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Conte: «Il sondaggio di Tuttosport? Non ho nulla da dire, ne prendo atto. Sono giochi mediatici»

In conferenza: «Non devo rispondere a niente e a nessuno». Per Tuttosport il 54% degli juventini lo vorrebbe il prossimo anno sulla panchina bianconera

Conte: «Il sondaggio di Tuttosport? Non ho nulla da dire, ne prendo atto. Sono giochi mediatici»

Antonio Conte interviene in conferenza stampa in presentazione di Venezia-Napoli a partire dalle 14:30 a Castel Volturno.

Il tecnico del Napoli dovrà sciogliere le ultime riserve sulla formazione, rispondendo come di consueto alle domande della stampa. Come riportato da Sky Sport, dovrebbe ancora non essere della partita David Neres, che il tecnico vuole reinserire solo quando sarà al 100%.

Alla domanda sul sondaggio di Tuttosport (il 54% degli juventini vuole lui come prossimo allenatore dei bianconeri), risponde dicendo che non ha nulla da dire, che sono giochi mediatici. Ma non dice che resterà a Napoli.

Conte: «Mi aspetto di più da Lukaku»

Di seguito le dichiarazioni del mister:

Chi recupera degli infortunati?

«Mazzocchi e Anguissa sono convocati, Neres lo rivedremo dopo la sosta»

Sul Venezia:

«Tutte le partite in Serie A sono complesse, basta aver visto Inter-Monza. Noi affrontiamo un Venezia in salute che vorrà giocarsi le sue carte per la salvezza, servirà una grande gara da parte dei miei»

Sullo Scudetto e le 10 finali:

«Vi ho sempre abituati a guardare partita dopo partita con i paraocchi, non ci facciamo condizionare da ciò che succede intorno e dobbiamo solo proseguire su questa strada»

Su Lukaku:

«Avere qualcuno accanto può togliergli qualche peso nella gestione del ruolo da prima punta. Detto questo, da Romelu mi aspetto di più. Deve confermare quello che ha fatto nelle ultime due partite e fare anche di più, così come tutti gli altri»

Cosa conta di più in queste ultime giornate?

«Sono sicuro che il fatto di aver potuto allenare questi ragazzi tutta la settimana sicuramente ci ha aiutati molto quest’anno, o altrimenti sarebbe stata molto dura sotto tutti i punti di vista. Anche nelle difficoltà e nelle situazioni che si sono create siamo stati bravi a riuscire a trovare comunque una soluzione. Ora mancano dieci partite, ci arriviamo sicuramente con un bagaglio tattico ben assortito, conterà tutto. Però ripeto, io non guardo alle prossime 10 ma solo al Venezia, che per noi dev’essere una finale dei Mondiali. Dovremo essere più bravi di loro e avere più fame, sapendo che il Venezia tenterà di rubarci l’idea. Ho studiato tutte le squadre che hanno giocato lì e tutte le difficoltà che hanno avuto: dobbiamo dimostrare maturità e che siamo sul pezzo»

Sulla Nazionale:

«Sicuramente se possiamo dare una mano a Spalletti e alla Nazionale dando loro dei nostri calciatori è un motivo di soddisfazione e orgoglio. Diciamo che Meret, Di Lorenzo, Buongiorno e Raspadori erano già stati convocati, penso che Politano sia stato richiamato grazie al bel campionato che sta facendo ma pure da lui mi aspetto di più in questo finale, lui lo sa benissimo»

Su Tuttosport i tifosi della Juventus preferirebbero avere Conte:

«Non devo rispondere a niente e a nessuno. Sono giochi mediatici ed in Italia è un’arte. Qualsiasi risposta io dessi creerei qualche cosa, quindi non ho niente da dire. Ne prendo atto»

È più complesso preparare una partita con l’Inter o con il Venezia? I calciatori hanno sentito il terremoto?

«Quando sei nell’ultimo terzo di campionato, ogni partita diventa più difficile da giocare perché si intravedono gli obiettivi, quelli per cui ogni club è partito a inizio stagione e quindi lo stress diventa più alto come la tensione. Giocare contro una squadra forte o con una squadra che ha obiettivi diversi diventa praticamente la stessa cosa. Tutto dipende da noi, quello che dico sempre è che le partite si possono anche perdere, ma solo e soltanto se gli altri dimostrano sul campo di essere superiori a noi tecnicamente e tatticamente. Non voglio che siamo mai sconfitti sul campo sul desiderio e sulla voglia di vincere la partita. Terremoto? Ci sono queste scosse, io non ne ho sentita neanche una sinceramente. Mi ha chiamato mia moglie di notte quando è successo, speriamo che si tratti sempre di un assestamento visto che si tratta di eventi che ci sono sempre stati, ci auguriamo di poter stare tutti sereni»

Uno dei suoi obiettivi è che i giocatori la mettano in difficoltà per essere scelti: che soddisfazione è per lei aver lavorato profondamente sul gruppo?

«Sicuramente per noi è stato fondamentale tenere vivo l’intero gruppo, perché comunque sia per la quantità dei giocatori che per le situazioni che si sono verificate c’era bisogno di mantenerlo vivo. In effetti, poi, come capita chiaramente in tutti gli anni alcuni infortuni sono stati sostituiti in maniera adeguata. Di questo va dato merito sicuramente ai calciatori che non hanno mai mollato e si sono sempre fatti trovare pronti. Io ho fatto il calciatore e so benissimo cosa significa stare in panchina e non essere protagonista: puoi mollare qualcosa a livello mentale e anche come autostima. Quindi il primo plauso va ai calciatori, poi allo staff che ha lavorato nella giusta maniera perché non è neanche semplice allenare quelli che giocano meno, riuscendo a convincerli ad entrare e dare il meglio. Abbiamo ricevuto grande disponibilità dai ragazzi e ora stanno giocando un ruolo da protagonisti, ma il calcio è questo: oggi è il momento tuo, ma se domani non sei bravo qualcun altro ti prende il posto e sfrutta il suo momento»

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