A Vivo Azzurro Tv: «Sarei favorevole a rivedere Chiesa in Nazionale, quelli come lui sfondano le linee avversarie. Anche Orsolini e Politano ci daranno una mano»
Luciano Spalletti ha rilasciato una lunghissima intervista a Vivo Azzurro Tv trattando molti temi (alcuni triti e ritriti ndr). Interessante il suo passaggio sul Napoli e in generale sul campionato attuale, che pare anche ad un occhio esterno molto equilibrato e incerto seppure con le sue dinamiche (Inter e Napoli sembrano le più spedite verso la lotta Scudetto, poi l’Atalanta etc.).
Spalletti: «Il Napoli è forte, ha un equilibrio e una mentalità… e poi c’è l’ambiente»
Di seguito un estratto della lunghissima intervista:
Che cosa è cambiato rispetto all’estate?
«Ciò che è successo nell’Europeo quando ci siamo ritrovati nella successiva convocazione abbiamo naturalmente parlato di quello che era successo. Probabilmente io ho sbagliato qualcosa a trasferire loro troppo di questo mio sentimento, di questa necessità di risultati, di questa voglia di determinare tutto e subito. Quando si mettono nella loro testa troppe cose si rischia che il messaggio diventi denso e vada a finire negli ingranaggi, diventando qualcosa di solido, che li va a inceppare.
Ho modificato qualcosa, il nostro gruppo è un gruppo con cui si può parlare in maniera complessiva, totale. I giovani sono maturi, tutto ha fatto vedere che siamo sulla strada corretta, poi bisogna far passare sempre il messaggio che l’impegno è quello che determina di poter andare a prendere qualcosa di importante e successivo, sennò questa idea che essere leggeri, liberi e un po’ superficiali può essere deleteria. Bisogna andarci piano, è sempre il doversi mettere in discussione, il creare qualcosa in cui tutti si riconoscono e vanno a lavorare in quella direzione»
Che cos’è per lei Italia-Germania?
«Per un ct è la sfida da dover giocare. Uno che allena la Nazionale e non gioca questa partita è come un allenatore che ha allenato Milan e Inter e non ha fatto il derby, è qualcosa di veramente importante per la storia del calcio, hanno determinato un’attenzione mondiale a queste partite. Sono state tutte gare bellissime, ricordo quella del 2006, il gol di Del Piero all’ultimo secondo… Tutti speravamo che questa corsa dopo la rete non finisse mai perché volevamo correre con lui con la bandiera in mano a sventolarla intorno al tavolo e al televisore, dove eravamo tutti posizionati a vederla.»
Viviamo in un Paese in cui il calcio è percepito come importantissimo.
«Il calcio contribuisce spesso attraverso il suo percorso a quella che è un’identità di una Nazionale. Quando si parla del Brasile si ha a che fare con un calcio spensierato, che ha un ritmo, una danza. Quando si parla dell’Olanda è qualcosa che somiglia a una formazione allenata da un architetto, che è proiettata nel futuro. Quando si parla della Germania è tutta solidità, sostanza, fisico. Noi siamo alla ricerca di una nostra identità che possa effettivamente determinare che idea ha l’Italia di voler sviluppare per quanto riguarda il proprio calcio.»
Come riesce a conciliare lavoro e vita privata?
«Quando si è ct della Nazionale le due cose si fondono, sei ct per 24 ore, anche in famiglia. Sono fortunato, ho a che fare con una donna splendida che è un po’ il leader della squadra familiare, è il mio play, è lei che traccia delle linee di passaggio, che ci tiene ancora tutti uniti, nonostante ognuno abbia la sua situazione perché io ho dei figli grandi. Anche la piccola Matilde è splendida.»
Parliamo di calciatori che vorrebbe recuperare?
«Pellegrini è un giocatore che Ranieri sta rimettendo a posto per delle vicissitudini che gli sono capitate. Ha qualità tecniche, ha piede per calciare i piazzati, che sono diventati un momento della partita importante, e si è visto contro la Francia quando abbiamo perso per quelli, ha gol. Poi gente come Chiesa siamo lì a sperare che possa giocare con più continuità e che ci possa far vedere attraverso queste possibilità che si ha di vederli allenare, di vederli giocare di continuo questi ragazzi.»
Sarebbe favorevole a un rientro in Italia di Chiesa?
«Sì, io sarei molto favorevole ad avere Chiesa sotto controllo per quanto riguardo poi il livello del nostro calcio, per andarlo a reinserire perché quelli che hanno questa qualità di guardarti negli occhi e di sfondare la linea che hanno davanti per andare a quella successiva… Non ce ne sono molti. Stanno facendo bene anche Orsolini e Politano, sono tutti calciatori che continuiamo ad avere sotto controllo nel mirino perché possono effettivamente darci una mano.»
Che ne pensa di Cambiaso?
«È un calciatore moderno. Quello ideale per me è quello che usa il suo talento per servire poi quelli che ne hanno di meno e alzare il livello di tutti quanti nella squadra. Sono felice che un allenatore del livello di Guardiola abbia fatto questi complimenti, ma non sono sorpreso perché lui ci ha fatto vedere di essere un calciatore che ha un livello alto.»
Spalletti, che squadra l’ha colpita di più tra quelle del nostro campionato?
«Ce ne sono diverse che stanno facendo molto bene. Sicuramente una da citare è il Napoli perché Conte ha tirato fuori veramente una struttura imponente dalla propria squadra, ha creato una quadratura dove si vede una sostanza, un equilibrio, dove si vede una mentalità importante. Poi il Napoli è supportato da una città che trasferisce molto a questa squadra.
C’è l’Atalanta, che è ormai una società e una squadra consolidata negli anni da Gasperini, dalla sua qualità del lavoro. Poi naturalmente c’è la completezza dell’Inter, Inzaghi ha fatto vedere di essere equilibrato, sa gestire bene una squadra, dei campioni, dei calciatori maturi come quelli che ha l’Inter.»