Napoli-Inter ha invertito l’inerzia emotiva. “Se vogliamo, possiamo”. Conte ha finalmente interrotto la narrazione depressiva. Ma non alteriamo la realtà

Okafor segnerà il gol scudetto ma vedere Kvaratskhelia giocare col Psg è dura
C’è un detto napoletano che recita: o uno o novanta. Che vuol dire che si passa troppo rapidamente da un eccesso all’altro. Il finale di Napoli-Inter (match che il Napoli stava perdendo fino al minuto 87 e che ha allungato la striscia di gare del Napoli senza vittoria) ha modificato l’inerzia emotiva della squadra e della piazza. La scampata morte (la sconfitta contro l’Inter avrebbe significato addio scudetto e crisi conclamata) ha spinto Antonio Conte a dire finalmente addio alla narrazione depressiva che si era impossessato di lui dopo l’oscuro (nel senso di tenebra) mercato invernale. Era ora, deprimere l’ambiente non serviva a nulla. Da Conte ci aspettiamo altro. Ci aspettiamo che faccia il condottiero.
Detto questo, Conte lo comprendiamo anche. Andare a dormire con Kvaratskhelia e risvegliarsi con Okafor persino sovrappeso, è una scena che non augureremmo nemmeno a Simone Inzaghi figuriamoci all’allenatore del Napoli. La rete di Billing (arrivato in prestito) ha riportato l’ambiente Napoli alla vita. La prognosi è ancora riservata ma ci sono miglioramenti. Ora però è giusto fare un po’ di debunking sulle approssimazioni che sempre più spesso ci tocca ascoltare in zona vesuviana. Come ad esempio che Kvaratskhelia aveva perso il posto per Neres. Siamo quasi al livello di chi non sa che Piripicchio è figlio di Uragano e Apocalisse. Del resto non serve uno sforzo sovrumano, basta consultare qualche sito con i tabellini o direttamente Transfermarkt. Kvara non ha giocato più per quell’infortunio a metà tra un problema fisico e ambientale, nel senso che era con la valigia sull’uscio della porta. Sennò tra Kvaratskhelia e Neres la questione non si pone, con tutto il rispetto per l’ottimo Neres. Non decliniamo nemmeno il discorso con Okafor.
Okafor e le aspettative basse
Okafor segnerà il gol scudetto a Parma, e noi ci tatueremo il suo volto ovunque. È già scritto e noi non vediamo l’ora di leggerlo. Okafor è la luce degli occhi di tutti i tifosi del Napoli. Però esaltarsi per uno scatto e un cross ci sembra troppo. Il vantaggio non da poco della punta svizzera è che le aspettative si sono abbassate considerevolmente. Quindi vederlo scattare senza avventurarsi in dribbling alla Ngonge ci sembra una grande conquista. E va benissimo viverla così. Le aspettative basse sono il sale della vita, ben più dell’ottimismo.
Però non facciamo adirare il dio del calcio. Anche perché, fino a prova contraria, è Kvaratskhelia che il Psg ha voluto. Non Okafor. Non Neres. Il Napoli è in lotta per lo scudetto. “Se vogliamo, possiamo”. È la nuova scritta in esergo del Napolista. Ciò detto, vogliamo incolpare quelli cui ieri sera, mentre guardavano Kvara giocare con la maglia del Psg in Champions contro il Liverpool, si sono ritrovati con la lacrima? Non possiamo. Kvara che ondeggia, provoca scombussolamenti e quella nostalgia canaglia di albanrominiana memoria.
Quindi: “si può fare” per dirla come in Frankenstein junior. Ma restiamo alla realtà.