Le biografie stagionali: la sensazione è che il terzino algerino non possa crescere oltre i tanti pregi e i pochi difetti che si trascina dietro da sempre.
Grandezza vera o presunta
Faouzi Ghoulam è una storia strana, eppure era partito tutto in maniera convenzionale: l’acquisto dal Saint-Etienne, lui terzino francese di origini algerine e poi la presa di coscienza di aver indovinato un buonissimo calciatore. Poi, ecco l’indecisione, il senso di stranezza: Ghoulam è un top player? È un progetto di top player? Può aspirare a qualcosa che vada oltre il Napoli, e se sì quanto oltre? La vera domanda: le voci di interessamenti importanti, tipo Real Madrid o Premier League ad alti livelli (sono girate, eccome), sono vere? Sono verificate? Sono realistiche?
È un discorso importante, perché di mezzo ci finisce giocoforza il Napoli. Che ha operato in maniera lineare quando c’era da rinnovare un contratto diventato effettivamente ristretto per Ghoulam, ma si è trovato di fronte un calciatore che ambiva a una crescita assoluta. Al Real Madrid, all’Atletico Madrid, o giù di lì. In tutto questo, il campo: Ghoulam ha sempre offerto un buon rendimento, con Sarri, ed è sempre stato la prima scelta nel ruolo di terzino. Probabilmente, però, il suo livello prestazionale è sempre stato un livello sotto a quello che Ghoulam pensava. Abbiamo scritto così, recentemente, su queste pagine:
Ghoulam credeva che ci fosse la fila di club pronti a offrirgli un ingaggio importante, molto più importante di quello che gli ha offerto la sua attuale squadra.
Poi lo stesso Faouzi si rende conto di aver esagerato con l’autovalutazione. Capisce che un cambio di rotta e il passaggio a un superagente non possono essere abbastanza perché lui si trasformi in un supercalciatore. Jorge Mendes ha grandi uffici dovunque, è praticamente il padrone del calcio d’élite, ma l’élite resta élite e Ghoulam resta Ghoulam. Non si scappa. Allora, mestamente ma non troppo, riecco il Napoli.
La dinamica del campo, in questa stagione, è stata il riflesso di questa storia. Sempre in campo, Faouzi, a camminare sul filo sottile tra un progetto di grande calciatore e alcune distrazioni – concettuali e tecniche – abbastanza gravi. In mezzo, un rendimento medio e una configurazione tecnico-tattica effettivamente appetita dai grandi club. Terzino d’attacco, bravissimo nel’appoggiare l’azione offensiva. Chiedere a Milik, per esempio.
I dati
I numeri della stagione di Ghoulam riflettono queste caratteristiche. L’algerino è il quinto calciatore della rosa del Napoli per numero di occasioni create, 57 in campionato e 16 in Champions. Meglio di lui solo i quattro calciatori offensivi, Hamsik, Mertens, Callejon e Insigne. Di questi 73 momenti totali, gli assist vincenti in campionato sono 6, più altri 3 in Champions League. In totale, dunque, Ghoulam costruisce una palla gol ogni 42 minuti di gioco. Un numero elevatissimo, considerato che teoricamente il suo ruolo sarebbe quello del difensore.
Accanto a questi dati, c’è tutto il resto del calciatore. Quello che, probabilmente, fa la differenza con i top player del ruolo (ci vengono in mente Alex Sandro e Marcelo): rispetto a tutti gli altri uomini difensivi della rosa, terzini inclusi, Ghoulam ha la media più bassa di eventi difensivi per match. Supera appena quota 3, mentre Hysaj e Strinic – ad esempio – arrivano a un numero più alto di 4. Certo, questioni di caratteristiche e di impostazione tattica, ma è vero pure che gli errori di un difensore sono molto più importanti, pesanti su una partita, rispetto a quelli di altri calciatori. Ecco perché alcune mancanze di Ghoulam lo rendono un calciatore legato a una dimensione non tanto di incompiutezza, quanto di perfetta aderenza col suo contesto di squadra.
Rispondiamo alla domanda di sopra: Ghoulam, probabilmente, è il meglio possibile per il Napoli nel ruolo di terzino sinistro. Economicamente, quindi anche tecnicamente. Ma se tra il Napoli e il Real Madrid ci sono due-tre dimensioni di differenza a livello di qualità complessiva, Ghoulam rientra in questo scarto. Anzi, è uno di quelli che, questo scarto, lo crea.
Le prospettive
Non è colpa di Ghoulam, certo, se il Napoli non ha vinto lo scudetto o non ha battuto il Real in Champions. L’anno scorso, però, scrivevamo così nella sua biografia stagionale:
Ghoulam ha ancora ampi margini di miglioramento, nonostante gli sviluppi e i progressi già vissuti. Deve crescere ancora, come detto, dal punto di vista della concentrazione, soprattutto nelle partite in cui non riesce, per motivi vari, a presentarsi al massimo della condizione fisica.
Ecco, la sensazione è che questo processo si sia arrestato. O meglio: non possa esserci un ulteriore upgrade. Certo, c’è stata l’influenza di una situazione contrattuale difficile, che ha fatto da elemento distrattore. Che per un certo punto l’ha anche confinato in panchina, con Strinic in campo. Ma che poi è scomparsa, riproponendoci un Ghoulam di nuovo importante in attacco e abbastanza positivo in difesa. Il solito Ghoulam, ecco.
Le prospettive, ora, riguardano più che altro il rapporto con il Napoli. Se il 19 giugno non è ancora successo nulla, è probabile che ci sarà il rinnovo e quindi il Napoli punterà di nuovo su di lui. Perché Sarri si fida di lui, ne ha fatto una freccia importante del suo arco tattico. Della serie: anche il nostro tecnico vorrebbe Marcelo, magari Grimaldo da fargli crescere accanto. Ma il Napoli di oggi, con grandissimi talenti offensivi, è quasi costretto a tenere Ghoulam in difesa. Faouzi è una scelta di convinzione e convenienza, che nei giorni migliori può anche essere perfetta. In altre occasioni, magari non lo è. A febbraio compirà 27 anni, questa probabilmente è la sua maturità definitiva. Con tanti pregi e qualche difetto. Speriamo che, rimanendo a Napoli, possa smentirci e diventare il top player che per un attimo ha pensato di essere.