ilNapolista

Tebas: «Non parlo con Florentino Perez da 3 anni. Lui usa i giornalisti picchiatori per comunicare»

Alla Süddeutsche: “In Europa sta nascendo un oligarchia di club che guadagnano per pagare la quinta Ferrari a chi già ce l’ha”

Tebas: «Non parlo con Florentino Perez da 3 anni. Lui usa i giornalisti picchiatori per comunicare»
The president of Spanish Liga Javier Tebas is pictured during an AFP interview in Madrid on October 21, 2020. (Photo by PIERRE-PHILIPPE MARCOU / AFP)

“L’ultima giornata del turno preliminare di Champions ha suscitato una certa emozione. Ma a parte il fatto che ho letto anche critiche secondo cui non è così facile seguire tutto in tv, mi preoccupa l’impatto economico del nuovo formato sull’industria calcistica in Europa”. Javier Tebas ribadisce, intervistato dalla Süddeutsche Zeitung, il suo stato d’opposizione alla Uefa. Il presidente della Liga parla chiaro: Si può già osservare una cannibalizzazione dei diritti televisivi attribuibili alla Champions League. Prendiamo ad esempio i Paesi Bassi o il Belgio, dove i ricavi sono diminuiti del 20 per cento. In Italia era il dieci per cento. La Germania ha praticamente mantenuto le sue entrate, ma se si considera l’inflazione, sono inferiori. Anche l’Inghilterra, sebbene abbia offerto i diritti per altre 200 partite. E la Uefa? È riuscita ad aumentare i ricavi dalla Champions League”.

“Il divario tra pochi grandi club e quelli più piccoli si sta ampliando sempre di più. Il Liverpool finora ha guadagnato 99 milioni di euro in Champions League. Lo Young Boys Berna, ultimo in classifica ha ricevuto 29 milioni di euro, il Manchester United, vincitore del turno preliminare di Europa League, 22 milioni di euro. Il vincitore della Conference League ha ricevuto solo otto milioni. Stiamo assistendo alla creazione di un’oligarchia di club”.

“Il divario tra partecipanti e non partecipanti sta diventando sempre più ampio. E se le cose continueranno così, il divario aumenterà ulteriormente, con gravi conseguenze per i campionati nazionali. Anche attraverso la Coppa del Mondo per club, che si svolgerà negli Usa quest’estate. In questo caso, i club che già ricevono più soldi riceveranno decine di milioni di euro in più. E si tratta di soldi che non vanno a beneficio dell’industria, ma che in ultima analisi servono solo a pagare una nuova Ferrari per i calciatori che ne hanno già cinque”.

Il bello è che Tebas ha votato per la nuova Champions League come membro del Comitato Esecutivo Uefa… “Si. Ma ho anche espresso una riserva: ho detto che dopo tre anni avremmo dovuto valutare quali effetti avrebbe avuto sui campionati. Dopo il formato venne rinnovato con l’approvazione dell’Eca fino al 2034”.

E Florentino Perez? “Cerca di farmi del male e di farmi perdere l’incarico. Non gli parlo da tre anni. È una persona che raramente si mostra a chi gli si oppone. Lui usa i suoi “portacoces”, come li chiamo io (un gioco di parole tra “portavoz”, portavoce, e “coz”, calcio; ndr), perché sono giornalisti che danno calci, non scrivono”.

Paradossalmente Tebas dice che l’economia del Barcellona non lo preoccupa. “Si parla molto dei dati economici di Barcellona, ​​ma anche per grande ignoranza. Il grande problema del Barcellona era che tre anni fa il club aveva costi per gli stipendi pari a 600 milioni di euro, cosa impossibile per questo modello di club. I costi sono scesi a circa 400 milioni. Sì, il Barcellona deve ancora ammortizzare le perdite risalenti al periodo in cui il club ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Ma il Barcellona è uno dei tre club con i ricavi più alti al mondo. I debiti del club sono ora più ordinati. Il Barcellona non mi preoccupa concettualmente. Il nostro sistema di Fair Play Finanziario ha impedito al Barcellona di commettere atti folli”.

Come comprare Dani Olmo senza poterlo registrare? “Il governo è intervenuto, cosa che ritengo illegale. Questo riguarda noi e la Federazione calcistica spagnola non mi è piaciuto per niente. Ecco perché abbiamo presentato un’obiezione che potrebbe portare alla revoca della sua licenza nel corso della seconda metà della stagione. Mi dispiace per il giocatore? Quando firmò il contratto, sapeva che avrebbe potuto correre il rischio di non essere più idoneo a giocare. E se si arriva a questo punto, non c’è niente che tu possa fare. Ci sono anche giocatori che si infortunano…”.

ilnapolista © riproduzione riservata