Al Corsera: “Non mi chiamano più in tv perché ho litigato con Fazio, Aldo Giovanni e Giacomo sono miliardari grazie a me. Quanto mi manca Celentano…”
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Teo Teocoli ha 80 anni. Ed è incazzato. Lo è sempre stato, per indole e personaggio. Ora lo rivendica, in una bella intervista al Corriere della Sera nella quale dice tra l’altro che “non vado più in tv perché ho litigato con Fazio. Aldo, Giovanni e Giacomo sono diventati miliardari grazie a me”. Aggiunge – e lo ripete ormai ad ogni intervista possibile – che gli manca da morire Celentano. Non gli parla più, e ne soffre davvero.
Nell’intervista c’è anche un passaggio calcistico. Teocoli è da sempre tifosissimo del Milan. E, racconta, “mi è successa una cosa terribile, ho incontrato un amico e gli ho detto: cosa fa il Milan domani? Aveva giocato il giorno prima… Non mi era mai successo”. “Al Milan oggi non c’è la società. Prima c’erano Paolo Maldini e Boban. Ora c’è Ibra, grandissimo calciatore che però non capisce una mazza di società. Facciano tornare almeno Galliani…”.
Capitolo Celentano: “Adriano non mi ha chiamato. Non lo sento da ormai da cinque anni. Una volta a Milano se uno non ti chiamava per un mese, gli telefonavi e gli dicevi: oh, ma sei morto? Era una battuta. Ma lui se l’è presa. So che tanto sta in casa, forse traffica ancora con Adrian… Quel programma l’ha distrutto, gli ha fatto male. Mi manca molto, moltissimo, lo frequento da quando avevo 14 anni. È stato il più grande di tutti, oggi spero che sia felice. La mia non è più un’imitazione, ormai sono io Adriano, è un passaggio dell’anima: ho fatto più di seimila serate imitandolo, lui negli ultimi 30 anni avrà fatto sì e no 10 serate, e ‘sta cosa che ora nemmeno mi calcola…”.
Mai dire gol, “bei ricordi. Al Palazzo dei Cigni nel laghetto c’erano pantegane grosse come conigli… Aldo Giovanni e Giacomo li ho portati io dalla Gialappa, sono diventati miliardari grazie a me”.
Ora, dice, fa le serate di “saluto”. Arriva, saluta, e gli danno mille euro. Una volta in una sola sera ne prese 200.000: “Un Capodanno agli Arcimboldi, una quindicina di anni fa, in prima fila c’erano i due fratelli Inzaghi, uno lo amavo e l’altro lo odiavo: mi hanno dato 200mila euro. Ma io non li maneggio i soldi, per 10 anni ho avuto una carta di credito che non usavo mai: in banca pensavano che fossi morto”.
Ha fatto una vita godereccia, frequentando le grandi star. “Però mi dedicavo completamente alle ragazze, ogni posto in cui andavo mi informavo subito se ce n’era qualcuna carina. Scherzavamo con Guido Nicheli, il Dogui, un mio grandissimo amico. Lui diceva sempre: se vuoi cuccare la maiala devi stare in pole position. Veda lei il livello dei nostri argomenti. Sophia Loren si fermava, mi guardava e io me la facevo sotto, quanto era bella… Claudia Cardinale invece era più malleabile, faceva la simpaticona”. E Brigitte Bardot: “La sua bellezza non si poteva misurare, si vedeva l’aura che emanava, il profumo, gli sguardi, i movimenti… alla fine abbiamo giocato a dadi”.
Fazio. “La tv mi manca, ma è difficile, oggi va per gruppi, il Tavolo di Fazio si è talmente allungato che tirano giù il muro e finiscono a Lambrate. Mi ha chiamato ma poi abbiamo litigato. Mi han lasciato in uno sgabuzzino ad aspettare per tre ore senza farmi intervenire, quando sono uscito ho strillato un po’ a tutti”.