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Pezzotti: «Mi sorprende che Mancini abbia fatto il tecnico, quando giocava aveva difficoltà a guidare anche se stesso»

L’ex vice di Boskov e Lippi alla Gazzetta: «Era un timido, tutto estro e fantasia. Marcello ha avuto un ascendente enorme sui giocatori, ma pensava anche a divertirsi».

Pezzotti: «Mi sorprende che Mancini abbia fatto il tecnico, quando giocava aveva difficoltà a guidare anche se stesso»
Saudi Arabia's Italian coach Roberto Mancini looks on during the 2026 FIFA World Cup AFC qualifiers football match between Saudi Arabia and Jordan at al-Awwal Stadium in Riyadh on June 11, 2024. (Photo by Fayez NURELDINE / AFP)

L’ex vice, tra gli altri di Marcello Lippi al Mondiale 2006, Narciso Pezzotti, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport dove racconta i fuoriclasse che ha allenato. Da Deschamps, a Mancini, Pezzotti narra alcuni aneddoti.

Pezzotti: «Mi sorprende che Mancini abbia fatto il tecnico, quando giocava aveva difficoltà a guidare anche se stesso»

Zidane…

«Era un fenomeno, non era Pelè o Maradona, ma un giocatore immenso. Solo che non è un leader, anche al ristorante passa sfiorando i muri. Fisico straordinario, caviglie snodabili. Vialli per esempio è nato leader; Deschamps lo è diventato».

Vialli e Mancini alla Samp, con lei vice di Boskov:

«Agli opposti. Vialli era un gentleman, un metodico che aveva bisogno di punti fissi per sentirsi sicuro. Mancini mi ha sorpreso per la scelta di fare il tecnico, è un timido, tutto estro e fantasia. Ora guida un gruppo, all’epoca aveva difficoltà a guidare se stesso. Era un po’ sovrappeso».

E Deschamps?

«Un incontrista spietato. E basta. Alla Juve diventa un regista. Gli ho insegnato a ricevere palla da un lato e giocarla dall’altro. Lo faceva così spesso che Blanc lo prendeva in giro: “Anche in bagno…”».

Dopo Boskov, c’è Lippi, amico di una vita…

«Ci conosciamo alla Samp quando allenava le giovanili. La Juve lo chiama e lui mi propone di seguirlo. Provo pena per i tecnici che oggi parlano solo di calcio e soffrono perennemente: Marcello stacca e si diverte. La mattina di una partita Conte racconta una barzelletta ai compagni. Arriva Marcello e lui si ferma imbarazzato, ma Lippi gli fa: “Continua! Voglio sentire come finisce”».

Lippi ha vinto il Mondiale, alla Juve e anche in Cina…

«Ha un ascendente enorme sui giocatori e tutto ciò che tocca diventa oro. Però è anche fumino. La mattina arriva, legge i giornali e se c’è qualcosa che non gli va, mi fa: “Gliel’hai detto tu?”, e io: “Ma figurati, Marcello!”. Poi telefona arrabbiato al giornalista. Vi assicuro che l’ultimo rigore di Grosso al Mondiale non l’ha visto. Non guardava, era troppo teso».

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