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Conte sta andando oltre ogni più rosea previsione, non era facile ricostruire così velocemente dalle macerie (Gazzetta)

È vero, il suo ingaggio vale di per sé un cambio di rotta immediato e un ritorno alla competitività. Ma è lì a giocarsela dopo una complessa rivoluzione

Conte sta andando oltre ogni più rosea previsione, non era facile ricostruire così velocemente dalle macerie (Gazzetta)
Ni Napoli 29/12/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Venezia / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Conte sta andando oltre ogni più rosea previsione, non era facile ricostruire così velocemente dalle macerie (Gazzetta).

Ecco cosa scrive la Gazzetta dello Sport con Vincenzo D’Angelo:

Conte sta andando oltre ogni più rosea previsione: vero, il suo ingaggio vale di per sé un cambio di rotta immediato e un ritorno alla competitività. Però non era facile ricostruire così velocemente dalle macerie. Spalletti vinse al secondo anno, riuscendo a convincere il gruppo rivoluzionato dagli addii di Insigne, Mertens e Koulibaly e dagli arrivi di Kvaratskhelia, Kim, Simeone e Raspadori, a poter andare a dominare su tutti i campi rimanendo uniti e cercando di imporre sempre la propria filosofia alla ricerca della bellezza. Antonio, invece, è lì a giocarsela dopo appena sette mesi di lavoro, dopo un’altra – e assai più complessa – rivoluzione: via Zielinski e Osimhen in estate e Mario Rui e Kvara a gennaio, dentro Lukaku, McTominay e Buongiorno. Più muscoli e centimetri, più fisicità in ogni zona del campo. Un cambio di filosofia netto, meno spettacolare ma comunque convincente e competitivo.

Marchetti: «Conte meglio di Inzaghi, è un vincente nei particolari, per come prepara, come motiva tutti»

Al podcast Calcio Selvaggio è intervenuto Federico Marchetti, ex Lazio e Genoa. In carriera è stato allenato da Conte in Nazionale e anche da Inzaghi. Di seguito le sue parole:

«Il mister (Conte, ndr) lo conosco bene. Non è uno che si lascia sfuggire il bottino se ce l’ha li vicino. Stanno sulla via che lui aveva già in mente. Conte l’ho avuto in Nazionale, era un Conte ridimensionato per come pressava i giocatori. Quelli della Juve mi dicevano: “se lo vedevi al club era ancora peggio”. Condottiero incredibile. Con lui abbiamo fatto una esperienza incredibile. Conte è un allenatore che ti vuole imporre abbastanza le sue idee. Sono differenti con Inzaghi in questo. Poi è cambiato, è migliorato. Nelle difficoltà, nelle letture della partita ho visto delle scelte fatte negli ultimi periodi».

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«Inzaghi l’ho avuto alla Lazio. Il primo Inzaghi. Lui è un gestore», continua Marchetti.

Conte o Inzaghi?
«Direi Conte, perché da subito l’ho vissuto in Nazionale. Lui mi ha parlato chiaro fin dall’inizio. Venivo da un anno precedente vissuto non benissimo, con problemi fisici. Lui prende la guida della Nazionale e mi chiama: “ti devo vedere, andiamo”. Uffici della federazione a Roma e mi fa: “Io credo in te, ho bisogno di portiere, di te, Buffon e Sirigu. Quindi se tu stai bene sei dentro. Ho bisogno di gente del tuo spessore e che mi dai una mano”. Già quando uno ti chiama e ti parla così…io ti do tutto, cioè, posso fare il terzo, il quinto e quindi già in quell’aspetto lì è determinante. Poi la preparazione l’ho vissuta sul campo. Lui è un vincente nei particolari come prepara, come motiva tutti, anche quello che gioca meno ti dà quella forza di non mollare. Quindi diciamo che l’ago della bilancia è l’aspetto mentale-motivazionale».

«Ci siamo riuniti a Coverciano prima di partire per l’Europeo a fare la preparazione. Ci ha detto: “Chi non supera i test miei, non viene convocato. Può essere De Rossi, chi non li supera…” C’era gente che si faceva le punture di Toradol per fare i test… E lì ti dà un’idea, il suo messaggio “la strada è quella, mi seguite e andiamo a dar fastidio a tutti”».

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