A Repubblica: «Il fuorigioco per centimetri? Oggi con la tecnologia c’è una certezza quasi assoluta. Ricordo mia madre che cuciva la bandiera del Bologna»
![Collina: «I rigori? La respinta non deve valere. O fai gol, o si riparte da un rinvio» Collina: «I rigori? La respinta non deve valere. O fai gol, o si riparte da un rinvio»](https://www.ilnapolista.it/wp-content/uploads/2022/11/collina-buono.jpg)
Il presidente della Commissione arbitrale Fifa Pierluigi Collina ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui ha parlato delle assegnazioni dei fuorigioco e ha proposto una soluzione per i rigori durante i match.
Collina: «Ho suggerito il one shot per i rigori, come accade dopo i supplementari»
A tanti non piacciono i gol annullati per un centimetro di fuorigioco visto con il microscopio della telecamera…
«L’accuratezza però è sempre un vantaggio. Poi potremmo dire: due centimetri sono così determinanti? A 40 metri dalla porta forse no, magari in area di rigore lo diventano. Mettere una soglia? Bisogna sempre cercare di capire se la soluzione risolve il problema, o se ne crea un altro magari peggiore. E poi: fino a quanto i centimetri non sono rilevanti? Due, cinque, dieci? Oggi grazie alla tecnologia del fuorigioco, così come nel gol-non gol, abbiamo una certezza quasi assoluta».
Capitolo rigori: capita spesso che l’attaccante sbagli ma segni sulla respinta. Non è un vantaggio per chi calcia?
«Credo che esista un gap eccessivo tra le possibilità che ha l’attaccante e quelle del portiere. Già si segnano in media il 75% dei calci di rigore e spesso il rigore è un’occasione maggiore di quella che è stata tolta con il fallo. In più si dà anche la possibilità di giocare la respinta del portiere? Secondo me i portieri dovrebbero lamentarsi».
Che soluzione suggerisce?
«L’ho già detto in discussioni che abbiamo avuto all’Ifab: una soluzione è il one shot. Come nei rigori dopo i supplementari: non c’è respinta, o fai gol, o si riparte da un calcio di rinvio, punto. Così eviti anche il teatrino che oggi c’è prima di un calcio di rigore, con tutti lì intorno all’area. Sembrano i cavalli ai campi prima della partenza del Palio di Siena».
Il primo ricordo legato al calcio?
«Abitavo a Bologna, dietro casa mia c’era un grande giardino, passavamo le ore a giocare, tutti i giorni. Una volta, avrò avuto 9 anni, dovevo andare a vedere la partita del Bologna con il mio amichetto e il suo papà. E mi ricordo la sera prima della partita mia madre, seduta alla macchina da cucire, che preparava una bandiera del Bologna, rossa e blu. Non immaginate l’orgoglio con cui io e il mio amichetto, il giorno dopo, la portammo allo stadio».
Da bolognese, ricorda dov’era il 2 agosto del 1980?
«Facevo il servizio militare come ausiliario nei Vigili del Fuoco ed ero a Roma per una visita medica. Quel giorno vidi in tv i miei colleghi intervenire alla stazione di Bologna. Avevo 20 anni, ma ricordo perfettamente dov’ero. E dove sarei dovuto essere».