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Scuffet: «Ho giocato per un anno sia a calcio che a pallavolo. Senza la cazzimma è difficile trionfare»

Ai canali ufficiali del Napoli: «La scuola friulana di portieri sta dando i suoi frutti, è una grande opportunità giocare con Meret. A Napoli c’è un gruppo sano e unito»

Scuffet: «Ho giocato per un anno sia a calcio che a pallavolo. Senza la cazzimma è difficile trionfare»
Db Torino 17/12/2024 - Coppa Italia / Juventus-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Simone Scuffet

Il secondo portiere del Napoli, Simone Scuffet, si racconta ai canali ufficiali del club. Il friulano è arrivato al posto di Elia Caprile con uno scambio con il Cagliari.

Scuffet: «Ho giocato per un anno sia a calcio che a pallavolo, senza la cazzimma è difficile trionfare»

«La mia carriera è iniziata nel mio paese e poi da giovanissimo sono passato all’Udinese, dove ho fatto tutta la trafila delle giovanili. Poi un giro di prestiti. Sono stato un bambino che si divertiva a giocare a calcio con gli amici, anche nel tempo libero ogni occasione era buona per stare con la palla tra i piedi e le mani. Mio papà era allenatore di pallavolo, per un anno ho fatto sia calcio che pallavolo ed è uno sport che ho sempre seguito sin da ragazzino. Ho virato sul calcio perché era il mio sogno».

Idolo:

«Gigi Buffon, un riferimento per tutti quelli della mia generazione che son cresciuti con le sue grandi parate».

Esordio in Serie A:

«Una grande emozione, perché è ciò che sogni sin da ragazzino. Quando giochi in Serie A ti inizi a rendere conto che si passa da sogno a realtà; quando sei nel settore giovanile lo vedi come un sogno, poi ti rendi conto che ne fai parte con tutte le cose positive e le responsabilità che ti dà. Quando esordisci da molto giovane vivi tutto con più spensieratezza, ti senti catapultato in un mondo grande che a volte non riesci a realizzare tutto fino in fondo ed è una cosa da un lato positiva, ma anche una cosa su cui devi lavorare. Crescendo, ti accorgi davvero dei tuoi mezzi e di tutto ciò che puoi fare».

Un bel ricordo del calcio:

«La promozione con lo Spezia; era un anno particolare, era scoppiato il Covid, era un momento complicato. Raggiungere quel traguardo e rendere felici i tifosi è stato un bel momento».

Condividere il reparto con Meret:

«E’ una bella opportunità, perché questa è una grande città con obiettivi importanti. Penso che la scuola friulana abbia dato i suoi frutti, per noi è un orgoglio perché significa che tutto ciò che abbiamo fatto da ragazzini è stato fatto bene».

Impatto col Napoli:

«Assolutamente positivo, ho trovato un gruppo unito, c’è voglia di far bene e di farlo tutti insieme. L’unione può fare la differenza; ovviamente ci vuole anche altro, ma essere in un gruppo sano in cui si lavora bene è un ottimo punto di partenza. Il cammino è lungo, ma il supporto dei tifosi è un incoraggiamento in più per noi per fare ancora meglio e voler continuare a lottare fino in fondo».

Adattarsi a nuove squadre:

«Il fatto di aver giocato anche all’estero mi ha dato la possibilità di sapermi adattare anche a situazioni diverse e a voler scoprire cose nuove».

Un sogno:

«Migliorarmi sempre, svegliarmi ogni giorno e andar via dal campo con la consapevolezza di essermi arricchito sempre di più a livello personale e tecnico».

Una parola napoletana che ti piace:

«Cazzimma, perché penso che senza, sia difficile raggiungere traguardi importanti. E’ importante quindi avercela e mostrarla in campo».

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