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A De Zerbi è rimasto un solo difensore centrale ma non vuole cambiare tatticamente il Marsiglia (L’Equipe)

Nonostante le assenze, preferisce continuare a giocare con la difesa a tre e schierare i centrocampisti in difesa

A De Zerbi è rimasto un solo difensore centrale ma non vuole cambiare tatticamente il Marsiglia (L’Equipe)
Marseille's newly recruited Italian head coach Roberto De Zerbi directs his first training session of the 2024-2025 season at the Commanderie Robert-Louis-Dreyfus training center in Marseille, southern France, on July 8, 2024. (Photo by CLEMENT MAHOUDEAU / AFP)

De Zerbi a Marsiglia tira dritto. Lo scrive anche L’Equipe che sottolinea come il tecnico italiano non abbia alcuna intenzione di cambiare, anche tatticamente le sua squadra. Preferisce giocare con dei centrocampisti nella linea difensiva piuttosto che trovare un’alternativa che gli permetta di disporre i giocatori nei loro ruoli. Il Marsiglia è reduce da tre sconfitte consecutive in Ligue1 (contro Lens, Psg e Reims).

Per De Zerbi sono meglio i centrocampisti in difesa che cambiare qualcosa tatticamente

Sull’Euquipe si legge:

Dopo la trasferta di Lens del 23 novembre, che ha inaugurato un periodo poco roseo nel gioco e nei risultati del Marsiglia (3-1), Roberto De Zerbi si è affidato a una difesa a tre. La recente carenza di punti non lo ha finora spinto a cambiare sistema. Interrogato su questa possibilità venerdì in conferenza stampa, il tecnico italiano è rimasto evasivo: «Abbiamo solo un difensore rimasto in squadra (Derek Cornelius), quindi per giocare con undici, avremo bisogno di centrocampisti che giochino in difesa, non è questo il problema. Penso che abbiamo risorse sufficienti, anche con le attuali assenze. Senza i giocatori che hanno problemi, senza (Leonardo) Balerdi, senza (Pierre-Emile) Höjbjerg… Lui vuole giocare, ma mi ha detto che era ancora a rischio, e il medico ha confermato che non è in grado di giocare»“.

De Zerbi si ritrova privato due leader della difesa, di Balerdi, che si è infortunato al ginocchio a Reims, e di Luiz Felipe Ramos, che ha sofferto di una serie di problemi fisici dal suo arrivo al club all’inizio di gennaio. Questa sera il Marsiglia ospita il Tolosa.

Smentito L’Equipe: «Sempre al fianco dei miei giocatori. Leggere certe affermazioni mi ha infastidito»

Alla vigilia del match contro il Tolosa, decisivo per la corsa all’Europa, De Zerbi è intervenuto in conferenza stampa per parlare delle questioni interne della squadra rivelata n questi giorni da L’Equipe.

«Oggi sono molto felice di essere l’allenatore dell’OM, perché adoro le sfide e le polemiche fanno parte del gioco. Ho vissuto una settimana difficile, come tutti gli altri. Il mio compito è tirare fuori il meglio dai miei giocatori. A Parigi ero orgoglioso di loro, lo stesso contro il Lens, e a Nizza li ho abbracciati tutti. Quando si perde senza aver dato il massimo, è frustrante, ma il mio atteggiamento è sempre rivolto al bene del club e nel rispetto di tutti. Quello che è successo questa settimana è normale, sono dinamiche che accadono in ogni spogliatoio».

Sui giocatori: «Sarà sempre mia priorità stare al fianco dei giocatori, difendendoli in ogni circostanza. Le sconfitte sono responsabilità mia, ma chiedo a loro di dare sempre il massimo. Non si tratta di una questione di mentalità francese o italiana, ma di un impegno a mantenere sempre altissime le aspettative».

Il Milan? «Non ho parlato con nessuno. Voglio restare qui».

Poi, ha continuato: «Non accetto che si lavori al di sotto del nostro massimo livello. Il mio obiettivo è sempre guidare l’OM verso il traguardo finale, anche se alcuni cercano di dipingermi come un criminale. Forse, in alcune situazioni, sono stato troppo indulgente con i giocatori, mentre Benatia, che avrebbe dovuto avere un ruolo di mediatore, è a volte più severo di me. Leggere certe affermazioni mi ha infastidito: dire che i giocatori sono contro di me è semplicemente falso».

De Zerbi ha svelato una routine particolare: «Non posso dire quale effetto abbia avuto. Abbiamo dovuto interrompere la routine. Dopo le partite contro Lens e Auxerre, mentre eravamo in ritiro, ci siamo allenati alle 5 del mattino per tre giorni consecutivi. Non si trattava di una punizione, ma so come si comporta un allenatore in queste situazioni. Sapevo che queste cose sarebbero uscite e probabilmente so anche chi le ha messe in giro, conosco le fonti. Se avessi voluto evitarlo, avrei potuto agire in modo più tradizionale, senza correre alcun rischio. Ma ho scelto di espormi, consapevole del rischio che corro. E poi, mia madre mi chiama al telefono e mi chiede cosa è successo, e io mi sento come se fossi un criminale, un delinquente».

Infine, ha concluso: «Perché nessun allenatore rimane all’OM per più di due anni? Ciò che sta accadendo mi spinge a voler restare per tre, quattro o persino cinque anni, perché amo le sfide e le polemiche. Dobbiamo entrare in campo con una determinazione feroce. Non importa quanto possa esserci tensione intorno all’allenatore, dobbiamo giocare con l’intensità e la grinta del diavolo»

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