“Se si continua a consentire questa erosione dell’equità in nome dell’inclusione, le ultime persone rimaste in piedi nello sport femminile saranno gli uomini”

La battaglia del Telegraph contro i/le trans nello sport femminile va avanti da un bel po’, e aveva raggiunto un significativo apice quando la pugile napoletana Carini si ritirò alle Olimpiadi contro Khelif. Il Telegraph è un giornale conservatore, e la sua penna sportiva più conservatrice – Oliver Brown – ormai non si tiene più. Stavolta affonda riprendendo il filo della polemica da una finale di biliardo femminile disputata tra due trans. Due “maschi biologici”, come li chiama lui. “Il torneo di biliardo sente il doloroso costo dei suoi amministratori senza spina dorsale che sacrificavano il suo diritto a uno sport leale sull’altare dell’ideologia di genere”. I toni sono questi.
“Che si consideri o meno il biliardo un’attività marginale è irrilevante. Si tratta di una questione di categoria: gli sport sono organizzati in base al sesso per riflettere il fatto che, in fisiologia, uomini e donne sono immutabilmente diversi, con profonde implicazioni per l’equità”.
“Se si continua a consentire questa erosione dell’equità in nome dell’inclusione, le ultime persone rimaste in piedi nello sport femminile saranno gli uomini”.
Ora, è chiaro che a leggere questo editoriale l’eccezione viene spontanea: sì, Oliver, va bene tutto ma… il biliardo! E lui risponde, dice che sì, pure nel biliardo i maschi sono avvantaggiati: “gli uomini sono più alti, in grado di raggiungere distanze maggiori e con dita più lunghe necessarie per fare ponte quando le palle sono raggruppate”. E cita Dave Alciatore, un maestro istruttore e autore di The Illustrated Principles of Pool and Billiards, che scrive: “Gli uomini hanno generalmente più forza e muscoli a contrazione più rapida che rendono più facile eseguire molti colpi, in particolare colpi di potenza come il break e il power draw, con maggiore precisione, controllo e coerenza”.
Brown continua: “C’è una ragione per cui la lobby transgender è spesso caratterizzata come un movimento per i diritti degli uomini, ed è perché le donne sono presentate, di volta in volta, come veicoli non consenzienti nell’affermazione della fantasia maschile”. E inverte il ragionamento: “Non si vedono donne che cercano di farcela nel ciclismo maschile, o nel nuoto, o nella scherma. Non si vedono donne che si intrufolano nella finale del biliardo maschile. E questo perché la biologia di base detta i benefici nello sport che fluiscono in una sola direzione, con uomini mediocri che si appropriano di vittorie e medaglie una volta che iniziano a mascherarsi da donne”.