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Totti a Mosca per “promuovere i valori dello sport” con gettone a sei zeri

Vendersi alla propaganda russa sponsorizzata dall’industria delle scommesse durante la guerra non è proprio la più furba delle operazioni di marketing, se non sei Al Bano Carrisi

Totti a Mosca per “promuovere i valori dello sport” con gettone a sei zeri

Appena sbarcato, gli hanno piazzato in mano una maglietta blu: Totti, 10. Nome e numero di matricola. Poteva essere una copia della Pravda con la data in bella mostra a garantire la salute dell’ostaggio, poco sarebbe cambiato. La grammatica della foto dello sbarco a Mosca è la stessa dei soldati prigionieri al fronte, esteticamente Bellini e Cocciolone. E invece eccolo il se-dicente “uomo di sport che ne promuove i valori in giro per il mondo”, a scanso di impossibili equivoci “non un politico né un diplomatico“. Accolto da re, accompagnato dal figlio Cristian per partecipare all’International RB Award, un evento sponsorizzato da Asker Tkhalidzhokov, direttore generale del Bookmaker Rating. Il quale non si fa mica problemi a ribadire che il gettone di presenza del Capitano sarà “un numero a sei cifre in euro“. Elegantemente non scende in “dettagli”, ca va sans dire, ma la valuta è importante: il rublo se la passa maluccio.

La polemica era già stata consumata all’annuncio: ma come, la Russia sta ancora bombardando l’Ucraina, ne rapisce i bambini, c’era davvero bisogno di andare proprio adesso a promuovere i valori dello sport prestandosi (ma, visto il contratto, il verbo adatto è vendersi) alla propaganda russa, peraltro sovvenzionata dall’industria delle scommesse? Evidentemente i valori a sei zeri sono argomento sufficiente a confermare che sì, Totti non è un diplomatico né un politico.

Il Moscow Gymnastics Palace è stato arredato da settimane con le gigantografie di “Re Totti”. I social hanno sfumato il dibattito fino al solito sbuffo di rissa: è un rito ormai consolidato. Totti se n’è fregato, con la benedizione pragmatica del vicepresidente del Senato Gasparri: “Solo chi non ha un tubo da fare, può pensare a queste cose. Di certo la visita di Totti a Mosca per motivi commerciali non è certo un problema politico”.

Ogni campione decide di posizionare la propria immagine dove meglio crede, figurarsi. Andare a Mosca durante la guerra come Costantino Vitagliano girava per discoteche non è proprio la più furba delle operazioni di marketing, se non sei Al Bano Carrisi. Sei il Pupone, mica Pupo. Ma quanto sarebbe stato più dignitoso non propagandare la comparsata per un viaggio promozionale dei “valori sportivi”, intestandosene la declinazione. Un amico, uno qualunque, che gli avesse evitato quel terribile “sono disposto ad andare anche in Ucraina”. La continenza, a volte, è gratis.

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