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Delneri su Thiago Motta, colleghi di disastri alla Juventus: «Torino non è Bologna, non ti danno il tempo»

Al Messaggero Veneto in qualità di esperto: «Il calcio di Motta è quello di un progetto a lungo termine. Effettivamente ora manca juventinità»

Delneri su Thiago Motta, colleghi di disastri alla Juventus: «Torino non è Bologna, non ti danno il tempo»
As Roma 23/09/2017 - campionato di calcio serie A / Roma-Udinese / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Luigi Delneri

Delneri su Thiago Motta, colleghi di disastri alla Juventus: «Torino non è Bologna, non ti danno il tempo»

La Juventus è in piena crisi, e ormai da settimane si sprecano i paragoni con le annate più deludenti della storia bianconera. Uno degli accostamenti più diffusi è quello con la stagione 2010-2011: la Vecchia Signora era guidata da Luigi Delneri ed arrivò al settimo posto in campionato, venendo inoltre eliminata in maniera prematura da tutte le coppe.

L’ex tecnico bianconero Delneri sulla crisi della Juventus

Lo stesso tecnico di origini friulane è stato intervistato dall’edizione veneta de “Il Messaggero” proprio per parlare del periodo turbolento attraversato dalla compagine più titolata di Italia. «La mia era una squadra in evoluzione, doveva essere un anno di transizione e comunque non ci furono gli investimenti fatti nella scorsa estate. Noi prima degli infortuni di Quagliarella e Iaquinta eravamo terzi in classifica. Poi qualcosa sbagliammo, questo è indiscutibile», ha affermato Delneri interrogato sul (poco ambito) accostamento.

L’ex tecnico del Chievo dei Miracoli è stato chiamato ad esprimere il suo punto di vista anche sull’operato del collega che oggi siede sulla panchina bianconera: «Alla Juve devi giocare sempre per vincere non importa dove, come e quando. Il calcio di Motta è quello di un progetto a lungo termine, fatto sulla cultura del fraseggio, ma Torino non è Bologna, in Emilia danno il tempo di sbagliare ad allenatore e giocatori, alla Juventus no».

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Una delle critiche che più ricorrono nei confronti della squadra è la mancanza di ‘juventinità’. «Beh, in effetti non ci sono giocatori di lungo corso che possono trasmettere questo senso di appartenenza che è un concetto determinante. Io avevo Del Piero e Marchisio e poi Buffon che rientrò dopo l’operazione alla schiena – ha osservato Delneri – Del Piero in società? Questo non lo so, ma io sarei favorevole. Il calcio non è fatto solo di tecnica e di tattica».

Venendo infine all’unico obiettivo ancora possibile per la Juventus, ovvero la qualificazione alla prossima Champions League, Delneri si è detto ancora fiducioso: «A patto di un cambio di rotta a cominciare dalla partita con il Genoa. I sette goal presi nelle ultime due gare sono un bel macigno e ci sarà tensione per dover fare risultato a tutti i costi».

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