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Il discesista Sarrazin: «A Bormio sono quasi morto. È stata una caduta impressionante, quasi… bella»

Lo sciatore francese racconta lo schianto: “Non ricordo il dolore, per fortuna”. Gli è rimasta la diplopia: vede doppio al di sotto di una linea orizzontale

Il discesista Sarrazin: «A Bormio sono quasi morto. È stata una caduta impressionante, quasi… bella»
France’s Cyprien Sarrazin skies during a training session before his crash, ahead of the Men's downhill race of the FIS Alpine Skiing World Cup event, in Bormio on December 27, 2024. Cyprien Sarrazin suffered a heavy fall on December 27 during the second training session before the World Cup downhill in Bormio (Italy) which he won just a year ago. (Photo by Fabrice COFFRINI / AFP)

Il discesista Sarrazin: «A Bormio sono quasi morto. È stata una caduta impressionante, quasi… bella»

Lui la trova persino “abbastanza bella”. “Impressionante”, certo. Ma “abbastanza bella”. Cyprien Sarrazin in quella caduta ci è quasi morto. E la racconta così. “L’ho rivista piuttosto presto. Ho smesso di guardare nel momento in cui ho iniziato a scivolare sulla schiena, quasi privo di sensi… Ma era importante per me capire cosa fosse successo davvero”.

Due mesi dopo quell’impatto violentissimo sulla pista di Bormio, sulla neve ghiacciata con una forza di 16 volte il peso del suo corpo (16G). Lo sciatore francese ora “sta bene” e “si gode di nuovo una vita normale”. Ora riesce persino a parlarne, come solo uno sciatore potrebbe fare. Le Parisien lo descrive “sorridente, lucido, tranquillo, persino scherzoso. Semplicemente felice”.

“Quando passi vicino al peggio, ti si aprono gli occhi su tante cose. Sono consapevole di ciò che mi è successo. Sono stato a un passo dalla morte”. 

“Non ho stress post-traumatico. Non ricordo di aver sofferto. È stato solo un miglioramento continuo, giorno dopo giorno. All’inizio non facevo quasi nulla. Facevo il giro di un piano dell’ospedale. Poi scendevo un piano, poi due. È stato tutto a piccoli passi”. All’ospedale Henry-Gabrielle, vicino a Lione, per quattro settimane lo hanno messo sotto: sedute di fisioterapia, logopedia, ergoterapia e preparazione atletica.

Per un certo periodo ha avuto difficoltà a trovare le parole giuste, ma ora parla perfettamente. “Possiamo dire che non ho più danni neurologici”. L’unico problema rimasto è la diplopia: vede doppio al di sotto di una certa linea orizzontale. Tenta di afferrare un telefono sul tavolo, sbagliando la posizione della mano. “È che ne vedo due”.

Per il dottore che lo ha in cura ha avuto “tantissima fortuna”: “È stato soccorso subito da medici altamente qualificati in Italia, operato perfettamente. Poi si è svegliato in fretta e senza danni significativi. Inoltre, era in una forma fisica eccezionale, e questo ha aiutato molto. Ma non dimentichiamoci che sarebbe potuta finire in modo molto diverso”.

“Devo aspettare ancora quattro o cinque mesi prima di riprendere uno sport impegnativo, ma nel frattempo mi tengo in forma, senza rischi”.

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