L’ex attaccante della Lazio: “Ora ho un lavoro di 25 ore al giorno. Se avessi giocato la quantità di partite di Cristiano Ronaldo e i suoi successi, non avrei nemmeno pensato a tutto questo”

Giocatore discreto, imprenditore fenomenale. Louis Saha, ex attaccante di Newcastle, United, Everton, Tottenham, Sunderland e con una parentesi nella Lazio, può vantare un patrimonio di 4.3 miliardi di sterline, ovvero 5 miliardi di euro.
Chi l’avrebbe mai detto che l’attaccante arrivato alla Lazio nel gennaio 2013, per sostituire l’infortunato Klose e che alla fine giocò soltanto sei partite in Serie A, sarebbe diventato un miliardario. A livello calcistico, delude parecchio le aspettative: tante panchine, appena sei presenze e un rendimento non all’altezza. Ma proprio nella Capitale, lì dove si ritirerà soltanto sei mesi dopo, inizia a maturare l’idea che lo ha reso miliardario, ovvero fondare l’AxisStars. Una piattaforma che garantisce consulenza e supporto a calciatori, atleti professionisti e artisti per permettere loro di saper valorizzare il loro presente e soprattutto il futuro.
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Cos’è e cosa fa l’AxisStars, l’azienda che ha reso Saha un miliardario
Nella bio sul sito ufficiale si legge: “È un ambiente sicuro, specificamente pensato per atleti professionisti e artisti, che unisce risorse affidabili in un’unica semplice app per facilitare il controllo e la fiducia per un futuro migliore”. Una descrizione un po’ complessa, che lo stesso Saha ha provato a semplificare: “Se un procuratore mi chiama dicendomi che c’è un calciatore di talento che vuole far approdare in un club inglese, io gli do il contatto di alcuni tecnici e fisioterapisti che conosco, i quali creeranno un piano di allenamento calibrato per il ragazzo, in modo che diventi più appetibile sul mercato inglese”.
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Insomma Saha è diventato un vero e proprio manager: “Ora ho un lavoro di 25 ore al giorno. È davvero impegnativo“. Il calcio continua a far parte della sua vita, con la partecipazione alle iniziative benefiche e ai match delle “leggende”. Più importante della passione però è stata quella necessità di riflettere e far riflettere: “Avevo bisogno di parlare, di ottenere qualcosa dal mio sistema. Ho iniziato a scriverne e ha funzionato in modo terapeutico. Era un modo per elaborare le cose, come una comunicazione”. Per questo è arrivato il libro, studiato come una fonte d’ispirazione per giovani calciatori, con consigli, prospettive e così via.
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La fortuna di Saha da certi punti di vista è stata quella di aver incontrato ostacoli molto alti nella sua carriera, in primis i guai fisici al contrario di colleghi celebri: “Ovviamente, se avessi avuto tutta la fortuna del mondo e avessi giocato la quantità di partite che Cristiano Ronaldo ha giocato, ad esempio lui non si è mai infortunato e ha ottenuto contratti migliorati a causa dei suoi successi, non avrei nemmeno pensato a tutto questo. Nella mia sfortuna, sono stato fortunato, perché ora ho visto il quadro generale e ho l’opportunità di aiutare davvero. E penso di sentirmi più eccitato come imprenditore di quanto non lo sia sul campo. Mi è piaciuto molto essere un calciatore, ed è stato molto naturale giocare, ma questa è una vera sfida. È un processo difficile ma è così gratificante, perché se posso aiutare 100.000 persone, è la cosa migliore che abbia mai fatto”