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Gravina: «Juventus grande malata del calcio italiano? No, è un modello ideale»

Il presidente Figc: «Contro la Germania c’è un po’ di dispiacere per il risultato, peccato per due ingenuità. Al nostro movimento manca un approccio culturale diverso»

Gravina: «Juventus grande malata del calcio italiano? No, è un modello ideale»
Db Milano 03/06/2024 - La Notte della C / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gabriele gravina

Gabriele Gravina, presidente della Figc, si è concesso alla stampa a margine dell’evento organizzato per l’inizio dei lavori del Centro Tecnico Figc in Piemonte. Il numero uno federale – che quest’oggi è stato anche a Superga per omaggiare la memoria degli Invincibili – si è soffermato su numerosi argomenti, partendo dal tema più caldo del giorno: la sconfitta della Nazionale azzurra contro la Germania nella sfida valida per i quarti della Nations League.

Le parole di Gabriele Gravina

Di seguito l’intervento completo riportato dai colleghi di Tmw:

«C’è amarezza e anche un po’ di dispiacere per il risultato, peccato per due ingenuità, ma c’è anche soddisfazione per la voglia e la determinazione dei nostri ragazzi che meritavano qualcosa in più».

C’è possibilità di ribaltare la Germania?

«La possibilità c’è sempre, ci dobbiamo credere. Vediamo domenica che tipo di reazione avranno i ragazzi».

La Juventus è la grande malata del calcio italiano.

«Vi confesso che sono stato nella sede della Juventus, è sempre molto bello perché la Juventus è un modello ideale per il calcio italiano. E’ un modello per le infrastrutture. Oggi ho toccato con mano uno stadio di avanzamento ulteriore in questo settore. Peccato per i risultati, però il nostro campionato è particolarmente avvincente, molte squadre sono attrezzate. La Juventus è lì e se la giocherà con tutte le altre fino alla fine».

Oggi è stato a Superga.

«E’ un valore che unisce, che mette insieme la storia, l’emotività. Ogni volta che si arriva a Superga c’è un tuffo al cuore che ti porta alla mente tanti fotogrammi. E riviverli fa bene a ogni dirigente».

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La Juventus sta dando pochi giocatori alla Nazionale.

«Qualcuno c’è, anche importante. E qualche giocatore che vorremmo recuperare nel più breve tempo possibile. La Juventus ha sempre dato calciatori importanti alla nostra Nazionale. Già qualcuno fa parte del nostro gruppo e ci auguriamo che la Juve continui a formare calciatori pronti per la Nazionale».

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto in Europa? Alcune sono uscite, ne sono rimaste solo tre, una per competizione.

«Mi dispiace in modo particolare per il Bologna, perché due-tre settimane dopo avrebbe potuto dare un messaggio forte al calcio europeo. Sono particolarmente ottimista. Mi dispiacerebbe se non riusciremo a confermare le cinque squadre in Champions League».

Sul Centro Tecnico Figc in Piemonte.

«Ho ringraziato il sindaco e la Lega nazionale dilettanti, abbiamo raccolto le risorse per far sì che questo centro possa essere realizzato. C’è fame di strutture in Italia».

Secondo lei un giorno una donna potrà ricoprire le massime cariche del calcio italiano?

«Non abbiamo nessuna forma di preclusione, siamo aperti a qualunque forma di esercizio della democrazia. Il neopresidente del Cio ha avuto un consenso importante ed è giusto che sia nel suo ruolo».

Cosa manca all’Italia per colmare il gap verso le big d’Europa?

«L’Italia ha già dimostrato di essere una delle primissime nel ranking, eravamo secondi e ora siamo terzi. Ce la giochiamo alla pari. C’è un’evoluzione nel calcio italiano. Manca un approccio culturale diverso. Dobbiamo credere di più nei nostri talenti, offrendo loro l’opportunità di poter essere utilizzati ancor di più».

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