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Juventus, Giuntoli si è fatto terra bruciata attorno. “Usa” Motta per nascondere i suo disastri (Il Giornale)

L’ideale per Giuntoli sarebbe trascinarsi con Motta fino a fine stagione e poi dare in pasto ai tifosi il suo scalpo. E provare a salvarsi

Juventus, Giuntoli si è fatto terra bruciata attorno. “Usa” Motta per nascondere i suo disastri (Il Giornale)
Mg Milano 02/12/2022 - Gran Gala' del Calcio Aic 2024 / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Cristiano Giuntoli

Juventus, Giuntoli si è fatto terra bruciata attorno. “Usa” Motta per nascondere i suoi disastri (Il Giornale)

Sul Giornale un ottimo articolo di Davide Pisoni, comincia a emergere chi è il reale responsabile del disastro Juventus: Cristiano Giuntoli.

Scrive Il Giornale:

Le ultime danno un Francesco Calvo che sarebbe finito ai margini. Cristiano Giuntoli ha al suo fianco l’ad Maurizio Scanavino, per il resto solo gli amici fedelissimi, dopo che attorno si è fatto terra bruciata dalla Continassa a Vinovo. Con Thiago Motta i rapporti sarebbero ai minimi storici. Il più banale degli scaricabarile. E se domenica a Firenze dovesse arrivare l’ennesima figuraccia, che fare? L’esonero è sul tavolo, ma la figura di un traghettatore non convince fino in fondo in piena corsa al quarto posto: l’ideale per Giuntoli sarebbe trascinarsi con Motta fino a fine stagione e poi dare in pasto ai tifosi il suo scalpo. Il dirigente farebbe così ricadere tutto sul tecnico, «nascondendo»le sue responsabilità per le disastrose sessioni di mercato. Sacrificare Motta a campionato in corso significherebbe invece finire in prima linea davanti al plotone d’esecuzione in caso di fallimento (mancata qualificazione alla Champions) un anno dopo il caso Allegri. E il ds non avrebbe più carte da giocare. 

Thiago Motta e Giuntoli si dimettano, non c’entrano niente con la Juventus (Il Napolista – di Giuseppe Alberto Falci)

La Juve è stata umiliata, ha toccato il fondo, è fuori da tutto e non raccontiamoci la favola del quarto posto perché questo scenario non dovrebbe essere preso come riferimento dalla squadra più titolata d’Italia.

Thiago Motta non ha alternative, deve semplicemente rassegnare le dimissioni. Ci auguriamo che la notte porterà consiglio e che la sconfitta segni definitivamente l’esperienza dell’italobrasiliano sulla panchina della Juventus. E lo stesso possa fare Cristiano Giuntoli, il regista dell’operazione Thiago e l’autore di un mercato che è stato un flop.

Non era difficile comprendere che sarebbe stata una disfatta. Chi conosce la Juve lo diceva a bassa voce da tempo ma è stato inascoltato. Di più: è stato considerato un nemico della Juventus.

Era insomma tutto scritto. E lo si sapeva da maggio scorso quando è stato cacciato Massimiliano Allegri. L’uscita di scena del tecnico livornese è stato il più grande errore commesso negli ultimi cinque anni perché Max ha capito più di altri cosa significhi la Juventus e la sua storia. Allegri incarnava nella stessa persona il ruolo di guida tecnica ma anche di dirigente ombra nel vuoto societario che si era creato.

In questo contesto si è arrivati a Thiago Motta, l’allenatore politicamente corretto che avrebbe dovuto far compiere il salto di qualità a Madama nel segno del giochismo. Arrivato in pompa magna, l’ideologismo di Thiago fin da subito è risultato incompatibile con l’ambiente Juve. Gli errori sono stati dunque diversi e reiterati: la fascia di capitano mobile, la gestione di Vlahovic, l’allontanamento dei giocatori con leadership, una comunicazione poco comprensibile.

Sia come sia, adesso non serve nuovamente dividersi in allegriani e anti-allegriani. Qui urge solo una reazione da Juve. Che significa ripartire da una serie certezze: restituire la Vecchia Signora a chi conosce il Dna bianconero, a chi non snatura la storia della squadra che fu di Gianni Agnelli. Raccontano che Giorgio Chiellini sia stato tenuto lontano dallo spogliatoio. Chiello ha tutti i requisiti per rivestire il ruolo di Team Manager, di anello tra lo spogliatoio e la società. Già, la società. Una società che è guidata da circa due anni da un governo tecnico – voluto dalla proprietà – che è stato utile dopo la tempesta delle plusvalenze. Ma chi conosce la politica è consapevole che gli esecutivi tecnici siano funzionali all’emergenza, dopodiché devono essere sostituiti da chi è legittimato dall’elettorato, in questo caso rappresentato dalla tifoseria. Già, i tifosi. I tifosi sognano alla presidenza Alessandro Del Piero, Michel Platini o al più il ritorno di Andrea Agnelli. E come allenatore un tecnico che riparta il motto bonipertiano: vincere è l’unica cosa che conta. La rivoluzione o ricostruzione passa da qui. Parola di juventino vero.

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