FALLI DA DIETRO – Audience mondiale per un derby da sesto posto. Dzeko è il Ciclope di Sarajevo. A Napoli, mai in maglia azzurra, nel cielo fa capolino una ridente bombetta
FALLI DA DIETRO – 32A GIORNATA
Adesso che stiamo a Milano, finalmente, vogliamo andare a vedere questo famoso Colosseo?
Diranno così i nuovi padroni cinesi piombati a San Siro per il Derby.
In attesa di futuri splendori, entusiasmo per il record di audience mondiale.
In attesa di futuri splendori la posta in palio per ora è un mesto sesto posto. La speranza di preliminari in Europa League.
E mesto è il livello tecnico in campo. Ma non la tensione, che è altissima.
I sin-inda – soggetti come sono ad “amnistie” cerebrali – sprecano il doppio vantaggio nel finale e si fanno raggiungere a tempo scaduto.
Imprecazioni interminabili di John Malkovic-Pioli a fine gara.
Parli come badi.
Il Ciclope di Sarajevo
Il problema non sono i sette minuti di recupero. Il problema è subire un gol da Zapata.
Pasqua consegna ufficialmente agli ergastolani uno scudetto già assegnato ad agosto.
Spetta alla Dea, vera sorpresa della stagione, il compito di infrangere i sogni di chi sperava nell’impensabile rimonta Sangue-Oro.
Ognuno ha la faccia che si ritrova, ma il Parapet qualche volta esagera.
E intanto prepara la fuga. Sbaglia di nuovo formazione, ma forse non è del tutto colpa sua se il Ciclope di Sarajevo (dopo il pari in fuorigioco) non vede quasi mai la porta.
Festival degli arbitri scarsi
Spettacolo a Marassi. Sulla panchina grifagna torna Juric e torna la voglia e la grinta di battersi. Gli Aquilotti riescono a recuperare un pari che consente loro di gestire con tranquillità le posizioni acquisite.
Ma Ogni limite ha una pazienza.
L’arbitro Maresca è un arrogante cafone dai modi interurbani ed è da rincorrere con l’ombrello.
Grazia due volte Burdisso e poi lo punisce per un mani che appare non del tutto volontario.
Polemiche nella sfida a distanza legata alla corsa salvezza.
A farne le spese gli Squali Pitagorici che vanno in vantaggio grazie a una papera di Hurt, ma poi sono vittime di un rigore molto dubbio.
L’Italia è la patria degli incapaci, i caporali
Molti dubbi anche al Franchi.
L’ Italia, si sa, è la patria degli incapaci.
Quelli sbagliati al posto sbagliato.
I caporali.
Quelli che sfruttano, offendono, maltrattano, quelli invasati dalla bramosia di guadagno. Li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l’autorità, l’abilità e l’intelligenza per farlo, ma con la sola bravura delle loro facce di bronzo, pronti a vessare l’uomo qualunque.
Non si sa perché Mazzoleni arbitri ancora
Ora, l’incapacità di Paolo Silvio Mazzoleni da Bergamo, è un dato di fatto, è un’incapacità certificata da anni di attività.
Non ne ha mai azzeccata una, e non si sa perché continuino a mettergli un fischietto fra i denti.
Esilarante a Firenze lo sketch sul rigore decisivo in coppia con l’altro ben noto mamo Calvanese, per l’occasione addizionale.
Uno dice: “No! Non è rigore”. L’altro, fanculandolo, si sbraccia: “Si, sì! È rigore, è proprio rigore invece”. Sublime.
Ma lo show non si ferma qui. Le sviste colossali sono una montagna, e tutte a favore dei nipoti di Farinata degli Uberti.
E bisogna essere proprio filosofi esistenzialisti per evitare qualche sussurrato appello all’Ufficio Inchieste.
Una ridente bombetta nel cielo di Napoli
Non sono esistenzialista, sono democratico-non-cristiano, ma qualche volta tifo per il Napoli.
La beneamata non veste più l’azzurro (chissà per ordine di chi) ma si presenta al San Paolo in abito da sera.
Bella, conturbante e, se mi consentite, adiacente.
Ammicca alla piazza d’onore. E forse ce la farà.
Nel cielo di Napoli in questi giorni fa capolino – qua e là fra la fitta nuvolaglia di questi giorni inquieti – una ridente bombetta.
Basta guardarla e ti viene in mente una vecchia facezia sentita chissà dove.
Piacevole è il ricordo.