Prima di tutto, ve lo devo dire. Da classifica stilata da Admin e me, la cena napolista di ieri sera è seconda solo alla prima, tenutasi da Ciuffiello (Pozzuoli), a maggio scorso. Quella ce la portiamo nel cuore perché è stata la nostra prima volta, appunto, ma ieri, ieri… ci dispiace tanto per voi che non siete venuti, eh. Parliamo subito di cose serie, importanti, le cose importanti della vita. Abbiamo mangiato divinamente. La taverna dell’arte è il posto adatto a noi e l’ho capito subito, quando ho visto che ad attenderci, al centro del tavolo, c’era una splendida insalata di rinforzo, tra i miei piatti preferiti. Il menu, oltre alla citata “cavolata”, prevedeva pomodori secchi, prosciutto dolcissimo e sottile, migliaccio (ma non è un dolce il migliaccio? Quella era polenta: fenomenale..), zuppa di fagioli con crostino annesso, ziti spezzati (a mano) allo scarpariello incazzato di peperoncino (una poesia, altro che versi del Vate, erano una poesia), fritturina all’italiana, carcioffole fritte, salsicce imbottonate di pomodori e mozzarella con contorno di friarielli (marito, possibile che tu abbia detto “friggiarelli”?? Eh???), polpettine ai funghi porcini con patate al forno, insalatina fresca, torta caprese, biancomangiare e mela annurca cotta al forno, il tutto innaffiato da fiumi (è proprio il caso di dirlo) di Aglianico Terredora del 2008 e da una copiosa dose di Marsala e grappa barricata per finire in bellezza. Il conto è stato perfetto, come lo scenario, gli oggetti in bella mostra nel ristorante e quella credenza piena di spezie di cui mi sono innamorata: 30 euro a testa.. e vi assicuro che nessuno avrebbe fatto una piega se ci avessero chiesto di più (ehm.. altro che Bruscolotti…).
Chi c’era? Eravamo 22 napolisti ed 1 interista. E già. L’interista, però, oltre ad avere una storia di generazioni familiari di interisti era pure psichiatra, perciò ci stava tutto, al nostro tavolo. C’eravamo Marco (mio marito) ed io, Trapani, Peppe Napolitano, Admin, Fràveca e suo figlio Vanni, Giuseppe Pedersoli con la bellissima Stefania, l’interista Paolo, il Vate Fabbrini con Sara e altri sette amici di cui, mi perdonino, non ricordo i nomi, Pasquale di Fenzo e Patrizia, Roberto Procaccini con Martina, ai quali va il più caloroso degli applausi di benvenuto: avete avuto coraggio e ci siete piaciuti assai.
Tra le cose degne di nota c’è l’affermazione di Agata, che ha fatto finalmente outing, confessando che lui è tra i pochi che, ai fini della classifica, si guarda dietro e non guarda chi c’è avanti (non me lo dovevi fare, Agata, non me lo dovevi fare); Di Fenzo, che si è lamentato perché quando nei suoi pezzi scrive delle parolacce Admin glie le corregge e perciò ha invocato la parità di trattamento con la sguaiata sottoscritta (biricchino al posto di pezzo di merda, però.. c’ha ragione, eh… – Di Fenzo, tranquillo, lo scrivo io, tanto non mi censura!!); l’affermazione del simpaticissimo cameriere Peppe, che mi ha detto “signò, vuless’ ca l’innamurata mia fosse tifosa comm’ a vuje” (perdoni Brak lo storpiamento dialettale) e il parto progettuale della sciarpa napolista che mi impegno personalmente a darvi in pasto per il compleanno del Napolista, il prossimo 27 marzo (primo esemplare a Pacifico, a furor di popolo.. ma paga pure lui, eh!) in occasione della festa che sicuramente organizzeremo non si sa ancora dove. Napolitano ha proposto di inaugurare la pratica della “trasferta napolista” e si è deciso che la prima si potrebbe fare in occasione di Lecce-Napoli, l’8 maggio: l’alternativa è o andarci ognuno per i fatti suoi o fittare un pulmanino per l’occasione. Ovvio che anche di questo si occuperà il nostro insostituibile Vate…
Potrei dilungarmi per ore su ciascuno dei napolisti che ho conosciuto ieri sera per la prima volta, ma mi limito a dire che siete stati tutti una meravigliosa sorpresa, che siete napolisti stupendi, pazzi quanto basta e anche di più, proprio come piace a noi.
Il primo brindisi è stato dedicato al nostro Brak e ad esso è seguita la lettura del messaggio inviatoci da Mimmo Liguoro, ma un pensiero, così, di sfuggita, è andato pure a Gallo, così come sono stati nominati tanti altri amici napolisti, assenti più o meno giustificati. Domani attendiamo anche il battesimo di Vanni al San Paolo, uno splendido ventenne. Fantastica la passione per il Napoli ed il duetto padre-figlio. Fraveca che sembra esser vissuto sempre alla Sanità nonostante si sia trasferito a Milano nel ’78 e Vanni che canta in napoletano sotto la doccia con spiccato accento milanese ed è più tifoso di noi (beh, quasi). Clap clap clap, da applausi.
La serata si è conclusa con la chitarra dello spumeggiante Fràveca (al quale ho promesso 3 assessorati ed un posto da qualche parte per sua moglie: Fràveca, stai in mano a me, sono il tuo Sindaco), sulle note de ‘O surdato nnamurat con parole create apposta dal nostro Vate. Il quale Vate ha poi proceduto ad oltranza nel cambiare le parole alle canzoni, tanto da spingere quasi (bonariamente) mio marito al suicidio, data la lunghezza estenuante delle strofe. Abbiamo finito con le lacrime agli occhi, la sensazione che ci conoscessimo da sempre e la voglia matta di ritrovarci presto e ancora e ancora. Oh, magari erano sensazioni solo mie, ma io sono stata benissimo e mi sono dimenticata tutte le fatiche e gli affanni, persino il terzo posto, mi sono dimenticata. Mo’ però concentrati, vi voglio, eh, che domani è importante strafare. Vi saluto tutti, con tanto tanto affetto. E vi ringrazio assai per la splendida serata che ci siamo regalati. E chi non c’era, si attacchi…ai sensi di colpa! E Forza Napoli. Sempre.
di Ilaria Puglia
Zuppa di fagioli e ziti spezzati. E chi meglio di noi?
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