Le parole di Lavezzi sono state un perfetto esempio di populismo e demagogia, nel momento più giusto per dar contro De Laurentiis. Ma noi non abbiamo bisogno di lui.
Parole
Ha parlato Ezequiel Lavezzi. Dal ritiro della sua squadra, il fortissimo Hebei China Fortune. Ha detto che lui ha tanta nostalgia, che avrebbe sempre voluto tornare a Napoli ma che il presidente non l’ha voluto. E che è andato in Cina per soldi, innanzitutto.
L’abbiamo fatta breve, veloce, istantanea. Ma abbiamo detto tutto. Forse, abbiamo dimenticato solo che nel frattempo Lavezzi ha quasi 32 anni e nella sua nuova avventura cinese non ha segnato ancora NEMMENO UN GOL. Ma non volevamo essere sgradevoli, Pocho non se lo merita (quest’articolo non è scritto da quell’antilavezziano di Gallo). È uno che ha sempre sudato la maglia, uno che ha sempre dato il massimo e ha sempre voluto bene a Napoli. Talmente tanto bene che durante la stagione 2011/2012, dopo cinque annate al Napoli, è stato il primo a insistere davvero per essere ceduto. Non che quelli che sono venuti dopo di lui siano stati meglio, intendiamoci.
Noi al Napolista lo sappiamo per primi che il Napoli è questo. Sappiamo contestualizzarci. È che però, proprio perché sappiamo in quale mondo viviamo, non è che ci venga facile attaccarci ai calciatori. A meno che non si chiamino Marek Hamsik. Che, quindi, dimostrino qualcosa di sentimentalmente tangibile.
Timing
Detto questo, è un po’ la stessa questione del postpartita di Napoli-Palermo sulla Gazzetta. Ci sembrava strano che una notizia tanto succosa fosse uscita dopo la sfuriata presidenziale di Madrid. Questione di timing, per citare/storpiare Cocciante. Ecco che, all’improvviso, Pocho Lavezzi parla dal ritiro dell’Hebei China Fortune e dice che lui sarebbe voluto tornare. Ma che, come per Quagliarella (ah, no), la colpa è tutta di De Laurentiis che non lo ha più voluto.
E allora, sai che c’è? Grazie De Laurentiis, per non aver ripreso questo signore. Lo scrive una parte della redazione del Napolista che Lavezzi l’ha amato (non apprezzato tatticamente o tecnicamente, quella è un’altra cosa) e l’avrebbe ripreso. Sì, l’avrebbe fatto. Per far contenti i tifosi, quelli che le figurine e non i giocatori che servono. L’avrebbe preso a buttare un po’ di fumo negli occhi, ma solo per fare la riserva a Insigne, Mertens e Callejon. Accanto a Giaccherini, nelle gerarchie. Forse un po’ sopra, ma non molto.
Perché il paragone tecnico con gli attuali titolari del Napoli non si pone minimamente, parliamo di un giocoliere anarchico contro: un ragionatore offensivo dalla tecnica sopraffina (Insigne), una specie di diavolo a quattro che ultimamente si è pure disciplinato in un certo ruolo (Mertens) e l’espressione assoluta della professionalità e dell’efficacia, in campo e fuori (Callejon). E jamme, Pocho. Saresti venuto qui a tipo cartonato fuori i centri commerciali, il sorriso stampato sulla faccia entrando in panchina con la tuta per sederti accanto a Rog e a Sepe. Saresti entrato in qualche finale di partita a scompaginare i piani delle difese avversarie, questo sì, sei bravo a farlo. Ma noi, oggi, abbiamo bisogno di altro. Di altro da te. Per fortuna.
Considerazioni sulla considerazione
Che poi, Ezequiel, parliamoci chiaro. Noi ti avremmo ripreso per farti fare l’attrazione da circo, ti saresti sentito davvero utile? A 31 anni quasi 32? Lasciamo stare il timing delle dichiarazioni (ne parliamo dopo, ancora), ma tu questa considerazione hai di noi? E su, sii realistico. Il fatto che ti abbia preso l’Hebei China Fortune, e non – chessò – un Marsiglia qualsiasi, ma anche lo stesso Milan (tipico ritrovo per personaggi come te, vedasi José Sosa), dovrebbe dirti che sei finito da un po’. E a noi, i calciatori finiti, non servono.
E poi, Pocho: ora? Cioè parli adesso? Quando tutto il mondo ce l’ha con De Laurentiis dopo Madrid? Da te, condottiero di razza e napoletano verace, non ci aspettavamo questo populismo. Questo tempismo, questo cavalcare le onde della critica, questa traslazione del Movimento CinqueStelle nel rutilante mondo pallonaro. Pocho, sei stato tutto quello che volevamo fino a un certo punto (tranne Gallo che ha esultato solo il giorno della tua partenza). Poi ci siamo evoluti, ogni tanto ricadiamo nei nostri vezzi ma ultimamente sembriamo più propensi ad uscirne. Persino Maradona è andato con questa società a Madrid, Maradona, e noi abbiamo contestato Maradona. Anche qualche tifoso l’ha fatto.
Non c’è più bisogno, di te. Non c’era bisogno di te, adesso, ad alimentare gli spiriti nostalgici di una piazza che affogherebbe nella nostalgia. Ma che forse, speriamo Iddio, si sta riscrivendo. C’è speranza. Saresti stato un ritorno al passato, inutile e scontato. Saresti stato un bel contorno emotivo, ma dopo questa uscita puoi pure rimanere in Cina e venirci a trovare da amico, qualche volta. Ti accoglieremmo, ti saluteremmo. Ti abbiamo voluto bene, questo non lo dimentichiamo mai. Ricordati tu, di averne voluto a noi. Forse, almeno.