La Faz: il Presidente della Uefa non parla a caso, sta suonando la melodia russa, preparando il ritorno delle squadre russe
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Ha annusato l’aria che tira (non ci voleva poi molto), Aleksander Ceferin. E ha capito che anche l’Uefa deve riposizionarsi politicamente, cominciare a prendere delle forme più aderenti al modello Trump. Per cui ha parlato a Delo, un giornale sloveno, e ha detto che “la libertà di parola non esiste più. Siamo tutti stufi del politicamente corretto”. Insomma, Ceferin – è l’analisi che ne fanno tutti i principali giornali europei, dal Guardian alla Faz – è diventato populista.
Ceferin ha attaccato i politici europei per la loro gestione della guerra in Ucraina e per aver “predicato al mondo”. Ha persino scherzato, dicendo che l’unica “grande cosa” che l’Ue ha fatto è stata quella di imporre che i tappi delle bottiglie che non si staccano.
Secondo Ceferin l’Europa sta “perdendo in ogni modo” a causa della eccessiva regolamentazione e della “ostentazione morale”: “Dovremmo aprirci e smettere di regolamentare così tanto il mercato. Nessuno, nemmeno la Cina, dovrebbe essere nostro nemico, e non lo è, dovremmo trattare tutti come partner. Diciamo agli altri come dovrebbero comportarsi, ma abbiamo un problema a fare esattamente lo stesso noi stessi”.
“Siamo tutti stufi del politicamente corretto. Qui nel mondo occidentale, la libertà di parola non esiste più. Non puoi più dire quello che pensi. Da una parte, ci sono i populisti di destra che hanno una retorica semplice: i migranti ti rubano il lavoro e si dedicano al crimine, la propaganda Lgbt renderà le famiglie inesistenti, distruggeranno i tuoi figli e così via. Questa è una retorica populista così semplicistica che chiunque può capirla. D’altro canto, quasi tutta la politica occidentale mainstream e la maggior parte dei media mainstream si rivolgono alle persone da un’alta posizione intellettuale e arrogante“.
“Nessuno può più dire ciò che pensa, tranne i comici. Nessuno parla alla gente, nessuno spiega loro che le persone possono amarsi a prescindere dal loro orientamento sessuale, nessuno spiega loro che alcune persone si sentono a disagio nel proprio corpo, che anche i migranti commettono effettivamente dei crimini, ma vengono puniti come tutti gli altri. La politica mainstream dovrebbe chiedersi cosa sta facendo di sbagliato per far sì che tutto questo accada. Non puoi dire alla gente di non parlarne più”.
Secondo un’analisi della Faz “l’uomo teoricamente più potente del calcio europeo, lo sport più ricco e influente di questo continente, riproduce uno dei più celebri fumetti del populismo contemporaneo sul quotidiano più prestigioso del suo Paese”. E non lo fa per caso, ovviamente.
“Durante i tre anni di guerra russa in Ucraina, Alexander Djukov ha mantenuto il suo posto al fianco di Ceferin. Il Ceo di Gazpromneft, la divisione petrolifera del colosso delle materie prime di Putin, è sempre stato il benvenuto nell’esecutivo Uefa. Prima del febbraio 2022, Gazprom aveva finanziato il calcio europeo, da Gelsenkirchen alla Champions League. La guerra cambiò la situazione. Djukow è sempre rimasto in gioco. Il presidente della Uefa sostiene il suo piano di essere rieletto presidente della Federcalcio russa, ha dichiarato Djukov all’agenzia di stampa statale Tass alla fine dell’anno scorso.
“Ceferin, l’uomo che, secondo Djukov, “ha fatto molto per il calcio russo”, era stato invitato anche a una partita della nazionale di calcio russa quest’anno. Considerata la prospettiva di una ricompensa americana per il signore della guerra Putin, una visita di Cheferin potrebbe essere solo una questione di tempistica; il ritorno delle squadre russe alle competizioni europee sarà presto all’ordine del giorno. Nel frattempo, però, in un momento molto importante, Ceferin si lamenta con Delo del fallimento del piano di preparare il ritorno dei russi tramite i loro giovani Under 17 in autunno, senza menzionare una sola sillaba sui calciatori ucraini morti o sull’Ucraina in generale. Questo è insopportabile”.
“Chiunque colleghi queste note di Ceferin può facilmente riconoscere in esse una melodia. È una melodia molto conosciuta, suonata da anni in tutta Europa. Sta preparando il terreno per il signore della guerra. È la canzone russa”.