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Conceiçao: «C’è stata cattiveria nei miei confronti, al Milan grossi problemi d’ambiente e mentalità»

In conferenza: «Ibrahimovic e Moncada cercano di fare il meglio per la squadra. Dobbiamo concentrarci sul campo, da fuori sono liberi di giudicarci: Sacchi mi elogiava e ora mi massacra».

Conceiçao: «C’è stata cattiveria nei miei confronti, al Milan grossi problemi d’ambiente e mentalità»
Mg Milano 02/02/2024 - campionato di calcio serie A / Milan-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Sergio Conceicao-Rafael Leao

Sergio Conceiçao, tecnico del Milan, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Lecce.

Conceiçao: «C’è stata cattiveria nei miei confronti, al Milan ci sono grossi problemi d’ambiente e mentalità»

Siamo un po’ tutti disorientati da ciò che è uscito nella serata di ieri

«Mi dispiace di tutta questa situazione. Voglio capirne di più anche nelle sedi legali. Non si capisce ciò che mi ha fatto questo collaboratore [Gazzetta: Francisco Empis, che ha annunciato da poco le dimissioni], non so se per cattiveria o se pagato da qualcuno. Un giornalista mi ha mandato uno screen dei punti che lui ha mandato, lo ha fatto sicuramente per cattiveria. Mi dispiace per tutti, anche per chi lavora qua al Milan. Noi siamo qua tutti i giorni, Ibra e Moncada sono qui tutti i giorni, parliamo con la squadra, abbiamo lavorato in una settimana pulita. Dal Porto sono uscito in una situazione non bella e non ho ancora mai parlato di quello che mi successe lì; figuriamoci se qua, quando ancora non sono andato via, mi metto a parlare di ciò che succede. Si dovrà rispondere nelle sedi legali».

Che settimana è stata?

«E’ stato importante lavorare con tutti i giocatori, perché fino ad ora non c’era mai stato tempo. Se uno gioca nel Milan e non ha voglia, allora già non va bene. Quindi qua non si deve parlare di voglia, quella viene già indossando questa maglia. Poi in allenamento io vedo chi mi dà più garanzie per iniziare la partita. Tutti mi hanno dato buone risposte, poi decido io».

Come si esce da questo periodo negativo?

«Con i risultati. Ci vogliono due caratteristiche importanti: lavorare al massimo facendo di più come squadra e limitare gli errori, la sfortuna che abbiamo in partita. Non c’è altra strada se non lavorare. Non si deve credere tanto per, ma credere per fare».

C’è ancora modo di raggiungere la Champions?

«Da quando sono arrivato qua ci sono state partite decisive. Non dobbiamo pensare troppo in là: abbiamo 13 partite sicure, 11 in campionato e le due in Coppa Italia. Sentendo le dichiarazioni di Inzaghi, ha detto che possono fare il triplete, ma noi possiamo vincerne due anche in una stagione negativa».

Vede nei suoi giocatori voglia di reazione?

«Sì si, la voglia la vedo. Sono convinto che tutti siano molto vogliosi. Dopo Riyad, abbiamo perso energia con il pari con il Cagliari. Fino a Zagabria avevamo un’ottima media punti, poi troppi errori, episodi e errori miei. Nelle due partite col Feyenoord c’è stata un po’ di sfortuna, a livello di mentalità sembravamo essere un po’ più sereni, ma anche alcune decisioni sono al limite: tante volte l’arbitro non ammonisce sulle simulazioni, Theo è stato espulso. Abbiamo perso l’anima e non la dobbiamo perdere, altrimenti cadiamo in un buco nero. So che sono parole, ma a me costa, costa come ai tifosi. Mi costa stare qua a parlare con voi. L’Arsenal ha battuto 1-7 il Psv e l’anno scorso col Porto ci ho perso solo ai rigori. Non è che da un giorno all’altro non capisco di calcio, non è che sono arrivato dal niente. Io devo giustificare tutti i giorni il perché devo essere l’allenatore del Milan. Voi lo sapete che qua ci sono problemi grandissimi: a livello di ambiente e di mentalità. Ma l’unica soluzione è vincere. La settimana è stata molto buona a livello di lavoro, ma questo non vuol dire che domani vai a Lecce e vinci. Non bisogna guardare indietro, ma avanti».

Gli undici di domani?

Conceiçao: «Sono il primo che non voglio perdere: sarei masochista se mettessi una squadra che io penso non sia la migliore per vincere la partita. Poi ci sono altri momenti, ci sono 90 e più minuti, c’è questa gestione da fare e mi pagano per questo. Io scelgo in base alla forma dei giocatori, ad esempio uno ha tanta qualità e fisicamente non è a posto o in allenamento non mi dà le sensazioni giuste. Non è che hanno firmato per giocare sempre, gioca chi mi dà più garanzie. Pagano i leader domani? Sono io il leader, sono io che pago». 

Come sta Gimenez?

«Sta lavorando. Arriva in un campionato non facile, l’Eredivisie è proprio diversa. Serve un periodo di adattamento».

Quanto manca per vedere il Milan che vuole lei tatticamente?

«Si sta lavorando. In questo momento non voglio entrare nello specifico. Giampaolo sarebbe contento se dicessi qualcosa del genere. Stiamo lavorando, la settimana è stata importante per le dinamiche che vogliamo quando abbiamo e non abbiamo la palla».

Tutti gli errori sono conseguenza del clima?

«Noi cerchiamo di tranquillizzare i giocatori. Non è che se le cose non vanno bene dobbiamo reagire con poca intelligenza. Quest’anno l’ambiente dall’inizio non è bellissimo, noi dobbiamo concentrarci su cosa possiamo controllare: la prestazione. I giocatori devono avere questa responsabilità. Ci sono momenti di una squadra che molti cercano di fare il passo giusto ma comunque non succede».

Cosa ha sbagliato Conceiçao?

Conceiçao: «Ho sbagliato come sbagliano tutti gli allenatori. Nei principi e di una dinamica di squadra ho le mie caratteristiche personali, quello che faccio lo faccio pensando al meglio. In questo percorso che ho avuto ci sono state più soddisfazioni che cose negative. Fuori dal gioco io e il mio staff abbiamo le nostre dinamiche, sono dinamiche dove il rispetto tra loro, tra lo staff tecnico e loro, tra loro e chi lavora qua è importante. Sono cose che dico anche ai miei figli. Come campo dico che è stata la prima settimana di lavoro sul campo che ho avuto a disposizione. Io provo a sbagliare il meno possibile. Un’esperienza così, anche nei momenti difficili, ti fa crescere».

Dall’interno come state vivendo questa situazione?

«Cerchiamo di essere molto concentrati sul lavoro. Zlatan e Moncada sono tutti i giorni qua per fare il meglio per la squadra. Dobbiamo concentrarci su quello che possiamo controllare, fuori sono liberi di giudicare. Qualcuno è stato anche il mio allenatore… Sacchi due mesi fa ha detto che ero un signor allenatore, oggi mi massacra tutti i giorni. Lui ha avuto grandissimi campioni ed ha vinto, gli ho anche mandato un messaggio e non mi ha risposto. Viviamo del momento, c’è grande rispetto, le persone possono dire quello che vogliono».

Cosa ha notato in questi due mesi sui giocatori più rappresentativi che spesso hanno deluso?

«Ci sono due cose. L’allenatore con i giocatori e Sergio Conceiçao con Leao, Theo e Maignan. La persona è una cosa, l’allenatore è un’altra. L’ha detto anche un grandissimo come Ancelotti. Come persone sono grandissime persone, come professionisti hanno alti e bassi come tutti. Sono giocatori che hanno dimostrato che qua al Milan possono fare la differenza perché hanno una qualità enorme». 

Dopo Zagabria disse che mancava la base: è una situazione irrecuperabile?

Conceiçao: «A Zagabria abbiamo preso un gol che succede poche volte, poi c’è stata l’espulsione di Musah e abbiamo anche pareggiato. La base di cui parlavo era l’ambizione che ci portava direttamente agli ottavi di finale. Io sono appassionato, vivo le cose in questo modo. Anche se vinco non ho un sorriso pieno, la vivo così tutti i giorni. Sono fatto così, è il mio carattere. Ho 50 anni, è difficile che cambierò. Neanche quando giocavo con i miei figli ero tranquillo, figuriamoci ora. È il mio modo di vivere le cose come allenatore. Questa base è avere questo atteggiamento e voglia di migliorare. La vedo? Sì, è chiaro. Altrimenti che ci stavo a fare qua. È difficile da spiegare. Contro la Lazio i primi 15 minuti sono stati bruttissimi, ma non era stanchezza. L’ambiente era difficile per i giocatori. Devo stare con la mia squadra, con i miei giocatori e dargli gioia in un momento difficile. Come uomini e come persone a volte guadagniamo qualcosa in più se pensiamo alle cose positive».

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