Amici napolisti, vengo da tre giorni di influenza. Quest’anno l’influenza, come il Natale di Eduardo, si è presentata come Dio comanda. Ti prende ogni parte del corpo e non ti molla per giorni e giorni. Chiaramente ho passato il week end in compagnia del telecomando e puntando le telecamere prima su S.Siro, poi su Lecce, quindi su Verona ed infine, ovviamente, sul S.Paolo. I primi dolori, assieme alle fitte influenzali, sono venuti da Milano, dove l’arbitro ha convalidato un gol che doveva essere annullato anche se Ranocchia non avesse toccato il pallone, figuriamoci se poi la sua deviazione è stata determinante, visto che la palla sarebbe finita sul fondo. Fortunatamente della tarda mattinata di domenica, assieme ad un brodino caldo, sono arrivate due belle coscette di pollo da Lecce. E dire che per Toni e per Tuttosport la Juve si sentiva ancora in corsa per lo scudetto. Chissà come si sentono adesso. Assieme alla Roma. A Verona poi abbiamo avuto un assaggio di quanto si accinge a fare il presidente del Milan: in attesa di cambiare la costituzione, si è limitato a far cambiare il regolamento del calcio. Forse non tutti sanno che la FIFA ha un regolamento molto semplice formato da solo 17 regole. Sarà stata per scaramanzia che in Italia quest’anno ne hanno aggiuto una diciottesima: Qualsiasi giocatore di una squadra milanese si dovesse trovare in fuorigioco ovvero dovesse toccare la palla con una mano, non è passibile di alcuna ammenda. Anzi, l’arbitro deve provvedere, subbitaneamente, ad ammonire gli avversari che dovessero permettersi di protestare. Il fallo di mano di Robino era talmente evidente che l’arbitro, stranamente ben posizionato, non avrebbe potuto non vedere. Ma in applicazione al nuovo regolamento, ha convalidato la rete. Ora mi ricordo che a Gilardino furono inflitte alcune giornate di squalifica perche la famigerata prova televisiva dimostrò che aveva segnato un gol di mano. Ma in questo caso non vale, perchè il brasiliano non ha segnato con la mano, bensi si è “solo” aiutato e, successivamente, messo la palla in rete. Un’altra assurdità della assurda prova televisiva. Sarebbe come dire che un individuo che ammazza una persona con un colpo alla testa è più colpevole di un altro che, prima di ammazzarlo, gli spara un colpo in una gamba. Ma il pinocchietto brasiliano subito dopo ha fatto la boccuccia a culo di gallina e ha mostrato che aveva toccato la palla col petto. Ed in un’altra occasione pretendeva un calcio d’angolo, disperandosi per una deviazione che non poteva esserci stata in quanto l’avversario più vicino era a cinque metri. Se continua così, il suo presidente lo cancella dalla lista della formazione che settimanalmente passa ad Allegri, e, vista la capacità innata che ha di mentire, lo inserisce nel suo collegio difensivo al posto di Ghedini o di Pecorella. Un poco di sollievo è, finalmente venuto in serata, dove ho assistito da solo e sotto le coperte ad una temperatura media di 38 gradi alla partita. I miei amici, mai spaventati dal fatto che potessi attaccare loro i bacilli del tifo calcistico, si sono lasciati intimidire dai germi dell’influenza. E hanno fatto bene. Altrimenti sul rigore sbagliato avrebbero scambiato la mia angoscia ed i miei gemiti per un principio di infarto. Ma poi ci ha pensato Zuniga, a cui ho già provveduto a chiedere scusa ed a ritirare tutte le invettive mandate alle donne della sua famiglia tutte le volte che si è dribblato da solo. Se le milanesi non avessero ricevuto contemporaneamente il duplice regalo arbitrale, saremmo ad un solo punto dal Milan e con quattro punti di vantaggio sull’Inter. Vale a dire che a S.Siro ci potevamo accontentare anche del pareggio. Vorrà dire che, come il mio medico mi ha prescritto tre giorni di riposo a letto, io prescrivo tre punti di risarcimento a Milano. Un caro saluto a tutti da
PASQUALE DI FENZO
La par condicio arbitrale danneggia gli altri
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