Napoli, nove punti sprecati nelle ultime quattro partite. Ci sono di mezzo gli infortuni. La rosa corta. Una gestione criminale del mercato da parte del club
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Gasperini è un grande tecnico con improvvise scivolate da zitella stizzita
FALLI DA DIETRO
(rubrica nata nel 2008. Le rubriche omonime nate successivamente sono imitazioni)
COMMENTO ALLA 26° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2024-25
Ore 14,08 di domenica 23 febbraio.
L’Inter è prima.
Non sarà facile rimuoverla da lì.
A Como il Napoli perde la testa non solo della classifica contro una squadra decisamente più debole.
Lariani messi bene in campo, una coppia di gemme rare da ammirare, un allenatore ambizioso.
Ma proprio niente di eccezionale.
Una gara da portare a casa in tranquillità. Poco più che una gita al lago.
Il primo tempo sembra rispettare la previsione.
Dopo il pasticcio iniziale la squadra si organizza e gestisce bene.
Pressione altissima e centrocampo dominante con la sorpresa Billing.
Si aspetta solo di concretizzare l’evidente superiorità.
Poi c’è la ripresa.
Ed è la quarta ripresa consecutiva in cui il Napoli lascia qualcosa di sé nello spogliatoio.
Crollo fisico e soprattutto mentale.
L’arrembaggio lariano è efficace e frutta il gol. Ma è anche un po’ dissennato.
Tanti spazi concessi a nostri. Che i nostri non vedono.
Non li vede manco il Feroce Salentino.
Che nel tempo piccolo (quello della mezz’ora finale) butta dentro tutto quello che c’è in panchina. E la sensazione è che lo faccia un po’ a vanvera.
La squadra frigge calcio.
Nove punti sprecati nelle ultime quattro partite.
Ci sono di mezzo gli infortuni.
C’è di mezzo la rosa corta.
C’è di mezzo una gestione criminale del mercato da parte della proprietà.
Squadra vistosamente indebolita e il cambiamento si avverte nell’aria dello spogliatoio sensibile.
Un alibi gigantesco edificato per il Feroce Salentino.
Se perde lo scudetto la colpa non è sua.
Se vince il merito sarà offuscato dall’irruzione derisoria dell’Impomatato in piena festa:
”Visto? Ho fatto bene o no a non comprarvi nessuno?”
Prospettive che smoscerebbero l’Incredibile Hulk.
E persino Braccio di Ferro dopo un pieno di spinaci.
Aria complicata.
Ma non tutto è perduto.
Basta vincere la prossima e recuperiamo i cieli in alta quota.
I processi si fanno dopo.
L’Inter si presenta allo scontro scudetto con un punto in più grazie a un gol del Toro.
Che non doveva giocare per via di quella bestemmia. Ma è stato graziato.
Contro i grifoni l’armeno commette un fallo plateale da giallo.
Ma era già diffidato, rischiava la squalifica per Napoli. Graziato.
L’Inter è l’immagine più inquietante della narrazione di un calcio italiano torbido e imbroglione.
Marotta, il controverso manager ha trasferito dalla Juve all’Inter il suo metodo gestionale. E ha ridisegnato in casa nerazzurra lo stesso ritratto che ha identificato, in negativo, per anni la società sabauda.
Legami strettissimi con i vertici federali in una serie costante e arrogante di favori.
La Marotta-league.
Un capitolo oscuro è riassunto nell’inchiesta recente di Report sui raccapriccianti rapporti fra la società e gli ultras mafiosi.
Prove schiaccianti, agghiaccianti intercettazioni che cancellano ogni dubbio.
Silenzio di Gravina. Silenzio di Abodi.
Ma l’Inter paradossalmente non dovrebbe nemmeno essere iscritta al campionato perché Suning, la sua vecchia proprietaria, ha dichiarato bancarotta ed ora è coinvolta in un complesso giro di debiti.
Silenzio delle Procura di Roma e Milano. Silenzio della Procura Federale. Silenzio del Covisoc.
Tutti a tutela del brand.
Meno male che mi diverto ancora ai gol di Ademola l’uomo che vede.
Ne ha fatti due al Castellani consentendo alla Dea di rientrare ufficialmente nel dibattito scudetto e chiudendo lo sgradevole episodio con Gasp.
In Gasp vedo un lampo di cretineria.
Grande tecnico. Moderno, sempre pronto a sperimentare, grandissimo forgiatore di campioni. Anche Lookman lo ha creato lui.
Ma poi all’improvviso quelle scivolate da zitella stizzita.
Insopportabile.
Poco rigore.
L’Udinese doveva rientrare in Friuli da Lecce in serata. Ma c’è stato un problema. Lorenzo Lucca si è seduto in cabina di comando e non si muove da lì.
Vuole pilotare lui a tutti i costi.
Il vucumprà Maradona ammette di aver venduto le borse tarocche alla Santanchè.
La ministra: “Ha ingannato pure me. Credevo fosse il Pibe”.