Più Kolo Muani non segna e più l’ombra del bomber del Napoli si ingrandisce dalle parti della Continassa. Ma senza Champions, niente Osimhen

Si parla più di Conte o di Osimhen alla Juventus? Oggi vince Victor (è di nuova sulla Gazzetta)
La domanda sorge spontanea. Oggi vince Osimhen. Victor è sulla Gazzetta dello Sport che ribadisce il sogno di Giuntoli di portare il nigeriano del Napoli a Torino. Quel che la Gazzetta non scrive è che è tutto da vedere che tra qualche settimana l’area tecnica sarà diretta da Cristiano Giuntoli: alle porte potrebbe esserci un brusco e pesante ridimensionamento del direttore sportivo che ha messo la firma su una delle campagne acquisti più fallimentari del club bianconero.
Intanto oggi la Gazzetta scrive che Osimhen resta il candidato numero uno per l’attacco juventino del prossimo anno, dimenticando che ha una clausola di 75 milioni valida per solo per l’estero. Scrive la Gazza:
Un prestito bis di Randal (Kolo Muani, ndr) dipenderà dalla volontà del Psg e anche dal finale di stagione del connazionale di Mbappé. Kolo Muani non esclude Victor Osimhen, il pupillo del dt Cristiano Giuntoli, però più il transalpino digiuna e più l’ombra del bomber del Napoli (attualmente in prestito al Galatasaray) si ingrandisce dalle parti della Continassa. Non è ancora tempo di trattative con il club azzurro, ma muoversi in anticipo spesso aiuta e gli uomini mercato bianconeri hanno già incassato una disponibilità di massima da parte del nove nigeriano. Il punto di partenza per l’assalto a Osimhen è la qualificazione alla prossima Champions.
Osimhen: «Spalletti era severo negli allenamenti. Se vedeva poco impegno ci diceva: “Cancello tutto, vi faccio correre”»
Ci sono altre dichiarazioni di Victor Osimhen sul Napoli al podcast condotto da John Obi Mikel, ex centrocampista del Chelsea ed ex nazionale nigeriano.
Il centravanti è tornato sull’importante vittoria in casa della Juventus:
«Spalletti l’anno dello scudetto dormiva al centro sportivo e anche quando avevamo un grande vantaggio non voleva cali di concentrazione. Quando vincemmo 0-1 con la Juventus, al nostro ritorno tornammo e c’erano 2000 tifosi ad aspettarci. Fu incredibile. Li guardavo e mi chiedevo: ‘Ma cosa vuol dire il calcio qui?!’. Io non sarei uscito alle 3:00 del mattino per accogliere la squadra».
«Ci seguivano in scooter – continua Osimhen – ed era bello vedere quanto fossero legati a noi calciatori, non soltanto al club ed alla sua storia. Certo, andare a pranzo a Napoli non era facile: non riuscivi a mangiare, i tifosi venivano a chiedere foto o altro… Mi chiedevano pure di chiamare la nonna!».
Poi un retroscena sugli allenamenti con Spalletti:
«Spalletti era severo negli allenamenti. Se vedeva poco impegno ci diceva: “Se non combattete cancello tutto e vi faccio correre” e qualche volta è capitato davvero. Alcuni si arrabbiavano, ma alla fine lui veniva ad abbracciarci e spiegarci il motivo della sua scelta».