Anguissa e McTominay incarnano il colpo di genio del Maestro in panca. Una prece per i populisti anti-contiani travolti dai risultati
Le pagelle di Napoli-Juventus 2-1, a cura di Fabrizio d’Esposito.
MERET. Il Ciuccio cavalca la Zebra ancora una volta – e che cavalcata – ed è giusto dare i numeri. Nella sera dei cinquantatré punti alla terza di ritorno, tali e quali ai punti dell’orrido decimo posto del delirio aureliano, il giovane Meret miracoleggia che pare un manifesto della propaganda sportiva del realismo sovietico. Al 5’ il turco teutonico è sicuro di uccellarlo ma lui si sdraia per terra, si contorce e cambia lato e infine oppone un muro vincente da volley al tiro di Yildiz. Gli unici brividi che poi fa provare, il giovane Meret, riguardano i suoi piedi talvolta maldestri nei rilanci – 8
DI LORENZO. Noi che lo chiamiamo Eurocapitano da illo tempore non possiamo che esultare al nuovo proclama dell’Uomo Nuovo in panca: questo Napule è europeo, altro che partite sporche o brutte di corto muso (che comunque a noi non dispiacciono se si vince). Ma stasera gli azzurri sono belli e cazzimmosi e l’Eurocapitano nella ripresa si cimenta in un inedito centrodestra che puntella la difesa e poi diventa solo destra nella dialettica con l’emozionante Na-Politano – 7
RRAHMANI. Il gol bianconero è un colpo di culo originato da un disastro del Caro Lobo, mentre in precedenza l’occasione di Yildiz nasce da un errore di Zambo al centro. Precisato questo, la Juve tiene palla senza mai tirare in porta e il merito va al neoleader difensivo Amir che sovrasta il franco esordiente (gol a parte ovviamente) – 7
JUAN JESUS. Giovannino Gesù continua a strabiliare per ordine e disciplina. Al prossimo bagno di folla, il Maestro salentino armato di megafono dovrebbe far recitare a tutti questa orazione laica, tipo il Padre Nostro: “Abbiamo vinto con Juan Jesus e Spinazzola e senza Osimhen, Kvara, Kim, Mario Rui e Zielinski, ripetiamo insieme tutti: abbiamo vinto senza ecc ecc” – 7
SPINAZZOLA. Alla fine, lo Zio Spina è il giocatore che fa più dribbling vincenti. E quando poi arriva a crossare dimostra di essere stato all’apice della sua carriera, prima di quel fottuto infortunio, il terzino sinistro più forte d’Italia. Ah, dimenticavo: gioca per tutti e 95 minuti – 7,5
LOBOTKA. Nel primo tempo la terra di mezzo è invasa dagli orchi juventini e l’amato Lobo annaspa come ai tristi e cupi tempi dello squallore gattusiano. Poi combina il disastro con quel colpo di testa che conduce al gol koliano. Ma nella ripresa il Napule ritrova se stesso e Stan ritorna Robotka (tranne un altro goffo e periglioso colpo di testa) – 6,5
GILMOUR dall’89’. Senza voto
ANGUISSA. Zambo Predator e Scott il Rosso incarnano il vero colpo di genio del Maestro in panca. Per lustri eravamo abituati ad avere un unico e solo centrocampista aduso a segnare (Hamsik, poi Zielinski) e invece adesso ce ne sono due. Anguissa e McTominay, appunto. E se non segna uno, segna l’altro. Non solo: stasera entrambi fanno la pressione più alta del Napule. Uno show contiano di rara bellezza (massì diciamolo pure). Certo, nel primo tempo finanche Zambo sbaglia tanto (lo sfortunato assist per Kolo Muani, esempio massimo) ma nella ripresa la sua prestazione marziana cancella ogni peccato, a partire dal gol (il quinto, dicesi il quinto in questo campionato) che raddrizza la partita – 8
McTOMINAY. Scott il Rosso è sempre l’azzurro che corre di più e, tra le tante e altre cose belle che fa, lucra il rigore del vantaggio. Lui e Zambo sono i Bronzi di Conte, statuari – 8
POLITANO. Al momento è l’ala destra più completa, e quindi più forte, del campionato. Scende, crossa e poi recupera fino a stramazzare al suolo, icona della cieca fedeltà chiesta dall’Uomo Nuovo, un perfetto soldato perinde ac cadaver (e viva Valditara, bisogna dirlo, che vuole rimettere il latino alle medie). E’ suo il servizio vincente per la cabeza di Zambo che fa uno a uno, senza dimenticare due tiri, uno al volo e l’altro deviato da Cambiaso – 8
MAZZOCCHI dall’82’. Tiene palla e gestisce oppure allunga in quei minuti che sembravano senza tempo, infiniti – 6,5
LUKAKU. Come il giovane Meret anche Di Gregorio, il pipelet bianconero, miracoleggia una volta e lo fa proprio su una cabeza di Lukakone Nostro, che per un’anticchia non entra del tutto. Indi il capolavoro dell’azione che porta al rigore, con un colpo da fuoriclasse verso Scott il Rosso. Così lui ritorna sul dischetto a distanza di tre settimane da Firenze e segna ancora. Lukakone Nostro, Scott il Rosso e Zambo Predatore sono l’insolito tridente contiano che fa gol. Perlopiù gol essenziali – 8
SIMEONE dall’89’. Quasi letale almeno due volte – 6,5
NERES. Dopo un primo tempo in sonno, si sceta decisamente nella ripresa, grazie agli allucchi in testa del Maestro in panca – 6,5
NGONGE dal 92’. L’imbarazzante Chiffi fischia la fine proprio quando Cirillo poteva fare il terzo – 6
CONTE. Il Maestro batte la “sua” Juve in un’altra partita decisiva e la faccenda si fa tremendamente seria. Non a caso, nel dopo partita pronuncia frasi belliche con estrema calma, scandendo le parole una per una, come un vero incendiario di anime. Il suo Napoli camaleontico evolve partita dopo partita, con una serialità feroce che fa lievitare sogni di gloria. E il nostro pensiero, in queste ore, va anche al populismo anti-contiano ormai falcidiato dai risultati. Il centro di recupero per gli anti-contiani varato dal Napolista si chiamerà “A – 16” nel senso di “a meno 16”, come i punti che separano la Giuve dal Napule. Il programma prevede un primo esercizio spiritale: indossare un parrucchino castano e recitare per cento volte “Non sum dignus”, battendosi il petto con uno scurriale sormontato sull’impugnatura da un bel corno rosso – 10
ARBITRO CHIFFI. Come detto, un arbitraggio imbarazzante, tra falli non visti e cartellini mancanti ai bianconeri. Per fortuna che il rigore era evidente – 3