La normalità tudoriana sta aprendo gli occhi all’ambiente juventino sul disastro Thiago Motta-Giuntoli. L’editoriale del direttore Vaciago

Dove sarebbe la Juventus se avesse preso Tudor in estate al posto di Thiago Motta? (Tuttosport)
Gli juventini si stanno ridestando dal lungo sonno e stanno cominciando faticosamente a ragionare. Sono bastate due vittorie su due di Tudor per comprendere meglio la portata del disastro del duo Thiago Motta-Giuntoli.
Di questo sentimento si fa interprete il direttore di Tuttosport Guido Vaciago:
Cosa sarebbe successo se Igor Tudor fosse stato scelto in estate, al posto di Thiago Motta? È la domanda che riempie le chat dei tifosi della Juventus, tra rimpianto e sollievo, ora che la squadra e l’ambiente si godono la normalità di vittorie in casa contro il Genoa e il Lecce. Tra l’altro, l’ovvio fatto che non esista una risposta rende il dibattito affascinante. Dopodiché, se decidiamo che la cifra di Tudor è quella della “normalità”, per la quale si vincono le partite contro le “piccole” (soprattutto in casa), ci si può anche divertire e giocare con il calendario. E, quindi, ipotizzare che con Tudor in panchina la Juventus avrebbe vinto almeno 3 partite tra quelle in casa con Cagliari (1-1), Parma (2-2), Venezia (1-1) e quelle fuori casa contro l’Empoli (0-0) e Lecce (1-1); almeno una fra quelle in casa contro Bologna (2-2) e Fiorentina (2-2). Quindi almeno 8 punti in più. Per contro si può pensare che la “normalità” avrebbe magari tolto quel folle e “anormale” 4-4 a San Siro con l’Inter che poteva diventare una sconfitta e trasformato in un pareggio la sfida vinta con l’Inter allo Stadio, quindi 3 punti in meno. Totale cinque punti in più che metterebbero la Juve saldamente al terzo posto con 64 punti, senza patemi per la Champions.
Staremmo parlando di un’altra stagione alla Juventus
Ma sempre a proposito di “normalità tudoriana”, è difficile immaginare una Juventus fuori dalla Coppa Italia contro l’Empoli, ma magari avviata verso la finale di Roma contro una delle due milanesi. Magari dopo aver raggiunto magari non i quarti, ma almeno gli ottavi di Champions. Insomma, oggi staremo parlando di un’altra stagione e di altre prospettive. Ma è solo un gioco, un passatempo per aspettare Parma-Juve di Pasquetta e, soprattutto, la fine di questa stagione un po’ balorda e le decisioni per il futuro della squadra e del club. C’è un clima di attesa, un’atmosfera sospesa, che Tudor taglia incurante con il passo di chi sa perfettamente dove vuole andare: in Champions. L’unico posto dal quale si avrà una visione reale del futuro. Anche il suo.