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Napoli-Juventus, totalmente non guardata: loro sembrano una squadra triste

Napoli-Juventus, la partita non guardata tutti insieme. Il mellone e Benitez, Roger Federer, una Juventus modello Empoli e i giusti fischi ad Higuain.

Napoli-Juventus, totalmente non guardata: loro sembrano una squadra triste

Tutti insieme

In questi giorni sono a Napoli, ed è sempre facile andare con la memoria indietro a vite fa, ad altre partite, agli amici di sempre con cui ne avremo viste a migliaia; ed eccoli gli amici di sempre, almeno alcuni di quelli e allora perché non guardarla tutti insieme? Insieme con le mogli, le compagne, i loro bambini, mia sorella mito, ormai una delle persone più conosciute in ambito Napolista. Va bene, non guardiamola tutti insieme. Mentre guardiamo, invece, Federer-Nadal, arriva Feliciano, che conosco da sempre, ha 20 giorni più di me e siamo nati nello stesso palazzo. Feliciano che è il candidato ideale per l’intervista “la partita non capita”, si produrrà in alcune battute straordinarie, l’umorismo involontario di chi non segue il calcio.

La prima che consegniamo agli annali è la seguente: “Ma ‘o purtier’ nuoste nun ten’ o mellone?”. Ecco, qualcosina la sa. Il vero numero sull’assenza di Reina lo fa, però, Caterina (segnatevi questo nome, altra candidata), che a un certo punto della partita dirà: “Ma il nostro portiere non è più Benitez?”. Applausi convinti di tutti e sguardo a metà tra la disapprovazione e la tenerezza di suo marito Alberto. Mentre guardiamo Federer-Nadal, cioè la terza scutuliata subita dallo spagnolo dal buon vecchio Roger in pochissime settimane, mio nipote sul tablet gioca delle mirabolanti partite a Fifa. Roger vince e mi convinco che molto poco potrà andare storto. Consiglio a Feliciano di tacere per un’ora e mezza, cosa che non accadrà. La partita poi comincia e allora facciamoci coraggio: non guardiamola tutti insieme.

Palermo, Chievo, Empoli

Dopo sei minuti la Juve segna e cala il silenzio, e calano le forchette con gli ultimi pezzi di mozzarella, calano sul tavolo i bicchieri con le birre; ma non è un silenzio irreale, non è un silenzio che fa paura, come se tutti sapessero, come se tutti percepissero che il Napoli questa partita la recupererà, la prenderà in mano e così è.

Ieri sera sui social network ho scherzato sul fatto che non si potesse giocare continuamente contro l’Empoli, qualcuno ha detto Palermo, un coro ha cantato Chievo, ma non si tratta soltanto di battute. Perché la Juve da un certo punto in poi quello è sembrato, gli juventini dicono perché ha preferito controllare, ma sei/sette occasioni da gol concesse io non lo chiamo controllare, io lo chiamo affanno. Mi è venuto da dire Empoli perché la Juve non mi è sembrata la squadra più forte in controllo, mi è sembrata la squadra più forte che è costretta a difendersi, a stare dietro, a non superare il centrocampo, a non fare mai più un tiro in porta dopo il gol.

Abbiamo tutti ragione

La Juve vincerà lo scudetto, ha ragione Allegri quando dice che gli scudetti si vincono anche così, e chi lo nega, ma ho ragione anche io quando dico che ieri sera la Juve non ha fatto una bella figura, a questo aggiungo anche che ogni volta che guardo la Juve giocare non vedo mai un bel gioco; la Juve poi vince e torno sempre alla mia solita domanda: Ma noi paghiamo il biglietto per vincere o per vedere uno spettacolo? Ma sono domande così, che non hanno risposta, insomma, abbiamo sempre tutti ragione. Una partita è soltanto una partita, una battuta è soltanto una battuta; la sintesi della battuta ci mostra però una verità: la Juve ieri sera mi è sembrata una squadra triste, ma io tifo Napoli e quello che penso della Juve non ha alcuna importanza.

Il Napoli gioca , crea, contiamo 4 occasioni da gol nel primo tempo, almeno un’altra prima del gol di Hamsik, e un’altra – quella del palo – dopo il gol, di Mertens, ma soprattutto contiamo il Napoli sempre, costantemente, nella metà campo della Juve, contiamo un Higuain, fischiato il giusto, che non la vede quasi mai, contiamo un Marchisio annullato, contiamo il solito Insigne spaziale degli ultimi tempi, contiamo un grandissimo Allan, un Mertens che ogni tanto si accende, contiamo un capitano che prima sbaglia e poi fa quello che un capitano deve fare, metterla a giro sul palo lungo, di prima, a conclusione di un’azione che più Sarriana non si può. Il Napoli meritava di vincere? Secondo me sì.

L’amore

La partita è finita da dieci minuti, stiamo tutti bevendo e chiacchierando e commentando, già un po’ proiettati a mercoledì, quando arriva Caterina non so più da quale stanza che con un sorriso radioso esclama: “Ma è finita?”. Parlo al telefono con Anna che mi domanda come sia andata, le dico del pareggio e lei: “Ma finisce così: niente supplementari, corsivi, sottolineature?”. Sono circondato da persone meravigliose, e le amo.

Cose meravigliose da Marianna e Carmen che decidono di vederla insieme, ecco cosa hanno dichiarato prima della partita: “No, la Juve con la maglia azzurra… e ditelo subito però!” (Marianna); intervento esterno di mia sorella Angela. “ Poi dicono che ci confondiamo”. Ed ecco Carmen: “Come se cambiasse il rosso Valentino”. Tutte queste cose, insieme a molte altre, sono accadute durante Napoli-Juve e sono tutte ugualmente meravigliose. Mercoledì sarà un’altra partita, noi invece saremo sempre gli stessi. Cambierà solo il divano, mercoledì sarà quello di Milano.

“Signori, odora di trucco la vita!
Quando, attraverso fragili orizzonti,
mi spruzza d’improvviso sulle guance
la risata omerica del mare […]”

Sono i primi quattro versi della splendida poesia Apologo di Angelo Maria Ripellino, e allora se è un trucco il gioco del Napoli è un trucco che mi piace perché mi arriva sulle guance (è successo anche ieri) la risata omerica del mare.

Notizie dall’Inghilterra

Gol decisivo di Britos al Southampton, parliamone. Questo difensore straordinariamente divertente, scarso ma efficace, quest’uomo che gioca titolare in Premier, parliamone. Quest’uomo che batte la squadra di Marco Van Gabbiadini, ancora infortunato, parliamone. Forza Spurs, jamme.

Note a margine

  • Consentitemi una piccola volgarità, ma l’arrivo del bus della Juve potremmo chiamarlo: “L’autobus non cacato”.
    Tutto questo parlare per settimane di fischi o non fischi: un calciatore che se ne va, come Higuain se ne è andato, viene giustamente fischiato e sfottuto. Così è, così deve essere, lo sanno tutti perfino Higuain. Alcuni giornalisti, invece, lo hanno dimenticato.
  • Il San Paolo ieri sera era bellissimo.
  • Il recupero di Mertens su Higuain me lo ricorderò per un sacco di tempo, significa molte cose, e molte cose possono stare in un solo movimento.
  • Off Topic: un applauso a Conti dell’Atalanta per quel gol straordinario. Un applauso, che è lo stesso da una vita a Roger Federer. Nello sport si vivono periodi fortunati o meno, io ho avuto la fortuna di vedere giocare Diego Maradona, Michael Jordan e Roger Federer, e no non c’è niente di meglio.
    #IoStoConSarri e ci mancherebbe altro.
Libri: Angelo Maria Ripellino, Poesie prime e ultime, Nino Aragno editore, 2006.
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