Quattro club ancora in corsa per due posti): Liverpool, Manchester City, Manchester United e Arsenal raccontano un certo equilibrio in testa e garantiranno spettacolo fino alla fine.

Quattro posti (ma pure sei)
Il Manchester United che batte il Chelsea non ha solo riaperto il campionato inglese, permettendo al Tottenham di portarsi a quattro punti dai Blues. Ha anche lanciato la sfida per le posizioni che valgono l’accesso alla prossima Champions League. Prima di andare avanti, specifichiamo il regolamento. La Premier qualifica tre squadre al prossimo tabellone principale di Champions, più la quarta ai preliminari. Allo stesso tempo, però, potrebbe andare ancora meglio per il campionato più ricco del mondo. Se il Man United dovesse vincere l’Europa League (eventualità possibile, visti i rapporti di forza tra i club ancora in lizza), i Red Devils avrebbero guadagnerebbero l’accesso ai gironi anche rimanendo fuori dalla top four. In quel caso, Mourinho e altre tre squadre inglesi nelle prime 32, la quarta al preliminare.
In realtà, potrebbe esserci anche l’ipotesi delle sei squadre. Il Leicester, fuori dalle posizioni europee in Premier, è ancora vivo in Champions. Una incredibile vittoria delle Foxes nella massima competizione continentale, insieme a un’affermazione dello United in Europa League, permetterebbe al contingente inglese di arrivare fino a sei rappresentanti. Cinque ai gironi, con il Leicester detentore del trofeo; e una ai preliminari, sempre la quarta in classifica.
La realtà
Al di là di ipotesi verosimili o fantascientifiche (la Champions al Leicester), la situazione è quanto mai incerta. Chelsea e Tottenham dovrebbero giocarsi il titolo fino all’ultima (o alla penultima) giornata, Conte ha ancora una partita di vantaggio e ha dalla sua un calendario più semplice rispetto a quello degli Spursquesto pezzo. Dietro, però, è bagarre. È vera bagarre. Ed è una competizione serrata che potrebbe interessare anche il Napoli. Come spiegato da Nicola Lo Conte in , un eventuale terzo posto degli azzurri potrebbe anche comportare un poco simpatico abbinamento con una squadra di Premier.
In questo momento, a parte Chelsea e Tottenham (qualificazioni praticamente certe alla fase a gironi), tutto è ancora possibile. La squadra più avvantaggiata sembra essere il Liverpool di Klopp: 33 partite giocate (la massima quota possibile), 66 punti. Esattamente 2 punti di media a partita. I Reds, però, sono solo virtualmente davanti. Possono essere superati dal Man City di Guardiola (64 punti, una partita in meno) e appaiati dal Man United (60 punti, due partite in meno). In più, ci sarebbe anche l’Arsenal (virtualmente a 63, con 57 punti e due partite da recuperare).
Insomma, tutto è ancora aperto. Anche alla luce degli scontri diretti ancora da giocare: il derby di Manchester in casa del City, Tottenham-Arsenal, Arsenal-Manchester United e Tottenham-Manchester United. Paradossalmente, per Mourinho sarebbe quasi più facile arrivare ai gironi di Champions passando per il cammino europeo che per la Premier.
Competitività
Al di là di una corsa al titolo riaperta solo dagli scivoloni del Chelsea (due sconfitte in quindici giorni, da +10 a +4), è qui che la Premier (de)scrive il suo destino di assoluta competitività. Quattro club, e che club, in corsa per due posti nell’Europa che conta. Tre di questi sono figli di un progetto nuovo, una rifondazione rispetto a quelle che sono (erano, a questo punto) le storiche linee guida. Parliamo di Liverpool, Man City e Man United. Parliamo di Klopp, Guardiola e Mourinho, probabilmente gli allenatori con la forza narrativa più forte del mondo.
Paradossalmente, la lontananza dalle coppe europee ha finito per favorire il Chelsea, il Tottenham e il Liverpool. La squadra di Conte e i Reds non hanno partecipato a competizioni internazionali, quella di Pochettino è stata eliminata ai gironi di Champions e poi praticamente subito in Europa League. E ha lanciato lo sprint sui Blues proprio dopo l’addio all’Europa. Tra l’altro, è andata esattamente come per il Leicester dello scorso anno. La squadra più libera da impegni è riuscita a imporre i suoi ritmi, il suo rendimento. A prepararsi meglio per un torneo dalla quota punti bassa (la capolista ha solo cinque punti in più del Napoli) per tutti i piazzamenti di vertice.
Vedremo se questa nuova dimensione di varietà in vetta (gli ultimi quattro campionati sono stati vinti da club diversi, se il Tottenham diventasse campione diventerebbero cinque in cinque) e di assoluta parità di livello porterà a un miglioramento dal punto di vista tattico e di approccio al calcio europeo. Quello che sembra mancare ai club inglesi. Quello che ha fatto penare Guardiola e Klopp al momento di implementare le loro idee. Intanto, però, godiamoci lo spettacolo di una corsa aperta. Sperando che, alla fine, non interessi al Napoli chi vincerà.