Il Guardian racconta “la strage dei giovani maschi bianchi” drogati di gioco d’azzardo sportivo. L’anno scorso sono giocati 150 miliardi di dollari, sugli sport
Guardare lo sport in tv ormai è come assister ad un lungo spot del gioco d’azzardo, intervallato da occasionali flash di vere partite. Partite che si giocano in posti tappezzati di loghi di case scommesse, tra atleti vestiti da capo a piedi con quegli stessi sponsor. Il Guardian indaga il boom che ha travolto da poco lo sport americano e che in Europa già conoscevamo molto bene. Ne esce fuori un quadro disarmante: i giovani maschi bianchi sono preda e vittime di un sistema creato ad arte per mangiarseli vivi.
Negli Stati Uniti da quando c’è stata la liberalizzazione la pubblicità ha invaso tutto: un blitz pubblicitario stimato in oltre un miliardo di dollari all’anno dal 2021 al 2023 dall’American Gaming Association. Secondo uno studio, nel corso di una partita Nba o Nhl, lo spettatore vede il logo di una società di scommesse o sente fare riferimento al gioco d’azzardo 2,8 volte al minuto .
Nel 2018 la corte suprema degli Stati Uniti ha annullato una legge federale che proibiva agli stati di legalizzare le scommesse sportive, con il Nevada che ne era il promotore. Trentotto stati si sono affrettati a consentire le scommesse sportive in una ricerca semi-cieca delle entrate fiscali conseguenti, scrive il Guardian. L’anno scorso, gli americani hanno scommesso circa 150 miliardi di dollari sugli sport, in aumento del 23% rispetto al 2023 e di oltre il 50% rispetto al 2022. Il volume delle scommesse sportive nel 2023 è stato di oltre 1.000 dollari pro capite in sette stati diversi.
Allo stesso tempo, sono aumentati i fallimenti totali, fino al 30% negli stati in cui le scommesse sportive sono diventate legali. Una strage. Tra il 60 e l’80% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di aver giocato d’azzardo nell’ultimo anno, dice il National Council on Problem Gambling nel 2023. Uno studio commissionato dalla Ncaa ha rilevato che il 58% dei 18-22enni aveva scommesso sugli sport. Nei campus universitari, quel numero sale al 67%. La rivista medica Lancet ha pubblicato un articolo a novembre nel quale scrive che il 16,3% degli adolescenti in tutto il mondo che scommettono sugli sport ha sviluppato una dipendenza dal gioco d’azzardo.
“Questa è già una crisi di salute pubblica”, afferma il membro del Congresso Usa Paul Tonko. “Di tutte le dipendenze, il gioco d’azzardo ha il più alto potenziale di tentativi di suicidio di qualsiasi disturbo di salute mentale. La pubblicità per le scommesse sportive è progettata per attirarti in tenera età, prima che tu sia forse in grado di gestire quella valutazione del rischio”.
“Espn è una pubblicità di casinò 24 ore su 24, 7 giorni su 7″, dice il dottor Timothy Fong, psichiatra specializzato in dipendenze e co-direttore del Gambling Studies Program dell’Ucla. “La normalizzazione è andata molto in profondità, molto in fretta. Il gioco d’azzardo sportivo è diventato così virale che è al di là della normalizzazione. È endemico“.
“Il successo del gioco d’azzardo mobile in tempo reale coincide con l’evoluzione della tecnologia e questa è una parte importante”, afferma il dottor Stephen Shapiro, professore di gestione sportiva presso l’Università della Carolina del Sud che studia il gioco d’azzardo sportivo e il comportamento dei consumatori. “In passato ci sarebbero state molte più barriere all’ingresso. Dovevi andare da un bookmaker e scommettere in un ambiente squallido. Uno studente universitario avrebbe avuto meno probabilità di farlo“. Il gioco d’azzardo era un’attività solitaria, ora i giovani lo fanno insieme come esperienza di comunità.
Le app di scommesse sportive su mobile funzionano sono state ottimizzate per far sì che gli utenti giochino di più e più velocemente, affermano gli esperti. Per inseguire l’azione, nel gergo delle scommesse. Ecco perché le scommesse sulle partite non si limitano più a una scommessa singola sul risultato o sulla prestazione di un giocatore nel corso dell’intera competizione. Invece, sono state suddivise in centinaia, a volte migliaia, di mini-scommesse su ogni cosa.
La psicologia delle app di scommesse sportive è modellata sulle slot machine, sostiene il dottor Richard Daynard, professore di legge alla Northeastern University e fondatore e presidente del Public Health Advocacy Institute. Le app sono progettate per innescare ripetute scariche di dopamina e, alla fine, dipendenza. “Questo non ha nulla a che fare con le normali scommesse sportive”, afferma Daynard. E’ un “gioco d’azzardo fast-food: altamente elaborato, e sintetizzato da un computer che è progettato esattamente per puntare sulla dopamina”.
Le scommesse in-game basate sull’intelligenza artificiale appaiono e scompaiono così velocemente che è impossibile per l’utente valutare se le probabilità su di esse valgono la scommessa. Se l’arte del gioco d’azzardo sportivo di successo è individuare inefficienze o errori palesi nelle linee di scommessa, quel vantaggio è annullato dalla rapidità del processo decisionale richiesta per queste scommesse. Ed è esattamente questo il punto, accelerare l’azione di scommessa degli utenti sconsiderati e la probabilità matematica che perderanno. I veri scommettitori infatti, non ci si avvicinano proprio.
“La dipendenza dal gioco d’azzardo non ha nulla a che fare con i soldi. Ha a che fare con come ti fa sentire il prodotto, l’azione, l’anticipazione“, afferma il dottor Harry Levant, un terapeuta per la dipendenza dal gioco d’azzardo direttore del PHAI presso la Northeastern. “L’accensione della dopamina avviene nell’anticipazione del risultato, non nel risultato effettivo. Ciò che è successo qui è che abbiamo preso un prodotto noto per creare dipendenza e abbiamo escogitato un modo per commercializzarlo e distribuirlo alle persone alla velocità della luce. Se prendi un ventiduenne, il cui sistema rischio-ricompensa del cervello non si forma fino ai ventisei anni, e gli dai un prodotto che crea dipendenza e glielo spingi contro alla velocità della luce, gli farai del male”.
E lo smartphone è il dispositivo perfetto per esacerbare i peggiori impulsi del giocatore. Per il dipendente dal gioco d’azzardo, avere app di scommesse sul proprio telefono è un po’ come un alcolizzato che prende residenza in birreria, o un tossicodipendente da metanfetamine che vive nel laboratorio del suo spacciatore, conclude il Guardian.