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Neres: «Conte? Ho corso più in sei mesi con lui che in tutta la mia carriera» (Corsera)

«In un’amichevole non mi ero impegnato, lui mi parlò in maniera chiara e diretta. Mi è servito. Il più forte? Lukaku, leader in campo e nello spogliatoio»

Neres: «Conte? Ho corso più in sei mesi con lui che in tutta la mia carriera» (Corsera)
Ni Napoli 26/09/2024 - Coppa Italia / Napoli-Palermo / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: esultanza gol David Neres

Neres: «Conte? Ho corso più in sei mesi con lui che in tutta la mia carriera» (Corsera)

Il Corriere della Sera, con Monica Scozzafava, intervista David Neres.

Neres, perché non sorride mai?
«Le telecamere mi mettono a disagio. Poi sono timido con chi non conosco».

Che allenatore è Conte? (Sgrana gli occhi e ride)
«Molto simpatico! Sono serio: pretende tanto da ogni giocatore. Per me è perfetto perché quando un allenatore non è esigente tendo a rilassarmi. Tira fuori il massimo, ti stimola, ti motiva come nessuno. E ti rimprovera anche, mi è successo dopo due settimane che ero qui».

Ce lo racconta?
«Avevamo fatto un’amichevole e diciamo che non mi ero impegnato, mi chiamò da parte in maniera chiara e diretta. In quel momento capii bene però chi avessi di fronte e come dovevo comportarmi. Mi è servito».

È vero quello che si dice sui suoi allenamenti durissimi?
«Sono i più duri che abbia mai fatto. Ho corso di più in questi 6 mesi che nel resto della mia carriera finora».

Il compagno di squadra più forte.
«Lukaku, leader in campo e nello spogliatoio. Poi Lobotka, prezioso per noi».

È lei l’erede di Kvara?
«Io sono David Neres, nato a San Paolo cresciuto col mito di Messi e Ronaldinho. Kvara è un top player. Uno di quei giocatori fondamentali per un club. Come persona e come amico mi è dispiaciuto sia andato via». 

Un pregio e un difetto di Conte.
«Per carità… Mi piace tutto di lui! Tira fuori la versione migliore di me».

Neres, l’impatto con Napoli fu pessimo: rapinato, non disse nulla, non screditò nessuno (gennaio 2025)

Il Corriere della Sera, con Monica Scozzafava, guarda più da vicino David Neres. Ora che ha raccolto l’eredità di Kvaratskhelia con ottimi risultati, anche migliori delle aspettativa, tutti sono un po’ curiosi di conoscerlo meglio. Per capire che persona è il brasiliano, bastano poche parole. Proprio come lui, un ragazzo taciturno che in campo mostra tutta la sua bellezza. Non sollevò un polverone nemmeno quando arrivò a Napoli e lo rapinarono.

Scrive il CorSera:

Il brasiliano, esterno del Napoli, continua a dirne pochissime di parole, è in campo che esalta tutta la sua fantasia con giocate imprevedibili e mai banali. Neres è diverso come caratteristiche dagli altri: lucido, razionale, domina gli spazi, sa quando accelerare, frenare, sterzare, non va mai in orizzontale.

“A Napoli si sarebbe giocato il posto con Politano, non prevedendo, almeno per questa stagione, che dovesse raccogliere l’eredità di Kvara. Il destino a Neres ha giocato scherzi bellissimi, ma anche brutte sorprese. Non si è abbattuto, né esaltato più di tanto. L’espressione enigmatica racconta tanto di un ragazzo, 28 anni a marzo, che quando lascia la comfort zone del Brasile per l’Europa destinazione Olanda — ne aveva 20 — conquista il c.t. del Brasile Tite che lo chiama personalmente per convocarlo in Nazionale. Ne deve far due di telefonate, alla prima Neres non risponde perché non ha il suo numero in rubrica”. 

Quando arriva a Napoli, “l’impatto con la città non è dei migliori, a novembre di ritorno dallo stadio Maradona subisce una rapina a mano armata, gli sottraggono orologio e soldi. Non si scoraggia, fa la denuncia come un qualsiasi altro cittadino e torna a casa. Il giorno dopo, puntuale all’allenamento, non dice una parola. Non scredita nessuno. Il resto è storia di questi mesi“.

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