Il polacco non smentisce la sua natura, va assunto a piccole dosi. L’unica luce ieri l’assist a Lautaro. Poi il nulla e un rigore sbagliato

L’Inter di Simone Inzaghi batte il Feyenoord 2-0 grazie ai gol di Thuram e Lautaro Martinez. Tuttavia il punteggio poteva anche essere di 3-0 se Zielinski non avesse fallito il calcio di rigore procurato da Thuram. Un 2-0 che mette in una posizione di vantaggio l’Inter ma non mette al sicuro la qualificazione ai quarti.
L’errore di Zielinski che ha tirato un ciabatta al de Kuip non è piaciuto allo studio di Sky nel post partita. Soprattutto Fabio Capello che non ha risparmiato critiche all’ex centrocampista del Napoli, supportato da un grande rigorista come Alessandro Del Piero.
«Purtroppo rigore tirato non bene, – ha sottolineato l’ex ct dell’Inghilterra, commentando l’episodio che avrebbe potuto chiudere partita e qualificazione – il portiere si è mosso molto prima. Come diceva Alex, che è uno specialista, devi guardare il portiere se sei il rigorista».
Infatti Del Piero aveva già aggiunto: «Sguardo al portiere? Da uno come Zielinski me lo aspetterei…».
Zielinski è perfetto per l’Inter: un giorno sembra De Bruyne, un altro non becca palla
C’è l’ufficialità di Piotr Zielinski all’Inter. Ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2028. Noi qui vorremmo fornire agli interisti un foglietto di avvertenze, un bugiardino di Zielinski il centrocampista classe 1994 che gli interisti (e forse lo stesso Inzaghi) considera il sostituto ideale, l’alter ego, di Mkhitaryan. I due sono la perfetta copia dell’altra. Corsa? Poca, quasi inesistente. Tecnica? Tanta. Voglia? Si, ma niente di serio. Calciatori che decidono loro quando giocare e mettere i compagni davanti la porta.
Ecco, Zielinski – cui noi a Napoli saremo sempre grati – è perfetto per l’Inter, soprattutto per la pazza Inter. Quella definizione che Conte non tollerava. Il talento del polacco è ormai noto. Una tecnica sopraffina, da rimanere a bocca aperta, che però si accende come quei lumi collegati con un filo difettoso: quando vogliono loro. Un giorno Piotr sarà De Bruyne, farà innamorare il popolo di San Siro che tornerà a casa pensando che il prossimo figlio lo chiameranno Piotr.
Poi, però, la partita successiva, quel lume non si accenderà mai. Vagherà per il campo come se fosse accaduto qualcosa. Come se avesse ricevuto una brutta notizia proprio pochi minuti prima della partita. Come se avesse subito una delusione bruciante. È la normalità. Magari due partite dopo toglierà la ragnatela all’incrocio dei pali con un sinistro al volo. Sarà sempre così. Se uno conoscesse il calendario delle accensioni del lume, sarebbe perfetto. Magari Inzaghi e Marotta potrebbero rivolgersi a un uomo in grado indovinare il futuro. Oppure magari a un elettricista.
Al Napolista tante volte abbiamo gioito ma abbiamo anche penato per le giocate del polacco. Nell’ultima stagione, sono state più le imprecazioni. Come contro il Torino quando nelle pagelle Ilaria Puglia e Francesco d’Esposito scrissero:
Per lui la vita è ormai altrove. Talmente svagato che al 28’ fa da sponda a Zapatone (sul passaggio all’indietro di Lobo) nella prima occasione del Toro. Tutto questo ha un senso, Ilaria? – 4,5
Fossi in Marotta, a vederlo in campo così, mi farei restituire i soldi della trattativa. Inguardabile, soprattutto quando tira via la gamba nei contrasti – 4
Ma già allora Zielinski era un calciatore dell’Inter. Si aspettava solo la fine del contratto con il Napoli. Un esempio, ma potrebbero essercene tanti altri. Chi ha visto le partite del Napoli, chi tifa Napoli, sa quanto Zielinski possa essere croce e delizia. Dipende solo da lui, se ha voglia o meno.
Tenendo fede a quanto abbiamo scritto all’inizio: assumere a piccole dosi, non sempre efficace. Non ha particolari controindicazioni, tranne una: non mantiene le promesse. Ma non per colpa sua. È la sua natura.