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Juventus, Reja: «Adesso con Tudor i giocatori vengono valorizzati per quelle che sono le loro caratteristiche»

A La Stampa: «I calciatori contro Thiago Motta? No, il contrario, pensavano fin troppo a cosa dovessero fare per dare senso alle sue indicazioni»

Juventus, Reja: «Adesso con Tudor i giocatori vengono valorizzati per quelle che sono le loro caratteristiche»
Db Torino 29/03/2025 - campionato di calcio serie A / Juventus-Genoa / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Igor Tudor

È iniziato il processo di beatificazione di Igor Tudor, nuovo salvatore della patria juventina. La Stampa inizia il processo intervistando Edy Reja, suo ex mentore all’Hajduk Spalato.

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Reja: «Tudor è nato con la testa da tecnico»

Sedici stagioni fa Igor Tudor cominciava la carriera in panchina come collaboratore più stretto di Edy Reja all’Hajduk Spalato.

Un “gigante” della difesa seduto accanto a lei. E solo dopo poco più di un anno dalla fine della storia da giocatore.
«Igor (Tudor, ndr) non perdeva un attimo per imparare: ricordo che annotava ogni cosa. Allenatori si nasce, ce l’hai dentro: lui è nato con la testa da tecnico».

Durante la vostra avventura insieme a Spalato in cosa le fu più prezioso?
«Cominciò occupandosi della difesa, poi fu un coinvolgimento totale. Parlava con i ragazzi nella stessa lingua, un aiuto non da poco».

«Entra in corsa e sa incidere senza perdere tempo. Sa farlo per quello che dicevamo prima: il dialogo con lo spogliatoio, e con i singoli, è fondamentale per i risultati di un gruppo. Se sei credibile in ciò che dici, ti seguono: Igor si fa seguire».

Da Locatelli a Thuram passando per Nico Gonzalez: “Tudor ci ha portato nuova energia” è il comune denominatore nelle loro riflessioni.
«Un’energia positiva. Non posso dire cosa non funzionasse con Thiago, posso dire con una certa sicurezza che, adesso, funzionano tante variabili: i giocatori vengono valorizzati per quelle che sono le loro caratteristiche e per quelli che devono essere i loro movimenti più naturali».

Quindi non giocavano contro Motta?
«Giocavano con Motta a tal punto che pensavano fin troppo a cosa dovessero fare per dare senso alle indicazioni dell’ormai ex allenatore bianconero».

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