A 81 anni, è un personaggio leggendario: giura di poter curare fratture, ictus, infertilità e persino il cancro con il digiuno totale. Sostiene che lo consultò anche Mitterrand

Bernard Sainz ha 81 anni e conta di arrivare a 120 grazie al suo stile di vita: digiuni, cure a base di frutta acida, dorme con le finestre aperte e usa delle misteriose gocce da 100 euro a flacone, che sarebbero tintura madre e oli essenziali. In cella ha scritto un libro dal titolo eloquente: “Le stupefacenti rivelazioni del Dottor Mabuse”. Perché Sainz, che va e viene dai tribunali ormai da anni, è considerato il “nemico pubblico numero uno del ciclismo”.
Sainz ha una schiera di fedeli, scrive L’Equipe. Sul suo telefono scorrono le foto di campioni olimpici francesi ed etiopi, ex piloti automobilistici diventati ciclisti, fantini, star del passato come Poulidor, che gli dovrebbe “una seconda giovinezza”. Non opera solo nello sport: sostiene di essere stato consultato da François Mitterrand. Giura di poter curare fratture, ictus, infertilità e persino il cancro con il digiuno totale. Un guru per molti, un ciarlatano per molti altri. Non ha mai completato gli studi di medicina: dopo tre anni ha virato verso l’omeopatia. Tra i suoi seguaci c’è Loïc Herbreteau, ex campione francese di ciclismo su strada (2007), sospeso sei mesi nel 2008 per una crema anti-emorroidi.
Sainz raccontato da L’Equipe
Sainz è di nuovo a processo, racconta ancora L’Equipe. Con Herbreteau “si sentono pesci piccoli finiti nelle maglie di una rete troppo larga. Le intercettazioni del 2017 li hanno portati su quei banchi scomodi che il giudice, alla fine, ha sostituito con sedie imbottite”.
Le loro conversazioni contengono perle da decifrare. “Quando parlate dell’Effetto Ibiza, cosa intendete?” chiede la giudice. Herbreteau spiega: “Un amico aveva problemi di fertilità. Dovevamo andare a Parigi per uno spettacolo chiamato Effeto Ibiza. Sainz era disponibile, siamo passati da lui prima”.” “E qualche giorno dopo, quest’uomo vi dice che in gara si sente molto meglio?” “Effetto psicologico dell’incontro con Monsieur Sainz”, minimizza il ciclista. “Ma poi dite che non si può ripetere perché ‘costa un botto’…”. “Eh, non potevamo andare a un concerto ogni settimana”, scherza lui. “Lui vi dice che è come se gli aveste regolato qualcosa e poi glielo aveste tolto.” “Si sentiva solo più forte, nessun ‘settaggio’”, replica Herbreteau. “Non sono esperta di fertilità, ma noto che la prima cosa che dice è che sta meglio in gara, non con sua moglie.” Herbreteau si difende: non si considera un dopatore, né un procacciatore. Solo un fautore del “naturale”. “Vedo ragazzi che si ingozzano di gel alla caffeina prima del via. Sono pazzi”, sbotta.
A fine giornata, la giudice lancia una domanda nel vuoto: “Dov’è lo sport in tutto questo?”.