarmi. Le idee di Conceiçao sono buone visto che abbiamo già vinto un trofeo»

Alla Gazzetta: «Fonseca? All’inizio un paio di situazioni abbiamo dovute risolverle. Una spiegazione per le panchine la poteva dare»

Leao: «Se l’allenatore è bravo può aiutarmi. Le idee di Conceiçao sono buone visto che abbiamo già vinto un trofeo»
Ci Napoli 02/04/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Milan / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: esultanza gol Rafael Leao

Rafa Leao è diventato improvvisamente il leader che tutti invocavano. Conceicao e la Supercoppa lo hanno reso, secondo la Gazzetta, “un milanista vero“. “Rafa si definisce e parla da milanista vero“.

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Leao: «Fonseca? All’inizio un paio di situazioni abbiamo dovute risolverle»

Il derby di Supercoppa?
«L’immagine più forte che mi porterò dentro da Riad è quella di tutto il gruppo che festeggia il gol di Abraham. Un momento di gioia condiviso. Un ricordo che mi resterà per sempre e che certo racconterò ai miei bambini».

Si è rivisto un senso di unità e condivisione: è stato Conceiçao in pochi giorni a restituirlo?
«Ha portato energia e una nuova mentalità. Così siamo arrivati a vincere la Supercoppa e farlo è stato importante per tutti. Per noi che siamo qui da tanto tempo e per i nuovi, che così hanno capito cosa significhi alzare un trofeo con il Milan. Io qui ho già conquistato uno scudetto, che è la cosa più grande da vincere dopo la Champions, ma con le parole non sono mai riuscito a descrivere cosa avevo provato».

«Qualcosa in noi è cambiato». Cosa?
«L’energia e mentalità di cui parlavo prima si sono viste contro la Juve e contro l’Inter. Chi era fuori per infortunio ha scelto di essere “dentro” la squadra, di dare il suo contributo dalla tribuna: è stato uno step in più. Un messaggio per noi e per gli altri. E infatti sento che ora, prima di entrare in campo, anche gli avversari ci percepiscono in maniera diversa. Le due rimonte vittoriose lo confermano».

Conceiçao intanto l’ha definita un “fenomeno” e ha aggiunto che diventerà “uno dei più forti al mondo”. Le hanno fatto piacere le sue parole?
«Il mio obiettivo è essere al top e avvicinarmi ai più forti. Se l’allenatore è bravo può aiutarmi, il resto dipende da me. Io cerco di mettere le mie caratteristiche al servizio della squadra. Conceiçao non ama sempre scherzare, ma sa come spingermi e mi aiuterà ad arrivare a un livello più alto. Puntiamo forte su di lui. Sono pronto per ascoltare e seguire le sue idee che sono buone, visto che è arrivato e dopo pochi giorni abbiamo vinto un trofeo. Adesso dobbiamo pensare partita dopo partita e conservare le energie positive provate in Arabia. Bisogna continuare così».

Sembra una rottura netta rispetto alla gestione Fonseca. Cosa non ha funzionato con lui?
«Sulla nostra relazione allenatore-giocatore non ho nulla da dire, anche se all’inizio un paio di situazioni abbiamo dovute risolverle. Ha cercato di fare il suo lavoro, di applicare le sue idee e io credo che ci sia sempre da imparare. Ma non ha funzionato e se doveva rimanere o meno, non lo decido certo io. Posso però dire che tutti hanno provato a fare il massimo e che a Fonseca auguro il meglio».

Le tre panchina di fila. Leao si è arrabbiato o l’hanno caricata?
«Un po’ e un po’. Credo che una spiegazione per tre panchina di fila si possa dare, però a volte gli allenatori fanno così… Era la prima volta che mi succedeva al Milan e ho anche imparata. Se mi ricapiterà, sarà più consapevole di cosa devo fare ovvero rimanere concentrato, non buttarmi giù o perdere la fiducia in me stesso, che è la cosa più importante per rendere al meglio nel nostro lavoro».

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