La frecciata di De Laurentiis alla cena tradisce nervosismo al termine di una stagione di contrasti e alla vigilia di un campionato in cui si dovranno compiere scelte importanti.
Il tempo reale del web
Il bello del web è che arriva sulla notizia decisamente prima. In tempo reale. Oggi i quotidiani possono solo rimasticare quel che tutti hanno potuto leggere attorno nella tarda serata di martedì, al ritorno a casa dalla cena del Napoli dei coniugi Reina. Era già tutto noto. Il tweet di Pepe, la pubblicazione su Instagram di sua moglie Yolanda (con un riferimento al sorriso di qualcuno facilmente identificabile) e poi – sempre via social – i pubblici interventi delle consorti di Callejon e Allan. I lettori non sempre gradiscono, i lettori vogliono leggere solo e soltanto ciò che è conforme ai loro pensieri e ai loro desideri. È uno dei motivi dello scadimento del giornalismo italiano: la carenza di domanda da parte dei lettori. Ma questa è un’altra storia. Sia pur molto interessante.
La battuta non gradita
Ieri sul web era già chiaro dalle prime ore della mattina che cosa fosse accaduto. Nella consueta canzone-filastrocca che De Laurentiis ama dedicare ai suoi calciatori (o stipendiati) non è mancato un passaggio velenoso nei confronti di Pepe Reina per qualche distrazione di troppo sul campo – c’è stato un riferimento chiaro – magari dovuto a qualche distrazione fuori dal campo. La signora non ha gradito, e nemmeno Pepe. Non il massimo della signorilità, va riconosciuto. Ma nemmeno il massimo dell’imprevisto. De Laurentiis è così e non fa nulla per apparire diverso.
La frase di De Laurentiis sul portiere che serve al Napoli
Reina ha un contratto in scadenza nel 2018. Sa bene che il Napoli si sta guardando attorno. Fu lo stesso De Laurentiis a dirlo chiaramente nella conferenza stampa del rinnovo del contratto di Insigne, a proposito di un interesse del Napoli per Szczesny o comunque per un portiere da quel profilo, non giovane. E in quei giorni si parlava del portiere dell’Arsenal. Pepe sa che la sua stagione non è stata immune da errori. Come al solito, gli errori vengono ricordati di più. Certamente ha pesato quella pesantezza sul primo gol di Higuain nella semifinale di Coppa Italia. De Laurentiis non ha dimenticato. Furono giorni strani. Pepe andò in panchina pochi giorni prima, in campionato, sempre contro la Juventus. Tra affaticamenti muscolari e tensioni per un intervento d’urgenza di appendicite per la signora.
Quel tweet dopo Chievo-Napoli
Furono giorni tesi, dopo Madrid. Quando il Napoli rispose alla sfuriata di De Laurentiis al Santiago Bernabeu espugnando il Bentegodi con la vittoria per 3-1 sul Chievo. Reina, con la squadra in silenzio stampa, ruppe il silenzio con un tweet in cui elogiò la squadra: “Grande gruppo di gente umile che lascia sempre TUTTO in campo!! Grande vittoria ragazzi!! Complimenti a tutti.. testa bassa e lavoro!!”. Fu la reazione allo show presidenziale sulla mancanza di cazzimma contro il Real Madrid. In quella occasione il Napolista fece notare la differenza tra la Juventus che mandava Bonucci in tribuna per punizione e il Napoli che consentiva a Reina di esternare nonostante il silenzio stampa. Anche allora i lettori non gradirono, sempre in ossequio alla regola di cui sopra: “desideriamo leggere solo quel che è conforme al nostro pensiero”.
Sacchi e Bonucci
Proprio oggi, in un’intervista al Mattino, Arrigo Sacchi dice che la scelta di mandare Bonucci in tribuna a Oporto ha aiutato la Juve ad arrivare fino in fondo in campionato e in Champions. Come al solito, il Napoli è carente sotto questo profilo. Sbagliò De Laurentiis a parlare in quel modo a Madrid. Sbagliò la società a consentire a Reina quel tweet. Così come il presidente avrebbe dovuto evitare rilievi pubblici a Reina in una serata di festa. Ci sono sedi e modi per farlo. Sono quei dettagli che in una stagione possono fare la differenza.
La gestione di Pepe
Di certo c’è che Reina non è più l’intoccabile di due estati fa quando fu il primo acquisto del Napoli post Benitez, dopo la scellerata scelta societaria di lasciarlo partire per Monaco di Baviera. Ma il ruolo di Pepe – definito da De Laurentiis “il sindacalista” e immaginiamo che non sia un complimento – non va nemmeno sottovalutato in questo Napoli. E non solo fuori dal campo, nello spogliatoio. Anche in campo, dove ha compiuto parate importanti e decisive. Non potrà essere l’unico portiere della prossima stagione, questo è sicuro. Ma la transizione tra i pali va gestita con più tatto. A meno che non si abbia la forza di una società come la Juventus che mette alla porta una bandiera come Del Piero e nessuno fiata. Temiamo che il Napoli non sia ancora pronto.