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Zeffirelli, il figlio Pippo: «Le sue sfuriate abituali erano contro la Juve, per lui rubava»

Al Corsera: «Ricordo la cena nella villa sull’Appia Antica con Anna Magnani e Maria Callas. Anna era furiosa. Maria entrò e si precipitò da Anna, si mise in ginocchio davanti a lei: Anna, sei il mio idolo. L’atmosfera improvvisamente si sciolse»

Zeffirelli, il figlio Pippo: «Le sue sfuriate abituali erano contro la Juve, per lui rubava»
Italian director and Columbus Day Parade Grand Marshall Franco Zeffirelli waves to the crowd along 5th Avenue in New York 14 October 2002. Revelers celebrated Italian-American heritage 14 October without Mayor Michael Bloomberg, who skipped the Columbus Day parade in Manhattan because his friends from the HBO series "The Sopranos" were told they couldn't attend. AFP PHOTO/Doug KANTER (Photo by DOUG KANTER / AFP)

Sul Corriere della Sera, Pippo Zeffirelli, figlio adottivo del regista, racconta la sua storia, come è arrivato ad essere adottato da Franco Zeffirelli e come era il loro rapporto.

«A 18 partii come militare in Marina, a La Spezia. A una licenza andai a Roma con due commilitoni, uno di loro era amico di Mauro Bolognini, il regista, e lo andammo a trovare nella sua casa in piazza di Spagna. Per caso, quel giorno passò a salutarlo Franco Zeffirelli. Così l’ho conosciuto. Franco mi guardava, mi trovava interessante, voleva farmi delle foto. La settimana dopo venne a La Spezia per lavoro, così mi disse ma secondo me era una scusa per rivedermi. Io non sapevo chi fosse, pensavo a un fotografo che lavora nel cinema».

«Nel tempo fu un rapporto difficile e complicato». Perché? «Voleva essere libero e io ero geloso. Litigammo. Dopo tre anni senza sentirci (li passai a New York lavorando per Coppola e Ivory), tornai a Roma, dove nel 1981 ci raggiunse Luciano. Adottò anche lui, ma il mio rapporto con Franco era diverso, lo seguivo in ogni vicenda artistica. Si creò un rapporto di grande amicizia e affetto»

Sul lavoro com’era? «Abbiamo litigato spesso ma non essendo un aiuto regista come gli altri non poteva cacciarmi. Le sue sfuriate abituali erano contro la Juve, per lui rubava e perse una causa contro Trapattoni. Poi se la prendeva sempre col Palio di Siena. Franco era animalista. Una volta fu accusato di aver girato una pubblicità per una nota pellicceria».

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Finisti catapultato…«In un mondo chic, inarrivabile. Ricordo la cena nella villa sull’Appia Antica con Anna Magnani e Maria Callas. Anna era solita andare il sabato a cena da Franco, con il patto che fossero da soli, non voleva vedere nessuno. Chiamò la Callas che era di passaggio a Roma. Franco si dimenticò e la invitò, Anna era furiosa. Maria entrò e si precipitò da Anna, si mise in ginocchio davanti a lei: Anna, sei il mio idolo. L’atmosfera improvvisamente si sciolse. Parlarono tutto il tempo come amiche del cuore, escludendo Franco; ricordo Michael Jackson dopo il suo concerto, venne su un autobus blindato; ricordo Liz Taylor che gli portò in dono un cagnolino, sceso dall’auto, corse tra le braccia del domestico, lo leccò e di Franco non volle saperne. Ma le serate più belle furono quelle d’estate a Positano».

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