Le biografie stagionali: Ivan Strinic è semplice da raccontare, e forse il problema è proprio quello. Il suo destino è sempre legato a quello di Ghoulam.
Normalità
La biografia stagionale di Ivan Strinic, quella riferita all’annata 2015/2016, aveva un titolo di grande impatto: “Sul mistero di Strinic, il terzino che all’improvviso scompare dai radar (e sul turnover di Sarri)”. Non è per autocitarci o autopromozione, ma in queste frasi c’era tutto Strinic. Il primo Strinic (poco) voluto da Sarri, una seconda scelta ben lontana dal concetto di alternativa. Un anno dopo, non è che le cose siano cambiate tanto. Strinic è rimasto un rincalzo, ha alzato il numero di partite giocate ma solo in momenti particolari dell’annata: l’assenza di Ghoulam, partito per la Coppa d’Africa, e il momento di “punizione” per il terzino algerino, durante l’ultimo terzo di campionato. Poi Ghoulam ha avuto una prima redenzione sul contratto, e siamo tornati alla normalità.
Il punto è proprio questo: Ivan Strinic in panchina è la normalità. Ed è una buona normalità, perché il biondo croato sarà anche visto e considerato come una riserva ad libitum, ma resta un calciatore affidabile e di buonissimo rendimento (specie quando trova una condizione fisica che gli permette di giocare 90′ su 90′).
L’altro concetto toccato era il turn over di Sarri. Che, lo dicono i numeri, è iniziato ad esistere come concetto. È presente, come significato, nell’intera esperienza del Napoli. Anche se non coinvolge Strinic, che oltre a due gruppi di partite in fila (tre a gennaio, quattro ad aprile) ha giocato solo con Sassuolo, Crotone e Bologna.
Le cifre
Prima abbiamo detto che Strinic è un calciatore affidabile, dal buon rendimento. Questa definizione la leggi nei numeri, difensivi ed offensivi. Nelle statistiche avanzate, ovviamente, leggi anche le caratteristiche del calciatore: se Ghoulam, ad esempio, ha una media di 3 eventi difensivi a partita, Strinic arriva a 4; se, d’altro canto, Strinic crea 11 occasioni in 12 match giocati da titolare, Ghoulam arriva a 57 in 29 partite. Questione di skills, intese come inclinazioni tecniche e fisiche.
Strinic è un terzino propriamente detto, mentre Ghoulam rientra in quella categoria ideale, dal nome così retrò eppure così presente, e necessaria, nel calcio moderno: fluidificante. Quello che Strinic non riesce ad essere in maniera completa, lungo tutta la partita. Anche se poi le sue sortite riescono ad essere importanti, quando va oltre il semplice sostegno posizionale al possesso palla l’ex Dnipro crea anche i presupposti per delle azioni pericolose. Sulle 11 occasioni create, 2 sono assist vincenti. Uno di questi ci resterà particolarmente impresso nella memoria.
Prospettive
La vita di Ivan Strinic ha un unico spauracchio: Faouzi Ghoulam. Le prime cronache di questo calciomercato riferiscono questo, ancora questo, nuovamente questo. Le scelte del croato saranno orientate a quelle del terzino algerino. Che, questo non può essere un caso, gli è stato sempre preferito nei due anni e mezzo napoletani. Cioè, lo scrivemmo anche l’anno scorso e lo ripetiamo quest’anno: «Strinic in panchina ce l’hanno messo in due su due. Benitez prima, Sarri subito dopo. Pur non essendo un giocatore scarso o approssimativo, i due allenatori che l’hanno avuto al Napoli hanno comunque deciso che Strinic non era all’altezza dell’undici titolare. Merito/colpa di Ghoulam e della sua buona evoluzione da svagato terzino d’attacco a esterno difensivo tout court, certo. Ma forse, qualche responsabilità ce l’ha pure Strinic. Uno, magari Benitez, può essere pure un pazzo scriteriato. Se però il suo successore continua a non vederti, anche il pazzo di prima riacquisisce un po’ di credibilità».
A questo punto, capiamo e comprendiamo Strinic. In caso di permanenza di Ghoulam, rimanere a Napoli vorrebbe dire apporre una firma sotto un contratto non scritto da riserva. Insomma, la ripetizione delle ultime due stagioni. Anche se, dobbiamo dirlo, l’impiego è molto cresciuto rispetto alla scorsa stagione, quando il biondo ex Dnipro si fermò a 5 presenze in campionato.
In caso di addio di Ghoulam, la situazione potrebbe cambiare. A quel punto Strinic rappresenterebbe la continuità tecnica e tattica del progetto. Assicurerebbe a Sarri, e al sostituto in organico di Ghoulam, un pilastro almeno iniziale su cui poggiare la crescita del nuovo acquisto. Un processo che, lo sappiamo, è abbastanza complicato per Sarri. Per il resto, nient’altro da dire. Del buon Ivan sappiamo pochissimo, in realtà. Ma forse è davvero tutto qui. E il “problema”, se vogliamo, è proprio questo.