Le biografie stagionali: il centrocampista polacco possiede una completezza che potrebbe spingere il Napoli a rivoluzionare l’idea stessa del centrocampo.
Pesare Zielinski
Uno dei pezzi più recenti che abbiamo scritto su Piotr Zielinski e la sua stagione esaminava la “disparità” di giudizio, sul calciatore, che si avverte entrando e uscendo da Napoli e dalla nostra Serie A. Nel senso: Piotr Zielinski è considerato un grande campione, un progetto di fuoriclasse. A casa sua, in Polonia. Ci pare ovvio. Ma anche in paesi calcisticamente molto avanzati. Come l’Inghilterra, a cui sembrava destinato. E invece l’abbiamo preso noi, che forse non ci rendiamo conto della portata di questo colpo di mercato. Scrivevamo così:
La narrazione di Zielinski all’estero è assoluta. FourFourTwo, ad esempio, l’aveva inserito tra i “16 calciatori che non vediamo l’ora di ammirare in Champions League”. Una selezione che, ovviamente, era stata fatta prima dell’inizio del torneo. Ed è stato inserito anche in una selezione di talenti di Bleacherreport. L’organizzazione di questo organico ideale era legato all’alfabeto, ma c’erano comunque Messi e Suarez. E c’era Zielinski. Legittimamente. Senza sfigurare.
La nostra considerazione di Zielinski, e per nostra intendiamo quella interna a Napoli e all’Italia, è così elevata? Forse no. Non è facile capire se siamo noi a essere in difetto. Se siamo noi a non pesare in maniera giusta le doti e le prospettive del calciatore polacco. Se siamo noi a non renderci conto di una realtà consolidata, quella del possibile top player del futuro.
La stagione di Zielinski, pure se in alternanza con Allan nel ruolo di mezzala destra, non ha ridimensionato questo tipo di racconto. Anzi, è stata una conferma. Perché Zielinski ha dimostrato di poter essere anche qualcosa di più che un giovane talento: Piotr ha mostrato attimi e giocate da centrocampista completo, che è una definizione in più rispetto a “grande calciatore”. Perché include, necessita e contempla completezza.
I dati
Zielinski sa fare tutto, è questo il senso di completezza. È una dote che è leggibile nelle sue statistiche personali, quelle basiche e quelle avanzate. I 5 gol segnati e i 7 assist decisivi sono parte del corredo di una mezzala puramente offensiva; i 28 interventi difensivi totali e il 50% dei duelli uno contro uno vinti raccontano la dimensione fisica, totale del calciatore. A questi dati vanno aggiunti gli 1,4 dribbling a partita e gli 1,1 passaggi chiave per match, che raccontano la capacità di giocare il pallone secondo la dimensione individuale e secondo le necessità del gioco di squadra.
L’ultimo dato, probabilmente quello che descrive meglio di tutti il fenomeno-Zielinski, è quello della precisione nei passaggi. Una cifra percentuale identica a quella di Hamsik, 88%. Questo vuol dire che Piotr è perfetto per il Napoli perché sa fare tutto quello che serve al dispositivo tattico messo a punto per questa squadra. Da una parte c’è la fase offensiva di cui sopra, fatta di sgroppate palla al piede e di difese tagliate letteralmente a metà da progressioni che lasciano sul posto gli uomini e creano superiorità posizionale; dall’altra, c’è questa aderenza tecnica all’idea di possesso ragionato che caratterizza il gioco di Sarri. Anche a Empoli era andata così, solo che il 23enne campioncino Zielinski era un 21enne acerbo al suo esordio tra i grandi. Il tecnico toscano e poi Giampaolo l’hanno convertito in questa figura centrale in un certo tipo di gioco, a cui si adatta ma che sa anche ribaltare attraverso soluzioni differenti. È questa la forza di Zielinski: adattabilità tecnica alle esigenze della squadra e capacità di inventare il colpo che spacca la partita. La descrizione di un fuoriclasse in divenire.
Le prospettive
Il discorso sulle prospettive di Zielinski parte proprio da questa sua dimensione, su cui abbiamo cominciato a ricamare parole fin dall’inizio della biografia stagionale. Per il momento, Zielinski resta un calciatore del Napoli. Ha una clausola rescissoria importante nel suo contratto, non ha ancora avvertito mal di pancia e, pure se li avesse avvertiti, il club che possiede il suo cartellino non ha necessità e intenzione di cederlo. Parliamo così perché un calciatore del genere fa gola a tutti, nella realtà ma anche nella dimensione virtuale e del futuro: si è già parlato di Liverpool o Real Madrid, non è utopico pensare che voci del genere si ripetano in futuro. Anzi, è già praticamente una certezza.
Nel frattempo, Zielinski continuerà il suo percorso di formazione a Napoli. Il primo step sarà il primo ritiro con Sarri, che magari continuerà nel suo esperimento di trasformazione di Zielinski e quindi del suo Napoli: il polacco sempre più box-to-box midfielder, la squadra sempre meno legata alla necessità di un calciatore che faccia legna in senso classico (come Allan) e si pieghi alla forza del palleggio, della tecnica, di una fisicità orientata al mantenimento costante più che al recupero del pallone.
È una questione di ruolo, certo: il Real Madrid e il Barcellona fanno giocare, rispettivamente, Modric e Iniesta nel ruolo di Zielinski. Due fisici più esili. Quindi, come dire: è possibile. Questo percorso di crescita orientato a un criterio essenzialmente tecnico può essere imbastito nel nome di Piotr Zielinski. Che, come abbiamo visto sopra, possiede tutte le qualità per poter interpretare questa rivoluzione. Lo dicono all’estero, lo dimostrano i numeri: oltre i quattro moschettieri, il Napoli ha un altro top player, un altro campione che non fa sentire troppo lontano i grandi d’Europa. Dobbiamo solo rendercene conto.