In conferenza: «Per il momento nessuno al posto di Retegui. Se serve una prima punta chiamo Piccoli, se una seconda punta Baldanzi»

La conferenza stampa del ct dell’Italia, Luciano Spalletti, alla vigilia della partita di Nations League contro la Germania.
Spalletti: «Vedremo se Cambiaso e Zaccagni saranno disponibili per la seconda partita»
Ricordo di Pizzul:
«Con la sua voce riusciva a portare dentro tutti quelli che erano a casa, riusciva a fargli vivere la partita in maniera molto più diretta e più vicino. Lui aveva questa qualità nel leggere queste azioni e descriverle. Era stato un calciatore professionista di altissimo livello. Con lui che accompagnava la partita, da casa ci sembra di avere a che fare con una squadra più forte, la sua voce dava più qualità ai giocatori. Quando accelerava con la voce c’era da aspettarsi sempre qualcosa per vincere la partita. Una perdita di quelle che ricorderemo per tutta la vita».
Qualcuno al posto di Retegui:
«L’abbiamo rimandato a casa perché non ce l’avrebbe fatta, speriamo recuperi per l’Atalanta per la partita di campionato. Non ha il problema ben definito ma ha questo affaticamento e nel dubbio li mandiamo via. Per il momento non chiamo nessuno, voglio vedere come va la prima sfida, vediamo se abbiamo bisogno di una prima o di una seconda punta. Dobbiamo vedere in base ai recuperi di Zaccagni, Cambiaso. Se serve una prima punta Piccoli, se una seconda punta Baldanzi».
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Ballottaggio Ricci-Rovella:
«La Germania ha quel fascino lì, per i trascorsi, perché sono due nazionali fortissime e per la tipologia di risultati venuti fuori nel tempo, hanno dato questo fascino. Sarà una bella gara, tutte e due giocheranno per vincere, a viso aperto. Chiaro che se non saremo bravi nella gestione di alcune fai della partita dovremmo andare a rincorre sempre sarebbe molto difficile poi poterne uscire in maniera positiva. Si va a giocare la nostra gara, loro ci metteranno la qualità che hanno e saremo costretti a scegliere come starci in questa loro qualità. Poi noi vogliamo vincere. Per cui staremo a vedere. Ricci e Rovella sono un po’ diverso ma tutti e due sanno giocare a calcio, sono bravi nella gestione e nella regia della squadra. Ricci è un po’ più mezz’ala, Rovella è più mediano, più quello che quando fa questa riga per terra e vede che la gente vuole andare oltre gli viene il sangue agli occhi e diventa uno tignosissimo. Non ti ho detto chi gioca, meglio se s’aspetta anche allenamento. Ho un dubbio che ho, ne ho tanti di dubbi. Ho 23 calciatori forti, il dubbio è un po’ su tutti».
«Cambiaso e Zaccagni disponibili per la seconda? C’è questo rischio».
Tensione per la qualificazione mondiale:
«Ti ringrazio di avercelo ricordato. Fa bene ricordare le cose. Noto che sono convinti delle qualità che hanno e del tentativo di metterla in pratica. Perché mi sembrano ragazzi che riflettono su quello che devono fare. Se tu rifletti su quelli che devi fare, cresci. Se ti comporti in un modo per crescere, sicuro che cresci. Li vedo riflettere, vogliosi di mettere in pratica quello che gli viene richiesto. Con questi ragazzi ci sarà sicuramente crescita».
Le condizioni di Gatti:
«Io lo guardo in proiezione delle due partite. Dentro le due partite possono giocare tutti, poi si valuterà di giorno in giorno. Può succedere che nelle seconda faccia scelte differenti. Sarà difficile per qualcuno recuperare totalmente. Lui è un calciatore che ha delle qualità ben precise, difensore molto forte a difesa schierata. Sta mettendo roba dentro la sua qualità professionale, di accompagnare l’azione o iniziarla nella maniera giusta. Lo abbiamo riportato perché vediamo questa possibilità e capacità ad adattarsi».
Spalletti su Nagelsmann:
«Collega molto forte, lo ha fatto vedere. Quando si va a vedere la sua squadra, si vede chiaramente che è un allenatore che lavora sul campo, la squadra si comporta in base alle sue richieste. Lui il calcio d’inizio, ne ha setto o otto battuti diversamente e sono ricercati. Si vede che è una richiesta dell’allenatore. Per cui, calcio di rinvio variano, si vedono nella costruzione bassa difende e costruisce a quattro, poi passa a tre con un centrocampista che entra dentro. Gioca un calcio molto offensivo. Però lui è sicuramente dentro questo processo di crescita del gioco della Germania partito circa una decina di anni fa. Prima era più attenta alla fisicità, dopo Guardiola è stato messo dentro la qualità, la fase di possesso palla, il gioco corto. Ora è una squadra che è completa come proposta di calcio».
Gli assenti della Germania:
«In una nazionale come la Germania quali sono gli assenti? Non gioca Sané, gioca qualsiasi altro esterno tutti importanti, tutti veloci, che sanno saltare l’uomo. A metà campo gli avanzano calciatori fortissimi. Non gli manca nessuno, come a noi. Una squadra piena di qualità e proporrà il suo gioco al di là di chi manca».
L’Italia non vince con la Germania da 13 anni. Deve restituire qualcosa agli italiani di Germania?
«È vero. Abbiamo fatto anche quattro pareggi nelle ultime sei partite, ma abbiamo il dovere di essere quel sogno che tutti gli italiani hanno nel vedere giocare la Nazionale. Cioè vincere le partite ed essere una nazionale forte: noi abbiamo questo dovere qui. Ci dobbiamo portare dietro la nostra storia, nel bene e nel male, conoscere bene quello che vogliono gli italiani vedendo giocare a calcio la nostra nazionale».
Ha detto che Retegui può recuperare con l’Atalanta.
«Una puntina di roba c’è, però non è una cosa così importante. Ballano i giorni insomma».
In passato ha detto che a Retegui va portata di più la palla, mentre Kean se la porta anche da solo in area. Per queste due partite che tipo di centravanti è più utile?
«Siccome penso che verrà fuori una partita da sbattimento, da continui ribaltamenti di fronte, Kean in questo sbattimento è più adatto. Retegui lo sa fare, ma è più bravo nell’area di rigore per quello che ho visto io. Kean parte più da lontano, qualche volte riparte da metà campo e non ha bisogno di nessuno, sbatte su un paio di difensori e riesce ugualmente a concludere in porta».
Sei partite dopo gli europei: si è vista una bella Italia. È sufficiente a ritenere la squadra non più a rischio sbandamento?
«Secondo me non siamo a rischio, se non succede qualcosa di particolare. Poi ci sono delle cose e dei momenti durante le partite, che possono ribaltare totalmente la naturalezza dello scorrimento. Ma, per quello che ho visto io, non siamo a rischio».
Cambiaso non sembrava avere niente di che, potrebbe stringere i denti?
«Il fatto che sia venuto, che sia qui e che lavori giornalmente è segno che ci vuole stare. Lo riteniamo un calciatore che ama il lavoro che fa. Quando ami profondamente qualcosa poi ti viene più coraggio: lui vuole bene alla Nazionale, ci vuole stare e ha il coraggio di soffrire anche un po’ pur di portare a casa una prestazione utile per i suoi compagni».
È possibile che giochi Buongiorno in una Nazionale abbastanza napoletana?
«Nelle due partite è possibile. Anzi, quasi sicuramente giocherà Buongiorno nelle due partite».
Calafiori ha detto che la svolta è stata la partita con la Francia. È una gara simile questa con la Germania?
«Come forza, come qualità che si può prendere durante questa partita, come situazioni che ci possono far crescere, ce ne sono molte. Assomiglia molto a quella partita, ma dipende dallo storico, dal collettivo, dalla squadra avversaria, dal bello di queste sfide così emozionanti»