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Se non fosse per i 41 punti di differenza in classifica, Napoli e Venezia sembrano sullo stesso piano (Corsera)

Il Napoli non ha giocato la partita come una finale mondiale. È stato piuttosto il solito Napoli a due facce: energico nel primo tempo, svuotato nella ripresa

Se non fosse per i 41 punti di differenza in classifica, Napoli e Venezia sembrano sullo stesso piano (Corsera)
Venezia's Bosnian forward Mirko Mari? (R) fights for the ball with Napoli's Italian defender #04 Alessandro Buongiorno during the Italian Serie A football match between Venezia and Napoli at the Pier Luigi Penzo Stadium, on March 23, 2025 in Venice. (Photo by ANDREA PATTARO / AFP)

Se non fosse per i 41 punti di differenza in classifica, Napoli e Venezia sembrano sullo stesso piano (Corsera)

Venezia-Napoli 0-0, ecco uno stralcio del resoconto del Corriere della sera, a firma Monica Scozzafava.

Il Napoli torna a casa da Venezia con la certezza che no, non ha giocato la partita come una finale mondiale, così come invece aveva predicato Conte. È stato piuttosto il solito Napoli a due facce: quello tosto, energico del primo tempo che tiene testa nella propria trequarti al pressing altissimo della squadra di Di Francesco, sfrutta la sua qualità nel contropiede e produce le sue cinque occasioni da gol; e quello piuttosto svuotato della ripresa che invece di aggredire per infliggere il colpo del ko, sembra aspetti che l’occasione chiara e nitida piova dal cielo.

Se non fosse per i 41 punti di differenza in classifica, le due squadre sembrano sullo stesso piano. Eppure, una guarda allo scudetto, l’altra alla salvezza. 

Cinque pareggi nelle ultime 6 partite, otto gol nelle ultime sette, il successo in trasferta manca dal 18 di gennaio: i numeri hanno sempre una logica, soprattutto in chiave scudetto.

La triste verità è che il Napoli ha reso a lungo molto al di sopra delle sue reali potenzialità

Guido – Politano poi ha svolto il solito lavoro massacrante. Ma ha reso davvero poco. Risultando sistematicamente inconcludente.. In ciò coadiuvato da un Di Lorenzo insolitamente approssimativo. Insomma la catena di destra punto di forza del Napoli ha offerto una prestazione assai modesta. La coppia d’attacco invece, ed in particolare Raspadori, aveva cominciato con molta brillantezza. Salvo poi, ma ciò è vero per tutta la compagine, dissolversi nella ripresa. Certamente la soluzione non può essere rappresentata da Simeone che ancora una volta ha dimostrato che quest’anno ha divorziato dal gol.

Cesare – E qui casca l’asino. Se non segni non puoi vincere le partite e il Napoli anche quando costruisce numerose e nitide palle gol come è accaduto nel primo tempo, non riesce mai a buttarla dentro. Una parola va detta su Anguissa. Che è entrato nell’ultimo quarto d’ora e ha commesso errori di una superficialità imperdonabile. Rischiando per giochicchiare invece che giocare di condannare il Napoli alla sconfitta.

Guido – Caro mio, questo Napoli ha buoni giocatori, qualcuno addirittura ottimo. Ma nessun campione. E men che mai un fuoriclasse. E quindi non c’è – anzi non c’è più – chi nelle giornate storte può risolvere la partita con un’invenzione o un numero di alta classe. Sinceramente una squadra che in 7 partite fa 8 punti, navigando cioè al ritmo di bassa centro classifica, a nessun titolo può pensare di arrivare a vincere il campionato. Per quanto la classifica dal punto di vista numerico dica altro. La verità e che la squadra per una ventina di partite ha reso molto al di sopra delle sue potenzialità in termini di risultati. Ed oggi è tornata ai suoi valori più veri. Questa la triste realtà. Niente a che vedere con l’organico dell’Inter. Niente a che vedere con la gioiosa macchina da gol dell’Atalanta.

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