Il quarto dopo McTominay, Gilmour e Anguissa: tutta gente che faticava ad essere titolare in squadre di mezza classifica, in Inghilterra. In Italia fanno la differenza
Scott McTominay. Billy Gilmour. André-Frank Anguissa. E ora? Philip Billing. C’è un “pattern” per il Times, uno schema: il Napoli si avvia a vincere (o insomma a lottare per) lo scudetto “con un altro scarto della Premier League“. Proprio così, “cast-off”: scarto, avanzo. E’ un termine maliziosamente dispregiativo ma serve al giornale inglese per sottolineare più che altro la differenza ormai imbarazzante di livello tra il campionato inglese e quello italiano.
Il Bournemouth è settimo, in Premier. E si può permettere non solo di dare Billing al Napoli, ma anche di prestare Max Aarons al Valencia. “Quell’accordo garantirà al Bournemouth di ingaggiare tre giocatori da Juventus, Porto e Barcellona questa stagione (Dean Huijsen, Evanilson e Julián Araujo) mentre ora vende a Napoli e Valencia. Il club ha escluso di far partire giocatori importanti della prima squadra, ma sta lasciando andare giocatori marginali nonostante una crisi di infortuni“.
E i quattro “inglesi” che “formano il nucleo di centrocampo che Antonio Conte spera possa portare il Napoli al titolo di Serie A”, scrive il Times, erano comunque giocatori che dovevano giocarsi una maglia da titolare in squadre di mezza classifica. Il senso è: vanno in Serie A a fare la differenza.
Billing al Bournemouth aveva solo cinque presenze, finora. E questa stagione “ha giocato solo una partita di campionato.