Sul sudario dello 0-0 che si stende sul “San Paolo”, frenando la passione e la ripresa del Napoli dopo il flop di Milano, il Brescia minaccia due squarci nei sei minuti di recupero. Capitano a Caracciolo, con gli azzurri sbilanciati, le due palle-gol della partita. De Sanctis, con un intervento prodigioso, annulla la prima, salvando il pareggio (94’). Sulla seconda Caracciolo batte a lato a porta invitante (Cannavaro sulla linea), ma da posizione angolata, dopo la disperata uscita di De Sanctis fuori area, uomo contro uomo di testa col corazziere bresciano (96’).
Era un confronto fra l’alta classifica (il terzo posto del Napoli) e la zona-retrocessione (il penultimo del Brescia). Il Napoli si infiamma, domina, tira per tutto il primo tempo. Una squadra rigenerata con un Hamsik splendido, con Zuniga incisivo, con Campagnaro arrembante, con Maggio ispirato e Cannavaro inappuntabile in difesa. Manca all’appello Cavani, stranito, impreciso, che pure iniziava alla grande con un colpo di tacco sotto misura sventato da Arcari (1’) e un gran diagonale intercettato ancora dal portiere bresciano (8’).
Poi, il Napoli gioca senza il suo artigliere. Il Matador non trova la posizione, arretra, non sfonda contro i centrali lombardi, imbattibili nel gioco alto, controlla male un paio di palloni utili e rimane a secco di gol da 304 minuti. Ma il Napoli del primo tempo è fantastico per gioco d’assieme, velocità e sovrapposizioni sulle fasce (Hamsik e Maggio a destra, Zuniga e Dossena a sinistra). Stupisce Zuniga, mai così bene in partita. E’ straordinario Hamsik, animatore di tutte le azioni azzurre.
Nel primo tempo, il Napoli dovrebbe stravincere, invece rimane inchiodato sullo 0-0. Cinque conclusioni pericolose vedono Arcari protagonista assoluto. Dopo le due conclusioni di Cavani, i tiri di Zuniga (23’), Hamsik (26’) e ancora Zuniga (28’ gran bel colpo di testa) impegnano il portiere bresciano in una serie di interventi magistrali. Il Brescia, nelle rare aperture all’attacco, non centra mai la porta di De Sanctis. Fuori le conclusioni di Caracciolo (13’ e 21’) e Diamanti (43’).
Il Brescia schiera una linea di cinque uomini davanti ai tre difensori, e spesso Diamanti arretra a intensificare il centrocampo, quindi una roccaforte di nove uomini. Non è facile passare (mancava, per la terza e ultima volta, lo sprint di Lavezzi). La squadra lombarda si chiude bene, ma per tutto il primo tempo resta sulla difensiva. Sul dominio del Napoli cala poi la mannaia dell’arbitro Mazzoleni quando non sancisce il rigore per l’evidente spinta di Accardi a Maggio (33’), sbilanciato nel tentativo di conclusione di testa davanti alla porta bresciana. Clamoroso. Le proteste costano a Mazzarri l’espulsione. L’arbitro “chiuderà gli occhi” anche nella ripresa sorvolando su un altro evidente fallo da rigore dei bresciani (80’ Kone solleva letteralmente da terra Mascara pronto al tiro).
Nella ripresa si fanno sentire il grande dispendio di energie e la frustrazione del risultato “ingiusto”. Il Napoli non è più brillante, Hamsik cala, i centrocampisti sono in affanno, la squadra fa fatica contro il Brescia più tonico che, nel secondo tempo, azzarda la sorpresa e si distende in attacco con maggiore convinzione, soprattutto quando il Napoli si sbilancia in avanti alla ricerca del successo pieno che sente di meritare. Se, nel primo tempo, le conclusioni nello specchio della porta erano state di 6-0 per il Napoli, nella ripresa il bilancio per gli azzurri è scarno, un solo tiro in porta contro tre pericolose conclusioni bresciane (campanello d’allarme già al 59’ quando Diamanti alza il tiro davanti alla porta azzurra).
Nell’ultima mezz’ora, il Napoli perde equilibrio e schemi con gli inserimenti di Mascara (60’ per Dossena), Lucarelli (73’ per Pazienza) e Yebda (82’ per Aronica). La squadra si stravolge tatticamente, spinge disordinatamente all’attacco, si scopre in difesa. Non ci sono più ruoli per nessuno. E’ un arrembaggio disordinato. Non c’è più l’apporto illuminante di Hamsik, latita Cavani, i tentativi di Mascara e Lucarelli sono deboli. Il Brescia fiuta l’impresa puntando sulla stanchezza e sul disordine degli azzurri. Entrano due giocatori per sostenere meglio il contropiede (76’ Lanzafame per Diamanti, 83’ Eder per Kone). Il Napoli rischia grosso con la difesa sguarnita e quando attacca non ha più gamba per andare sino a fondocampo e crossare palloni radenti. I cross dalla trequarti sono tutti ribattuti dalla difesa bresciana. E il contropiede lombardo fa male. Caracciolo perde l’attimo propizio per tirare a rete (85’) da posizione favorevole sull’assist di Lanzafame. Poi, nel recupero, le due occasioni del centravanti bresciano che avrebbero ingiustamente punito il Napoli.
Al danno del pareggio e ai due rigori negati da Mazzoleni si aggiungono anche le ammonizioni di Aronica e Dossena. Diffidati, salteranno la trasferta di Parma domenica prossima. Intanto, l’Udinese si è portata a tre punti dagli azzurri, insidia temibile per il terzo posto. Più sopra, il Milan si è allontanato a otto punti e l’Inter a tre. C’è solo il terzo posto da difendere, com’era nelle previsioni più realistiche. Piccola consolazione. Il Napoli non incassa gol al “San Paolo” da otto partite. Ma c’è bisogno di Cavani e del rientro di Lavezzi per riprendere a volare.
MIMMO CARRATELLI