ilNapolista

Milan, l’agente di Gabbia: «Deve sempre convincere gli allenatori mentre gli altri arrivano e hanno la maglia»

A Radio Sportiva: «Ha dimostrato di essere da Milan e di avere gli atteggiamenti da giocatore del Milan»

Milan, l’agente di Gabbia: «Deve sempre convincere gli allenatori mentre gli altri arrivano e hanno la maglia»
Db Milano 11/02/2024 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Khvicha Kvaratskhelia-Matteo Gabbia

Il Milan è pronto ad implodere. Basta una scintilla a far detonare un vero e proprio ordigno. Tuttavia nessuno in casa Milan sembra intenzionato a rasserenare gli animi. Ultimo l’agente di Gabbia, Tullio Tinti, che ha radio sportiva si è lamentato della scarsa considerazione riservata al proprio assistito.

«Ha dimostrato di essere da Milan e di avere gli atteggiamenti da giocatore del Milan – ha tuonato Tinti a Radio Sportiva -. Essendo italiano deve sempre convincere gli allenatori mentre gli altri arrivano e gli danno la maglia».

Gli uomini di Conceiçao attaccano il Milan, lui smentisce ma serve a poco

Il Milan è una polveriera. Ogni giorno ne accade una. Ieri gli uomini dell’entourage di Conceiçao hanno attaccato il club con accuse circostanziate, il tecnico sarebbe stato lasciato solo. In serata l’allenatore ha smentito ma pochi ci credono, le accuse erano molto circostanziate.

Scrive il Corriere della Sera:

Mentre negli Stati Uniti il Milan tentava di compattarsi (con l’incontro a New York tra l’ad Giorgio Furlani, il proprietario Gerry Cardinale e molti interlocutori all’interno di Redbird), a Milano è scoppiato il giallo legato al malumore di Sergio Conceicao.

Un j’accuse lungo e articolato diffuso da persone vicine all’allenatore e che lo rappresentano, e ridimensionato dal diretto interessato in tarda serata. Il cahier de doléances del tecnico portoghese si incentra sulle difficoltà incontrate nella gestione quotidiana di Milanello.

Le accuse circostanziate da parte dell’entourage di Conceiçao

Nonostante anche ieri ci fosse Geoffrey Moncada al centro sportivo, l’allenatore (sostengono i suoi portavoce) ritiene di non ricevere sufficiente supporto dalla società: trova poco rispettoso non aver mai incontrato o non aver mai avuto un colloquio con il proprietario, Gerry Cardinale. Riferiscono che si senta spaesato non comprendendo come funziona la catena di comando rossonera e chi abbia responsabilità sulla gestione della prima squadra. Trovandosi perciò spesso solo a vestire i panni del sergente di ferro, invocherebbe quel manager che vesta i panni del poliziotto cattivo nelle relazioni con i calciatori. Del resto, non si sottrae nel puntare l’indice contro alcuni degli elementi più di spicco della rosa che nonostante il talento invece di trascinare il gruppo non garantiscono il necessario impegno.

In serata la presa di distanza d’ufficio da questa ricostruzione (che resta però verosimile). 

ilnapolista © riproduzione riservata