È il nuovo ‘Head of global soccer’ del gruppo: «Ora avrò l’opportunità di rendermi utile non solo ad un club, ma ad un gruppo internazionale dove c’è tanto entusiasmo»
Jurgen Klopp ha spiegato la sua scelta di accettare l’incarico di ‘Head of global soccer’ di Red Bull, nella conferenza stampa di presentazione presso la sede centrale del gruppo, vicino a Salisburgo. Durante la conferenza ha sottolineato l’opportunità di sfruttare la sua esperienza per contribuire alla crescita internazionale del gruppo.
«Non sarò mai un allenatore di una squadra della Red Bull. Ma non posso dire che non sarò mai più un allenatore nella mia vita». «Salah? Spero resti, giocatore fantastico. Io amo il calcio. So che ci sono cose molto più importanti ma l’impatto che ha è forte e io sono felice e orgoglioso di farne parte».
Poi continua: «Mi considero un medico del calcio, ovunque io sia do tutto me stesso e ora lo faccio per Red Bull. Questo incarico riflette più o meno quello che volevo fare».
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Klopp: «Ora avrò l’opportunità di rendermi utile non solo ad un club»
L’ex allenatore del Liverpool parla proprio della sua ultima esperienza:
«Quando ho lasciato il Liverpool sette mesi fa al Liverpool non avevo detto che non avrei mai più lavorato. Poi è arrivata questa offerta che mi ha interessato ogni giorno di più, perché penso che sia un ruolo che mi permetta di dare il mio aiuto, data la mia esperienza».
«Non avevo piani particolari, perché nel mio lavoro precedente che ho fatto per 25 anni pensavo solo a quello, ero del tutto concentrato ma dentro di me ho sempre voluto provare cose nuove e quando ho avuto questa offerta ho capito che poteva andare bene. Dopo un migliaio di partite da allenatore ho detto ‘basta’, non volevo più farlo. Volevo un nuovo inizio e questa era l’opportunità».
«Ora avrò l’opportunità di rendermi utile non solo ad un club, ma ad un gruppo internazionale dove c’è tanto entusiasmo. E il mio sarà più di un ruolo consultivo. Penso che la leadership derivi dall’ascolto e qualunque cosa mi potranno chiedere, nei vari club, cercherò di rispondere. Ogni squadra, dalla Germania, al Giappone, al Brasile ha le sue esigenze e per ciascuna cercheremo soluzione per migliorare e crescere insieme. Al momento non sento alcuna pressione, continuo in un modo diverso a lavorare nel calcio e questo è l’importante».